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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Bérénice
Romeo Castellucci
   18 Apr 2024   |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
La Triennale di Milano ospita Romeo Castellucci, Grand Invité dell’Istituzione stessa per il triennio 2021-2024, con Bérénice, la tragedia di Jean Racine. Dopo il grande debutto francese, prima a Montpellier e poi al Théâtre de la Ville di Parigi, arriva il 4 aprile 2024 come prima nazionale a Milano, per poi giungere nell’autunno 2024 al LAC di Lugano e successivamente al Mercadante di Napoli.

Romeo Castellucci, regista teatrale e scenografo italiano, diplomato in Pittura e Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, fonda nel 1981 con Claudia Castellucci e Chiara Guidi la Societas Raffaello Sanzio, compagnia teatrale d’avanguardia che vede la loro pratica nella decostruzione dell’attore, della scena e del testo, nell'esasperazione del linguaggio, nella sperimentazione del testo letterario, nella rielaborazione della struttura, in cui gli archetipi, la voce e i segni diventano di notevole importanza. La voce non è più un veicolo di senso, non si ritrova imprigionata nella parola né è del tutto libera di significato: assume una forma precisa attraverso il come-intonazione più che il cosa-azione. Il testo quindi si struttura con parole scelte in base al suono, arcaico e solenne, per richiamare una certa prospettiva atemporale.

Bérénice è un monologo tratto dalla tragedia di Jean Racine del 1670, con una forte e ammaliante interpretazione dell’attrice francese Isabelle Huppert. Ogni elemento diviene fonte principale di espressione, dall’immagine, ai colori forti e sgargianti, sia nel buio che nella luce, alla musica, all’architettura, ai corpi muti e quelli che non cessano mai di parlare. Castellucci si interroga su numerosi aspetti della vita, dell’uomo, in particolare si chiede: di cosa siamo fatti? Collocandosi ai margini di un’agitazione cognitiva e visiva. Cosa ci spinge? E verso dove questo 'cosa' ci spinge? E così la scena si apre con un elenco su grande schermo della percentuale di ogni minerale presente nel nostro corpo, dal carbonio, all’idrogeno, all’azoto, al magnesio, ai meno conosciuti fino a giungere all’oro, senza rivelarne la componente inconscia che comprende le emozioni, i sentimenti, che ne fanno parte, che li alimentano, che li modificano e che si modificano essi stessi di conseguenza. Un’architettura teatrale fatta di pareti, luci, veli e spazi scenici che richiamano ai quadri di Goya e Gustave Doré, corpi nudi che si muovono in un ammasso sulla scena che richiamano allegoricamente alla vicenda di Tito e Antioco.

Bérénice è chiaro esempio del teatro di Castellucci, che vede protagonista indiscussa la multisensorialità, in cui tutti i linguaggi, lo spazio, la luce, il movimento, il suono concorrono alla creazione della scena. La voce di Isabelle Huppert accompagna quasi l’intero spettacolo attraverso un monologo che si sviluppa da un canto di parole dolci, belle, poetiche ad assumere sempre più un aspetto sonoro robotico, attraverso parole distorte dal voice decoder, parole insensate, parole vuote, parole che non sono più parole, suoni assordanti, metallici, forti, opprimenti, grida, asfissianti che viaggiano di pari passo a un corpo che perde sempre più il proprio aspetto umano, come se quei minerali prima contenuti in un corpo, avessero preso pieno controllo e avvolto totalmente il corpo stesso. Il suono e la luce sembrano scolpire la voce, darle una forma: il corpo diventa soggetto sottomesso al linguaggio, il quale, libero, lo deforma, fino a perdere anch’esso senso, e quindi si va verso la vita piena che sta nella sua stessa assenza.

"Ne me regardez pas. Ne me regardez pas. Ne me regardez pas. Ne me regardez pas!"
Sono frasi potenti, spezzanti, accusatorie, urlate da Huppert, di fronte alla quale il pubblico non sa cosa fare, non sa come rispondere: seguire il proprio ruolo da spettatore o ascoltare tale richiesta colma di rabbia, di disperazione, di paura, di angoscia, di sconforto che si spinge fino al limite dell’abisso oltre al quale c’è il nulla: il nulla nella pienezza della vita, e così si sente impotente. Allora forse è meglio tacere, tacere di fronte a tale essenza inesprimibile con il linguaggio, dove il 'ti amo' include anche il 'ti lascio', dove il suono diviene sostanza più della parola stessa. Allora forse è meglio tacere.



Info
Spettacolo in francese con sovratitoli in italiano. Disponibile traduzione in inglese

Crediti

liberamente ispirato a Bérénice di Jean Racine
un monologo con Isabelle Huppert
e con la partecipazione di Cheikh Kébé e Giovanni Manzo
e la presenza di dodici persone locali

concezione e regia: Romeo Castellucci
musica originale: Scott Gibbons
costumi: Iris Van Herpen
assistenza alla regia: Silvano Voltolina
traduzione e adattamento sovratitoli: Laura Artoni
direzione tecnica: Eugenio Resta
tecnici di palco: Andrei Benchea e Stefano Valandro
tecnico luci: Andrea Sanson
tecnico del suono: Claudio Tortorici
costumista: Chiara Venturini
ideazione trucco e acconciatura: Sylvie Cailler et Jocelyne Milazzo
sculture di scena e automazioni: Plastikart Studio Amoroso & Zimmermann

direttori di produzione: Benedetta Briglia, Marko Rankov
produzione e tour: Giulia Colla
organizzazione: Bruno Jacob, Leslie Perrin, Caterina Soranzo
contributo alla produzione: Gilda Biasini
equipe tecnica in sede: Lorenzo Camera, Carmen Castellucci, Francesca Di Serio, Gionni Gardini
stagista costumista: Madeleine Tessier
répétitrice movimenti: Serena Dibiase
répétitrice memoria: Agathe Vidal
amministrazione: Michela Medri, Elisa Bruno, Simona Barducci
consulenza economica: Massimiliano Coli
produttori esecutivi: Societas, Cesena ; Printemps des Comédiens / Cité du Théâtre Domaine d’O, Montpellier
co-produttori: Théâtre de La Ville Paris, France; Comédie de Genève, Switzerland; Les Théâtres de la Ville de Luxembourg; deSingel International Arts Center, Belgium; Festival Temporada Alta, Spain; Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Italy, Thalia Theater Hamburg, Germany; Onassis Culture - Athens, Greece; Triennale Milano, Italy; National Taichung Theater, Taiwan; Holland Festival, Netherlands; LAC Lugano Arte e Cultura, Switzerland; TAP - Théâtre Auditorium de Poitiers, France ; La Comédie de Clermont-Ferrand – Scène Nationale, France ; Théâtre national de Bretagne – Rennes, France ; Yanghua Theatre, China.

Con il sostegno della Fondation d’entreprise Hermès



- Margot Océane Boccia
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