Al Teatro Elfo Puccini va in scena uno spettacolo degno della Sala Shakespeare: “RE LEAR” di William Shakespeare torna a farci sognare.
“RE LEAR” è sempre “RE LEAR”. In scena c’è il vecchio e il giovane, l’amore e l’odio, l'onestà e il tradimento, l’ipocrisia e la sincerità, tutti gli scontri dell'anima messi a nudo davanti alle vicende di un re folle, figlie e figli avari e i matti che si rivelano i più leali.
Questa rappresentazione ha la regia, i costumi e le scene di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, che riescono a far emergere i protagonisti della vicenda, come per Elio De Capitani nel ruolo del vecchio e tormentato re - che ci dimostra ancora una volta la sua capacità e dote attoriale - o le sue due figlie maggiori, Elena Russo Arman (Regan) - che avevamo già visto nello spettacolo “Anatomia Comparata” - e Elena Ghiaurov (Gonerill).
È doveroso, secondo l’opinione di chi scrive, fare una menzione speciale però a Mauro Berardi (Edgar), Mauro Lamantia (il matto), e Umberto Terruso (Kent). I tre personaggi da loro interpretati non sono sempre in scena, ma la loro magistrale interpretazione fa innalzare anche questi ruoli - molto complessi a dire il vero: tutti e tre hanno un cambio netto delle caratteristiche del proprio personaggio, chi prima e chi dopo, e Berardi, Lamantia e Terruso riescono a seguire ogni sfumatura della storia, e assecondare ogni atteggiamento della propria interpretazione in scena.
Anche la scenografia regge il peso di un’opera così imponente. Tre lenzuola gigantesche definiscono lo spazio, dipinte minuziosamente ad hoc con teschi e simboli di guerra: in alcuni punti, dei drappi che possono alzarsi e abbassarsi in modo da creare una nuova entrata, una fessura o una scappatoia a seconda della scena. Così facendo si vedono senza troppa difficoltà gli interni delle case delle ricche sorelle, la corte del vecchio Re Lear, la putrida tana del “povero Tom” e la scogliera dove Gloucester (Giancarlo Previati) è convinto di buttarsi.
La straordinaria capacità di Shakespeare è rivelare l’anima della natura umana, attraverso vicende scabrose (come nelle sue tragedie) o in quelle più leggere (le commedie). Non importa la tipologia di drammaturgia, le rappresentazioni shakespeariane rimangono attuali, fresche, anche se sono state scritte più di 400 anni fa e anche se vengono rivisitate in mille modi differenti. Questa versione di “Re Lear” è fedele al testo, alle scene e alla narrazione; viene però intervallata da musiche rock per i cambio scena, vestiti in pelle e pistole provenienti dal ventesimo secolo.
Lo spettacolo sarà in scena fino al 19 novembre: per tutti i dettagli potete consultare il sito del Teatro Elfo Puccini, mentre noi… ci vediamo a Teatro!
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