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Valentina Ferreri
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Barocco e contemporaneo insieme, un piccolo capolavoro che vi lascerà con un sorriso amaro
Oh, come t’inganni
se pensi che gl’anni
non hann’ da finire
bisogna morire
Così risuona al Piccolo La Passacaglia della Vita, un canto anonimo del 1657, che fa da ossatura portante allo sfondo musicale dello spettacolo Re Chicchinella di Emma Dante, in scena fino al 28 Marzo. Scelta più perfetta non avrebbe potuto esserci per questo spettacolo che è un capolavoro di “ barocco contemporaneo”, grottesco, comico, tragico, stucchevole e allo stesso tempo millimetricamente perfetto, apprezzabile soprattutto nei costumi e negli oggetti di scena, essenziali e roboanti insieme (ideati dalla stessa regista) che riescono a essere davvero parte integrante della recitazione e dello spettacolo tutto, creando un connubio in cui ogni cosa è al posto giusto al momento giusto, senza però mai risultare prevedibile o banale.
Catartico e immersivo. Fino al 24 marzo al Teatro Litta
Sono stata con enorme curiosità alla prima dello spettacolo di Filippo Renda “Le Baccanti. Il regno del dio che danza” (in scena fino al 24 marzo), descritto così, sul sito di MTM: un viaggio oltre il semplice spettacolo teatrale per esplorare una fusione fra mito antico, riscoperta del rito e una visione contemporanea della liberazione e dell’espressione corporea.
Commovente, potente e delicato: insieme alla cantautrice Erica Mou, sul palco del Carcano Concita tesse un filo tra piccole e grandi donne
Sul palco uno sgabello, una sedia, una bellissima amicizia tra due donne (o meglio, quasi tre: una di loro sta per venire al mondo tra le braccia di Erica Mou), e una lunga lettera alle ragazze del futuro. Sono parole rivolte alla se stessa del passato e a tutte le ragazze e le donne, quelle di Concita nel libro “Lettera a una ragazza del futuro” (pubblicato da Feltrinelli), letto a una platea commossa al Teatro Carcano di Milano ieri, 13 novembre 2023.
Una riscrittura della tragedia di Euripide da non perdere
In prima nazionale al Teatro Litta arriva “Medea, una strega”, da una delle più appassionati e drammatiche tragedie di Euripide, riscritta e diretta da Filippo Renda con una reinterpretazione in chiave marcatamente femminista.
Medea, che, nell’immaginario collettivo, è colei che ha ucciso i propri figli, la straniera non compresa costretta a un gesto estremo e contronatura, in questo spettacolo viene raccontata come un’outsider, una sovversiva trascinata in un mondo che le fa paura e che trova come unica cura alla propria angoscia la mortificazione prima, e la deportazione dopo.
Un monologo poetico e struggente con un pizzico di ironia, fino al 18 dicembre al Teatro Litta
Una scenografia abitata da lunghi rettangoli bianchi a simulare dei tasti di pianoforte, uno sgabello da pianista al centro, e poi la storia del pianista Novecento di Alessandro Baricco raccontata con la voce e la bravura di Corrado d'Elia, attore milanese con formazione della Paolo Grassi e vincitore di numerosi premi: è la ricetta perfetta per uno spettacolo da ascoltare sognando di essere anche solo per un'ora e mezza nel salone di prima classe del Virginian, la nave dove nacque, e da cui mai scese, Novecento.
Cadenzato dalla musica - jazz, ragtime, note di pianoforte, blues - il monologo scorre tra i ricordi densi, a tratti divertenti, a tratti struggenti, del trombettista del Virginian, caro amico di Novecento, interpretati da d’Elia con grande carica poetica.