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Cenci
Rinascimento contemporaneo
  13 Dic 2025  |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
La vicenda di Beatrice Cenci torna in scena al Piccolo Teatro in una nuova rilettura firmata dalla Piccola Compagnia della Magnolia, che affronta uno dei casi giudiziari più noti e controversi della Roma di fine Cinquecento. Nel settembre del 1599 Beatrice, giovane nobildonna appartenente a una delle famiglie più influenti della città, viene giustiziata per parricidio: accusata di aver ucciso il padre, colpevole di violenze e abusi reiterati, viene decapitata davanti a una folla immensa.
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Prima del Temporale
Cosa c'è in quella tensione tra il prima e il dopo?
  08 Dic 2025  |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Come si prepara il mondo prima di un temporale? In quel tempo sospeso, quando il cielo muta colore, la luce si fa lattiginosa, il vento cambia direzione e ogni suono diventa presagio, sembra che l’aria stessa trattenga il respiro. È un attimo che precede lo sconvolgimento e, proprio per questo, è forse più intenso del temporale stesso.
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Delitto e castigo
L'attualità di un testo senza tempo: delirio o realtà?
  05 Dic 2025  |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Delitto e Castigo, tratto dal romanzo di Dostoevskij pubblicato nel 1866, debutta con la prima milanese al Teatro Menotti dal 2 al 7 dicembre nell’allestimento firmato da Andrea Baracco con la Compagnia Mauri Sturno, che riporta in scena, per la prima volta dopo vent’anni dal debutto, l’adattamento di Glauco Mauri: un ritorno che è insieme omaggio e passaggio di testimone dopo la scomparsa dei fondatori. Siamo nella San Pietroburgo dell’Ottocento, osservata attraverso gli occhi febbricitanti e inquieti di un giovane studente, Raskol’nikov, interpretato da Gabriele Gasco.
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Il santo bevitore
La leggenda, il baratro, il debito: un uomo che inciampa nella grazia
  04 Dic 2025  |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Come ci si può sentire innocenti in una società che ha già scritto la colpa prima ancora che impariamo a chiamarla? Una società che assegna debiti morali come si assegnano nomi di battesimo, che pretende il cambiamento come riscatto, che misura la dignità sulle capacità di uscirne, di rimettersi in sesto, come se la fragilità non fosse una condizione ma un errore da correggere. In questa società, profondamente intrisa di un cristianesimo che non ha bisogno di fede per agire, il peccato sopravvive come linguaggio, come postura, come automatismo ereditato: si tramanda non nelle chiese, ma nei modi di chiedere scusa, nel sentirsi sempre di troppo, nelle promesse fatte per dovere, nei debiti mai sanati.
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L'angelo del focolare
L'atroce ritualità di una violenza culturale
  14 Nov 2025  |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Come ci si può sentire liberi in una società tradizionalista e apparentemente reazionaria e rivoluzionaria, che detta la libertà prima ancora che si impari a nominarla, dai modi di dire alle mansioni, dai ruoli familiari alle abitudini, dal mutaforma del linguaggio che ci attraversa come un marchio culturale? In Italia, questo nostro Paese che si dice essere ateo e progressista, ancora tanto immerso in un cristianesimo che non ha bisogno di essere creduto per essere agito, un credo che non muore ma cambia pelle, da obbligo a fiducia, da fiducia a generazione, da generazione a convenzione, fino a diventare costume, rito, superstizione linguistica, e soprattutto, purtroppo, sistema. È curioso come si entri a teatro con l’illusione di assistere a una storia altrui, una vicenda lontana, una rappresentazione di altri, mentre invece Emma Dante ci butta rapidamente, dal niente, dal vuoto della scena di un teatro, dentro una realtà casalinga che somiglia alla nostra più di quanto pensavamo, o meglio, più di quanto vorremmo.
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