Al Teatro Strehler di Milano, per i cento anni che ci separano dalla nascita di Mein Kampf e otto anni da quando la Germania, nel 2016, ha consentito nuovamente la sua pubblicazione in libreria, Stefano Massini, dopo anni di lavoro, incrociando tutti i testi dei comizi del Führer con la prima stesura del libro-manifesto, debutta con la sua biopsia del testo, per analizzare la condizione e la reazione dell'uomo di fronte a tale follia, la religione nazista di rabbia e paura, il culto dell'Io e l'esaltazione della massa.
In una Vienna degli anni '20, dove un giovane Hitler si rifugia in una squallida pensione gestita da una coppia di ebrei, assistiamo a una profonda riflessione di Stefano Massini sul potere delle idee, le loro radici e le conseguenze devastanti che possono avere quando non messe in discussione.
È stata in quella pensione, durante quegli anni, che lentamente e gradualmente Hitler trasforma la propria rabbia e frustrazione in una vera e propria dittatura, con la scrittura nel 1924, esattamente un secolo fa, di Mein Kampf: un racconto che parte dalla vita di Hitler per esporre lo sviluppo del suo pensiero che lo ha portato, attraverso diverse esperienze, ad acquisire le sue idee politiche e raziali che avrebbero formato la base del regime nazista in Germania.
Stefano Massini, da questo fondamento teorico e ideologico del nazionalsocialismo che è il Mein Kampf, in seguito alla sua ripubblicazione nel 2016 più critica e contestualizzata da parte degli storici, ne studia i discorsi mettendo in luce la paranoia del dittatore e la sua follia, esplorando la sua figura nel contesto storico e sociale che ha spinto la nascita e la diffusione di tale ideologia.
Il testo, la performance e la regia minimalista ma carica di simboli, attraverso luci fredde, suoni forti e effetti scenici, ricostruiscono il senso di degrado e alieazione che permea lo spettacolo. Non è una critica o un giudizion contro tali scelte, ma una riflessione su come l'umanità abbia potuto permettere l'ascesa di Hitler. Quanto è importante non abbassare la guardia di fronte al male?
Hitler, quasi patetico nella sua ossessione per il fallimento, così piccolo, si aggrappa a un'ideologia distorta per dare un senso alla propria esistenza. La coppia di ebrei della pensione diventa così una metafora della società che tenta invano di arginare la follia montante: si ritrovano, come il popolo, impotente di fronte al crescente potere e all'influenza delle ideologie estreme e distruttive di Hitler, che porteranno a conseguenze catastrofiche con l'ascesa del nazismo.
La Locandina:
Mein Kampf
PRIMA ASSOLUTA
di e con Stefano Massini
da Adolf Hitler
scene Paolo Di Benedetto
luci Manuel Frenda
costumi Micol Joanka Medda
ambienti sonori Andrea Baggio
produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana
Durata: 85 minuti senza intervallo
Dove e quando: Teatro Strehler: 8-27 ottobre 2024
- Margot Océane
Mein Kampf
Stefano Massini