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I corpi di Elizabeth
la grandezza, la furbizia, l'indipendenza.
   24 Gen 2024   |     Redazione   |     Arianna Mosconi   |     permalink   |      commenti
Se entrate al Teatro Elfo Puccini tra gennaio e febbraio, non potete sbagliare: verrete accolti da diversi manifesti raffiguranti i vari personaggi de “I corpi di Elizabeth”, di produzione Teatro Elfo Puccini.
La storia di uno dei personaggi femminili storici più famosi viene mostrata agli occhi del pubblico attraverso un susseguirsi di momenti e immagini, come se seduti sulla nostra poltrona rossa della sala Fassbinder potessimo cambiare le scene esattamente come giriamo la pagina di un libro.

Questo “I corpi di Elizabethdi”, di Ella Hickson, vede la traduzione di Monica Capuani e la regia di Cristina Crippa e Elio De Capitani. Le vicende storiche, anche quelle dei regnanti che ci hanno lasciato più scritti e dettagli, sono spesso fonte di grande ispirazione per il Teatro: esse sono modellabili per la scena in infinite vesti, proprio come abbiamo visto in questa interpretazione.

Qui, i due registi hanno selezionato “solamente” 4 tra attori e attrici per impersonificare tutti i personaggi che si intrecciano nella vita della Queen Elizabeth I.
Partiamo con Elena Russo Arman - che abbiamo visto ormai spesso in questo maestoso teatro, come in Re Lear, che interpreta, in ordine di comparsa, Catherine Parr, Mary Tudor, Elizabeth Regina. Nonostante le diverse vesti che prende, questa meravigliosa artista non smentisce mai il suo talento e anzi, nei panni di queste donne cinquecentesche da il meglio di sé: austera, decisa, forte,... magnifica.
Altra donna in scena è Maria Caggianelli Villani, che prende il ruolo di Elizabeth Principessa, seguito poi da Katherine Grey e una lavandaia. Per niente banale è l’interpretazione dell’ultimo ruolo, che può sembrare di contorno e di poco conto. Questa giovane attrice riesce a mettere in risalto anche un ruolo del genere, facendo emergere anche questa figura anche con poche battute.
Enzo Curcurù diventa prima Thomas Seymour, marito di Catherine Parr, e poi Robert Dudley, l’amante di Queen Elizabeth. Ultimo, ma assolutamente non per importanza, è Cristian Gianmarini nei panni del primo consigliere Cecil.

Tutti i ruoli, anche quelli maschili, girano intorno alla figura di Elizabeth I: sono le sue azioni in scena, i suoi spostamenti, i suoi tono a condurre il susseguirsi dei capitoli della sua vita: è solo grazie a lei che riesce a non essere allontanata dalla corte e diventare poi regina; lei sceglie quale amante avere; lei sceglie di non sposarsi; lei…

Il susseguirsi di dialoghi intensi, spesso distanziati da un buio momentaneo di cambioscena, rendono la piece teatrale molto movimentata e densa di suspance. A renderla iper-realistica sono le meravigliose scenografia di Carlo Sala, dove il trono e gli arredi essenziali sono ambientati tra preziosi velari, ricamati con grandi motivi floreali e i costumi sono disegnati da Ferdinando Bruni e realizzati dalla sartoria dell’Elfo.

La forza di Elizabeth come donna “al potere” e “di potere” proiettano questa narrazione dalla fine del ‘500 direttamente ai giorni nostri, con parallelismi non forzati tra il ieri e l’oggi. Elizabeth sarà vista per sempre come cattiva, schietta, zitella - in quanto non sposata. Ma è lei stessa a prendere questa decisione e anzi, ad allontanare il suo amante proprio perché vedeva nella figura maschile un impedimento, una sorta di limitazione per i suoi poteri.

Una donna, per poter regnare, non aveva bisogno di nessuno.

Se volete saperne di più sullo spettacolo potete consultare il sito dell’Elfo Puccini, mentre noi… ci vediamo a Teatro.
costumi, elizabeth, potere, storia, teatro