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Spada avete voi, spada avete io!

A Teatro Litta arriva un compagnia pugliese, pronta a sfidare le leggi del teatro: "Paladini di Francia", con regia di Enzo Toma, è un chiaro esempio di come l'arte teatrale possa assumere tantissime forme, anche quelle delle marionette.
L'opera di Teatro Koreja è dedicata a "Che cosa sono le nuvole?" di Pier Paolo Pasolini
"Giochi di bambini.
Da Dostoevskij

“Un attimo di vera beatitudine! È forse poco per riempire tutta la vita di un uomo?”
Quante notti passate in bianco, nella voragine di pensieri che ci attraversa in quel momento della sera che un Foscolo tanto contempla, finalmente giunta quella “fatal quiete”, quel momento di profonda serenità che riflette la fine di una giornata, di una morte serena, in cui i desideri vengono placati dai tormenti diurni che porta l'esistenza umana, tormentata, in una transizione dall’inquietudine alla profonda eternità, unica certezza di una voragine che è propria dell’esistenza. "Forse perché della fatal quiete / Tu sei l’immago a me sì cara vieni, / O sera!" (Alla Sera, Ugo Foscolo).
Una riscrittura della tragedia di Euripide da non perdere

In prima nazionale al Teatro Litta arriva “Medea, una strega”, da una delle più appassionati e drammatiche tragedie di Euripide, riscritta e diretta da Filippo Renda con una reinterpretazione in chiave marcatamente femminista.
Medea, che, nell’immaginario collettivo, è colei che ha ucciso i propri figli, la straniera non compresa costretta a un gesto estremo e contronatura, in questo spettacolo viene raccontata come un’outsider, una sovversiva trascinata in un mondo che le fa paura e che trova come unica cura alla propria angoscia la mortificazione prima, e la deportazione dopo.
Un monologo poetico e struggente con un pizzico di ironia, fino al 18 dicembre al Teatro Litta

Una scenografia abitata da lunghi rettangoli bianchi a simulare dei tasti di pianoforte, uno sgabello da pianista al centro, e poi la storia del pianista Novecento di Alessandro Baricco raccontata con la voce e la bravura di Corrado d'Elia, attore milanese con formazione della Paolo Grassi e vincitore di numerosi premi: è la ricetta perfetta per uno spettacolo da ascoltare sognando di essere anche solo per un'ora e mezza nel salone di prima classe del Virginian, la nave dove nacque, e da cui mai scese, Novecento.
Cadenzato dalla musica - jazz, ragtime, note di pianoforte, blues - il monologo scorre tra i ricordi densi, a tratti divertenti, a tratti struggenti, del trombettista del Virginian, caro amico di Novecento, interpretati da d’Elia con grande carica poetica.