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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

La locandiera
un omaggio a Goldoni e a Massimo Castri
   26 Feb 2024   |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Antonio Latella, regista, drammaturga e pedagogo italiano, dirige uno tra i testi più rappresentati della scena italiana: 'La Locandiera'. Goldoni, come Latella, con questo testo scardina meccanismi intrinseci dell'animo umano, eleva la donna dalla posizione di 'servitrice dei suoi clienti' a quella di 'annientatrice dell'aristocrazia' riuscendo ad allontanare e rifiutare le dolci e incessanti richieste d'amore di un cavaliere, un conte e un marchese.

La scelta finale di avere suo servitore come marito, senza neanche un confronto precedente, è prova della sua forza, determinazione, libertà. Tale matrimonio, risultato di un attento calcolo, andrebbe a favore della servitù, dei commercianti e degli artisti, nascondendo però un mondo di interessi e di paure varie per evitare di affrontare l'amore vero, puro, che il più delle volte spaventa e limita la propria libertà.

La locanda si fa simbolo di finzione, o di rivoluzione, in cui né i personaggi al suo interno né lo spettatore riesce a comprendere chiaramente il limite tra un desiderio puro e un’azione conveniente a sé, tra il motivo di una certa decisione e l’altra. Relazioni, sotterfugi, incontri spiazzanti nascono e si evolvono in questa locanda piena di vite contrastanti, in cui l’apparenza diventa elemento rilevante: una locandiera bella, forte, apparentemente sicura di sé, che finge amore e turbamento verso il suo ultimo cliente, per umiliarlo e vendicarsi; un marchese senza un soldo che finge di poter offrire protezione a chi ne ha bisogno, un uomo arricchito, bizzarro e alquanto volgare si finge conte perché ha quattrini per comprare la contea, senza considerare che la classe, invece, non si compra. Un cavaliere fragile e colmo di bisogno d’amore, si mostra scontroso e sprezzante verso tutte le donne, un servo profondamente innamorato della sua locandiera si finge disinteressato, mostrandosi indifferente e distanziato, nonostante tenti di allontanare gli uomini da lei e farsi valere ai suoi occhi, e infine due donne attrici che si fingono nobildonne per approfittare dei beni dell'aristocrazia.

In scena vediamo muoversi personaggi estremamente umani, cui trascorsi hanno generato loro preoccupazioni e paure tali da agire in un determinato modo, portando loro alla propria distruzione, alla perdita di quel che si desiderava più di tutto, alla negazione dell’altro e di sé come conseguenza di turbamenti interni contrastanti. Come in un duello, le distanze tra i personaggi aumentano e diminuiscono in modo strategico, ognuno consapevole del proprio potenziale sull’altro, arrivando alla conclusione di scegliere di negare il vero amore pur di seguire il buon senso e i valori sociali. Qual è il risultato finale? Mirandolina ha finalmente un marito ora, ma non un uomo, eppure sposare il suo servitore le permetterebbe di evitare il gioco dell'amore che avrebbe rischiato di travolgerla.
Dove si arriva quindi? Alla vittoria di Mirandolina o al suo fallimento, alla caduta nella sua perpetua solitudine?

In scena, Sonia Bergamasco nei panni di Mirandolina, molto diversa dalla tradizionale. Latella, con questa messa in scena, vuole riprendere i valori Goldoniani che ai suoi occhi sono stati sottovalutati attraverso un ridimensionamento della storia e delle caratteristiche dei personaggi, cadendo nella banalità di un femminile già conosciuto che, attraverso il gioco della seduzione, ogni uomo si aspetta e spera di incontrare. Latella, invece, vuole rendere omaggio al maestro della scena italiana che, con Goldoni, ha saputo riscrivere parte della storia italiana: Massimo Castri, attraverso un’operazione culturale e civile della storia.


Durata: 150’ incluso intervallo

La Locandina

La locandiera
di Carlo Goldoni
regia Antonio Latella
con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa

dramaturgia
Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Graziella Pepe
musiche e suono Franco Visioli
luci Simone De Angelis
assistente alla regia Marco Corsucci
assistente alla regia volontario Giammarco Pignatiello
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
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