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Ho paura torero
storia di una Fata
   16 Gen 2024   |     Redazione   |     Laura Casella   |     permalink   |      commenti
Allo storico Piccolo - Grassi di Milano, sotto la regia del direttore del teatro Claudio Longhi, ha debuttato lo spettacolo “Ho paura torero” che porta in scena il romanzo di un’icona della letteratura queer e pop camp sudamericana: Pedro Lemebel.

Catapultati nella Santiago (Cile) del 1986, ci viene raccontata la storia della Fata dell’angolo, un inguaribile romantico uomo travestito, interpretato da una nuova sfaccettatura dell'eclettico Lino Guanciale.

Il dramma amoroso della protagonista, che ha perso la testa per il giovane Carlos, un militante del Fronte patriottico Rodriguez, è immerso nei fatti di cronaca del periodo della dittatura di Augusto Pinochet. Manifestazioni, sommosse popolari, pattugliamenti, spesso comunicati da una radio che alterna la trasmissione di notizie terribili a canzoni melodiche popolari, quelle su cui si sintonizza la Fata per permettersi di sognare e fantasticare sul suo amore impossibile.

A tutto ciò, si contrappone la rappresentazione della vita di coppia del dittatore e della petulante moglie Doña Lucía che smorzano il tono della storia, regalandoci sketch di comicità paragonabili ad alcune fiction televisive.

Se le scene legate al popolo, vengono ambientate ad un livello base tra platea e palcoscenico, quelle relative alla classe dirigente occupano piani sopraelevati, come a sottolineare il loro potere e il grado di superiorità rispetto alla gente comune, con un particolare e accentuato disprezzo per le categorie di omosessuali, transessuali e travestiti.

La narrazione prosegue senza particolari definizioni temporali in un alternarsi di personaggi e scenografie che cambiano con un ritmo incalzante per donare dinamicità alle tre ore di spettacolo. Solo quando gli attori iniziano a scandire l’ora e il minuto di ciò che sta succedendo, si inizia a presagire l’arrivo di una “bomba” che in questo caso si rivela essere l’attentato al dittatore (7 settembre 1986), unico momento in cui si scontrano le due realtà descritte e che altrimenti avrebbero viaggiato su binari paralleli.

E’ curioso notare come ogni personaggio parlasse di sé in terza persona quando non interagiva con qualcuno sul palco. Un po’ come per trasmettere al pubblico i ragionamenti e le consapevolezze maturate da loro stessi, mentre osservano la vicenda da un punto di vista più esterno.

Nota di menzione va alle amiche della Fata, o meglio dire le sue “sorelle”: curiose e un po’ bizzarre donne travestite che hanno accolto la protagonista per quello che era davvero, aiutandola (e talvolta stuzzicandola) con l’amore che nessuno le aveva mai dato.

Una storia che coinvolge e attraversa tantissime emozioni e che con leggerezza parla di una realtà ben poco conosciuta, soprattutto in Italia. “Ho paura torero” animerà le serate del teatro Piccolo Grassi fino all’11 febbraio, per circa un mese intero. Nonostante ciò, le date son già tutte sold out, e nella speranza che possano uscire nuove date, non ci rimane che recuperare il libro di Lemebel, per permetterci di cogliere poi tutte le sfumature della storia
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