Cosa succede quando un musical incontra la paleontologia e ci racconta una fine d’amore come fosse un’estinzione di massa? Succede Asteroide, lo spettacolo firmato e interpretato da Marco D’Agostin, che ha portato al Piccolo Teatro Studio Melato dal 3 all'8 giugno un oggetto scenico fuori da ogni categoria. Un 'musical sbagliato', come lo definisce lo stesso autore, un viaggio nel tempo e nella memoria, in cui il corpo diventa archivio, ferita e possibilità di rinascita.
In scena c’è poco: basta poco per essere trascinati dentro una narrazione che è insieme scientifica, autobiografica e universale. Partendo dalla scomparsa dei dinosauri, si attraversano gli spazi e i tempi, fino a raggiungere tematiche sulle relazioni, sull'identità, sulla crisi. Il corpo di D’Agostin attraverso la danza ricostruisce una traiettoria emotiva, traduce in movimento le fratture invisibili che ci attraversano.
Il musical, quel genere spesso guardato con sospetto dagli ambienti più seri, viene qui usato per indagare l’imbarazzo, la spettacolarizzazione della fragilità. E infatti ci si ritrova spesso spiazzati: la voce parla, poi canta, poi danza, e tu – spettatore – non sai mai se ridere, pensare o restare in silenzio. È proprio lì che lo spettacolo colpisce: nell’incertezza, nella vibrazione che resta dopo l’urto dell’asteroide.
Un punto forte dello spettacolo è proprio la sua capacità di far parlare il tempo attraverso il corpo. Ogni gesto sembra rispondere a un’eco lontano, come se la coreografia fosse una macchina del tempo emotiva. D’Agostin costruisce così una danza che non cerca l’estetica, ma la sostanza: il peso, la trasformazione, la sopravvivenza. Fino ad arrivare a un momento quasi fantascientifico, dove il corpo umano lascia spazio a quello di una macchina. La danza continua, ma è diversa: il cambiamento è avvenuto, e non si torna indietro.
D’Agostin parte dalla propria storia – l’infanzia pop, l'agonismo nello sport, l’allontanamento dalla danza per volere della società – e la mette in corto circuito con una narrazione più ampia, quasi cosmica.
Durante un incontro con l’artista, D’Agostin ha raccontato quanto sia importante per lui 'non parlare di sé, ma dire cose utili per chi guarda'. E in effetti Asteroide non è mai autoreferenziale: è un invito a riflettere su cosa resta dopo una frattura, su come si ricomincia, su quanto può essere potente anche ciò che non si capisce subito. Il suo è un tempo lungo, lento, prezioso.
E dopo la fine, cosa resta?
La Locandina
Asteroide
PRIMA ASSOLUTA
di e con Marco D’Agostin
suono Luca Scapellato
canzoni Marco D’Agostin, Luca Scapellato
scene Paola Villani, Bots Conspiracy
luci Paolo Tizianel
costumi Gianluca Sbicca
con un’incursione testuale di Pier Lorenzo Pisano
assistente alla creazione Lucia Sauro
ricerca condivisa con Chiara Bersani, Sara Bonaventura, Nicola Borghesi, Damien Modolo, Lisa Ferlazzo Natoli
movement coach Marta Ciappina
danze di repertorio Giulio Santolini, Stefano Bontempi
vocal training Francesca Della Monica
consulenza scientifica Enrico Sortino
costruzione elementi scenici Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
promozione, cura Damien Modolo
organizzazione, amministrazione Eleonora Cavallo, Federica Giuliano, Irene Maiolin, Paola Miolano
produzione VAN
in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Théâtre de la Ville (Paris), Fondazione Teatri di Pistoia, Pôle-Sud CDCN (Strasbourg), Festival Aperto / Fondazione I Teatri (Reggio Emilia), Baerum Kulturhus – Dance Southeast-Norway, Snaporazverein
con il sostegno CCN Ballet de l’Opéra national du Rhin, Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni (Firenze), AMAT e Civitanova Danza per RAM_Residenze Artistiche Marchigiane, La Contrada – Teatro Stabile di Trieste, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale, Istituto Italiano di Cultura di Oslo/MiC-Direzione Generale Spettacolo e Sprang / Ål kulturhus, regional dance scene and performing arts center, nell’ambito di NID international residencies programme, Grand Studio (Bruxelles), Scenario Pubblico (Catania), CSC/Centro per la Scena Contemporanea (Bassano del Grappa), Atcl/Spazio Rossellini: Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Centrale Fies, Teatro Stabile dell'Umbria
- A cura di Margot Océane
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