IN RIPRODUZIONE

DA WEBCAM

ASCOLTACI!

LICENZA SIAE 202200000075 | LICENZA SCF 937/14 | C.F. 97703440152

© 2008-2024 POLI.RADIO | TUTTI I DIRITTI RISERVATI | Iniziativa realizzata con il contributo del POLITECNICO DI MILANO

Nascondi dock Mostra dock

Very Long Song Artist

Very Long Song Title

TRE SORELLE
L'ineffabilità della vita
   02 Mar 2024   |     Redazione   |     Arianna Mosconi   |     permalink   |      commenti
Alla Triennale di Milano si è esibita la compagnia MUTA IMAGO, portando lo spettacolo “Tre Sorelle”, con un cast e una produzione eccezionale. Il testo è una delle opere più famose di Anton Čechov, la regia è Claudia Sorace, la drammaturgia e suono sono di Riccardo Fazi, sul palco Federica Dordei, Monica Piseddu, Arianna Pozzoli, le musiche originali eseguite dal vivo sono di Lorenzo Tomio, il disegno delle scene è di Paola Villani, la direzione tecnica e disegno luci è di Maria Elena Fusacchia e i costumi di Fiamma Benvignati.

Il teatro contemporaneo può disorientare, ci sono moltissimi elementi che si intersecano tra loro oltre alla parola e al corpo: nel nostro caso, gli effetti di luce e il sound scelto per la performance sono veri e propri personaggi che creano e permettono l’evolversi delle scene, come avessero anche loro delle battute.

In tutta la drammaturgia del maestro russo ci sono tematiche quali l’insoddisfazione dell’essere umano, la tristezza e la solitudine, la rassegnazione, ma in quest’opera c’è qualcosa di ancora più tormentato. “Perché ricordare?” - si chiedono i personaggi in scena - “Qual è il mio scopo?”, “Perché sono qui? Perché non me ne vado via?”.
L’inesattezza della vita, il non capire perché certe cose accadono o perché ci troviamo in situazioni che non possono essere modificate, porta le tre sorelle orfane a vivere in costante sofferenza, facendo scivolare la vita addosso senza mai viverla davvero.

La sensazione disarmante che è intrinseca nel storia di Čechov viene esplosa grazie a un’espressione di luce e suoni che riempie gli occhi e le orecchie di chi guarda, abbracciando il pubblico come una bolla sensoriale.
«Nella nostra riscrittura, - scrivono Claudia Sorace e Riccardo Fazi nelle note di regia - le parole pronunciate in scena saranno solo quelle di Cechov: è stato incredibile scoprire come tutto fosse già contenuto nel testo originale. Si è trattato piuttosto di togliere, di sottoporre il materiale a un lento procedimento alchemico di condensazione e colatura, che alla fine ha fatto restare l'essenziale.».
Una scoperta incredibile è stato l’uso del sound design, di accuratezza ed eleganza impeccabili. Lorenzo Tomio creava dei suoni durante la pièce, li campionava, e poi creava una colonna sonora per scena: tutto live, tutto davanti agli spettatori e alle spettatrici. Un modo ingegnoso e molto pratico per mantenere la bellezza del teatro in diretta anche per il senso del suono, non solo quello della vista.

Uno spettacolo disarmante, che coglie il pubblico in diversi punti, e tiene viva l’attenzione sia attraverso gli occhi, sia attraverso le orecchie e il cuore.

Per saperne di più potete consultare il sito di Triennale Milano, mentre noi… ci vediamo a Teatro!
cechov, performace, suoni, teatro, triennale