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Margot Boccia
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Il sabba bianco di Francesco Marilungo tra rito, corpo e memoria
Con Cani Lunari, Francesco Marilungo inaugura la nuova edizione del Danae Festival 2025 sul palco del Teatro Fontana, firmando un’opera che conferma la sua ricerca coerente e necessaria nel panorama della danza contemporanea. Dopo Stuporosa – Premio UBU 2024 come miglior spettacolo di danza – il coreografo marchigiano torna a immergersi in un immaginario radicato nel femminile arcaico, nei saperi magici, nei corpi estatici e nella loro resistenza alle logiche dell’utile e del visibile.
Gravitazione universale - Due presenze accidentali in orbita tra il buio e la luce
Antonio Rezza e Flavia Mastrella tornano al Piccolo Teatro di Milano con Metadietro.
Sulla scena sarà l’attore Daniele Cavaioli ad affiancarlo: una dialettica e un corpo che porterà il pubblico a ridere, applaudire, sorridere.
Il nuovo progetto di Fondazione Cariplo
Milano, MEET Digital Culture Center.
È nato ufficialmente The Youth Club, il nuovo progetto di Fondazione Cariplo che unisce dieci teatri della Lombardia e di Novara con un obiettivo chiaro: riavvicinare le nuove generazioni al teatro e contrastare la povertà educativa.
Il cratere lasciato da una fine: ciò che conta è come si danza dopo
Cosa succede quando un musical incontra la paleontologia e ci racconta una fine d’amore come fosse un’estinzione di massa? Succede Asteroide, lo spettacolo firmato e interpretato da Marco D’Agostin, che ha portato al Piccolo Teatro Studio Melato dal 3 all'8 giugno un oggetto scenico fuori da ogni categoria. Un 'musical sbagliato', come lo definisce lo stesso autore, un viaggio nel tempo e nella memoria, in cui il corpo diventa archivio, ferita e possibilità di rinascita.
Libera interpretazione di un dialogo tra sguardi
Cosa c’è nella tensione di un abbraccio in potenza, nell'equilibrio di uno sguardo possibile, in un oscillare al centro, nel forte desiderio di agire, tra il mancato agire e l’azione stessa del gesto, di ciò che poteva essere, potrebbe essere, è, e sarà?
Per un silenzio strano si osservano, a una decina di metri.
Liv Ferracchiati, tra voci, parole, immagini, sguardi, danza e video, si imbarca in un dialogo mosso tra l’apparente staticità di chi osserva, agito da pensieri – flussi intervallati dalla ragione – e la forte e continua azione di chi è osservato, nella sua ingenuità o, al contrario, consapevolezza che tende all’apparente indifferenza.