IN RIPRODUZIONE

DA WEBCAM

ASCOLTACI!

LICENZA SIAE 202200000075 | LICENZA SCF 937/14 | C.F. 97703440152

© 2008-2024 POLI.RADIO | TUTTI I DIRITTI RISERVATI | Iniziativa realizzata con il contributo del POLITECNICO DI MILANO

Nascondi dock Mostra dock

Very Long Song Artist

Very Long Song Title

ETERNO MARITO
la quarta parete non esiste più
   12 Feb 2024   |     Redazione   |     Arianna Mosconi   |     permalink   |      commenti
Al Teatro Franco Parenti in sala A, c’è uno spettacolo complesso ed eclettico: “L’eterno Marito”. L’opera è scritta da Fëdor Dostoevskij, che in questa interpretazione vede il libero adattamento Davide Carnevali, la regia di Claudio Autelli e in scena Ciro Masella e Francesco Villano, in video Sofija Zobina e Lia Fedetto. Nelle repliche previste nelle date milanesi sono presenti anche Luca Gerilli e Simone Laviola come comparse.

Già dalla presentazione degli artisti partecipanti si intuisce che la scena non è solo teatrale: il pubblico è colpito da un alternarsi di azioni sul palco e riprese cinematografiche. Tecniche di cinema e teatro, seppure legate naturalmente dalla stessa anima, sono - ad avviso di chi scrive - molto difficili da far collimare.
Gli attori in scena, in questo caso, sono prevalentemente concentrati sulla pièce a teatro. Quando però si vuole far emergere un “dietro le quinte” della storia, un'ambientazione completamente diversa o un finale a sorpresa, ecco che gli stessi attori prendono una camera e la utilizzano, live in alcuni casi e registrata in altri, mostrando sul fondo del palco finestre di storia con forme e immagini completamente inaspettate.
Chi guarda vede contemporaneamente Teatro, Cinema e Realta’, e a volte si trova immerso nella storia stessa, senza piu’ distinguere se cio’ che sta vivendo sia teatro, cinema o realta’.

Questa triade di percezioni è sicuramente dovuta ad un’ottima scenografia, ma soprattutto al lavoro minuzioso e preciso del regista Autelli che, come a studiare ogni messaggio della narrazione, vuole riportare in figura ciò che viene celato nelle parole dello scrittore russo. L’inizio e la fine sono quelli di un film, con riprese di paesaggi che passano e titoli di coda.

Come spesso accade per le opere russe, ma non solo, lo scopo finale e il pensiero nascosto è estremamente attuale. I due - magistrali - Masella e Villano rappresentano due tipologie di attori del passato molto radicate: quello folle e pazzoide in contrasto con quello impostato che vive di pura tecnica. Nessuno dei due dà spazio ai giovani, alle nuove creazioni, o allo scoprire nuovi modi di comunicazione, senza ammettere mai che è passata la loro epoca.
Un messaggio forte, profondo, che cela in sé la debolezza e l’insicurezza di una vita di fama e gloria, sempre a rincorrere qualcosa che, nel caso non venga raggiunta, lascia un vuoto incolmabile poiché non consolabile dalle nuove generazioni.

Per saperne di più non vi resta che consultare il sito delTeatro Franco Parenti o andare a vedere direttamente lo spettacolo, mentre noi… ci vediamo a Teatro!
attori, cinema, dostoevskij, malinconia, teatro