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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Zio Vanja
Progetto Čechov, seconda tappa
   22 Apr 2024   |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Leonardo Lidi, regista-attore teatrale italiano, porta in scena al Piccolo Teatro Strehler lo Zio Vanja, uno dei tre testi del progetto dedicato ad Anton Čechov avviato nel 2022. La trilogia comprende Il Gabbiano, seguito da Zio Vanja, per concludersi con Il Giardino dei Ciliegi.


«Čechov può arrivare a tutti senza retorica» – commenta Lidi – «e può davvero far innamorare le nuove generazioni al teatro. Quando ho iniziato il mio lavoro come coordinatore della Scuola del Teatro Stabile di Torino mi sono accorto che l’autore più immediato, quello che tutti i ragazzi sentono sempre e comunque vicino, dai provini al tavolino, resta lui. Čechov non ha bisogno di essere spiegato o contestualizzato perché lavora con generosità ed empatia per il suo lettore/spettatore/attore».



Leonardo Lidi, reinterpreta in chiave contemporanea questi testi ancora così estremamente attuali seppur scritti fine XVIII secolo.

Tra l’arida e ormai sterminata foresta Russa del fine ‘800 e il giardino della tenuta del professor Serebrjakov, si svolge un intrigo di storie complesse di 9 personaggi appartenenti a una famiglia medio borghese. Da qui in cui spicca la banalità del quotidiano, l’insoddisfazione e l’incessante ricerca di una stabilità, una via d’uscita, un amore che non sarà mai raggiunto realmente. Una certa ipocrisia e incoerenza muove i comportamenti di ognuno di loro, che vive in un mondo costruito di illusioni pur di sopravvivere in una realtà che sembra decadere sempre di più, a partire dagli affetti, fino ad arrivare al mondo in sé, la natura, distrutta sempre più da un uomo indifferente, insensibile.

Zio Vanja si rivela essere un testo di incredibile modernità: il medico Astrov, ecologista profetico, nutre un forte interesse per la natura che riconosce essere - già all’epoca - sempre più in pericolo per colpa dell’uomo che la distrugge nella sua indifferenza, nel suo essere parassita e sfruttatore. All’amarezza delle illusioni che attraversano Sonja, Elena, Vanja e il dottore, si accompagna una riflessione sul senso della vita e sulle trasformazioni sociali, sul rapporto uomo-natura, e sul senso del lavoro, che sembra essere l’unico modo per sconfiggere la depressione, dovuta a un’insoddisfazione di fondo legata al senso di solitudine, alle delusioni d’amore, e alla consapevolezza di aver ormai sprecato la propria giovinezza con una vita insulsa.

In scena, ogni personaggio è mosso da questa frustrazione di fondo, segreti nascosti, delusioni di amori mai ricambiati. Ne deriva una noia, conseguente ad un senso di disinteresse verso tutto ciò che li circonda, in un mondo monotono dove non si fa che mangiare e dormire, e bere, per vivere un simulacro di vita nel piccolo momento della sbronza. Una noia che parla, parla, parla, a vanvera, senza ascolto né interesse verso l’altro, dove tutto perde del suo valore logico. Corpi apparentemente immobili, quasi privi di slanci d’entusiasmo, si esprimono con la complicità dell’alcol. I desideri, nonostante siano molto forti, sono fucina di cambiamenti e quindi spaventano e quindi si vive in quelle illusioni, come riconosce zio Vanya – “si vive di miraggi quando manca l’autentica vita”.


Durata: 105’ senza intervallo

La Locandina
Zio Vanja
Progetto Čechov, seconda tappa
di Anton Čechov

regia Leonardo Lidi
traduzione Fausto Malcovati
con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Franco Visioli
assistente alla regia Alba Porto
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, in coproduzione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e con Spoleto Festival dei Due Mondi


- Margot Océane Boccia
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