Dal 5 al 10 maggio 2025, il Teatro Studio Melato di Milano ospita Wonder Woman, il nuovo lavoro teatrale firmato da Antonio Latella, realizzato in collaborazione con Federico Bellini. Lo spettacolo nasce da un caso giudiziario realmente accaduto ad Ancona nel 2015: una ragazza peruviana, vittima di uno stupro di gruppo, venne inizialmente non creduta da un tribunale italiano perché considerata "troppo mascolina e poco attraente per essere desiderabile sessualmente". La sentenza fu poi ribaltata in Cassazione.
In flusso continuo tra pensieri, ricordi, denunce, accuse e difese, la scena – con una struttura molto semplice, rigida, quasi minimale – è abitata da quattro attrici, Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara, Beatrice Verzotti, che si muovono come un corpo corale, in piedi, con microfoni collegati tra loro da un filo rosso, richiamando il 'lazo della verità' di Wonder Woman: figura centrale e sfuggente, è un simbolo frantumato, che si dissolve e si ricompone nelle voci che raccontano, nelle ferite condivise, nei corpi che resistono. Wonder Woman diviene l’eco collettiva di chi è stata messa a tacere e ora pretende di essere ascoltata, riprendendosi ogni singolo frammento dissolto, lasciato, abbandonato, schiacciato da una società capitalista, in cui la violenza di genere non è una deviazione improvvisa, ma una costante sistemica. Da sempre – sin dalle origini delle strutture patriarcali che governano i corpi e i desideri – fino ad oggi, i diritti delle donne vengono negati, ignorati, svuotati. Nessuna conquista è garantita, nessuna legge è sufficiente, se ciò che resta intatto è il meccanismo che colpevolizza chi subisce e protegge chi domina.
Nel testo, nelle parole, nei corpi, nella scena e nelle musiche, nulla viene rappresentato in modo diretto: tutto è evocato, come solo il teatro sa fare. È la parola – cruda, a tratti ossessiva – a farsi veicolo di senso, scavando fino alla condizione più essenziale e radicale: l’essere donna. Eppure essere donna comporta una serie di conseguenze: la sfiducia sistemica, la freddezza della perizia medica, la morbosità dei titoli di giornale, le domande accusatorie in aula. In una società dove il nemico non è solo l’aggressore, ma anche la cultura del sospetto, la spettacolarizzazione del dolore, la disattenzione verso chi non rientra in un copione di vittima accettabile.
E se la nostra unica arma fosse la verità?
Una verità fragile, spesso distorta, ma ancora capace di rompere il silenzio.
Una verità che non urla, ma insiste.
Che passa di corpo in corpo, come un filo rosso, un legame, un testimone.
Non una verità assoluta, ma condivisa: somma di voci che non chiedono più il permesso di esistere.
LOCANDINA
Wonder Woman
di Antonio Latella e Federico Bellini
regia Antonio Latella
con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara, Beatrice Verzotti
costumi Simona D’amico
musiche e suono Franco Visioli
movimenti Francesco Manetti e Isacco Venturini
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa
in collaborazione con Stabilemobile
- Margot Océane
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