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Il Compleanno
Harold Pinter
   13 Nov 2023   |     Redazione   |     Margot Boccia   |     permalink   |      commenti
Il Teatro Menotti ospita per la seconda volta l’opera teatrale Il Compleanno di Harold Pinter con la regia di Peter Stein, dal 9 al 19 novembre 2023.

Il Compleanno, testo scritto nel 1957 da Harold Pinter, viene messo in scena per la prima volta nel 1958 da Peter Wood all’Arts Theatre di Cambridge, ed è tra gli scritti di Pinter più rappresentati e apprezzati dalla scena del teatro inglese della metà degli anni ‘50. Pinter, attore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore e poeta britannico, fu annoverato tra i maggiori esponenti del teatro dell’assurdo. In questa pièce risulta evidente l'eco di Beckett o di Ionesco, in cui dialoghi ripetitivi, insensati e serrati sono capaci alle volte di suscitare un sorriso nonostante il tragico all'interno del dramma, e fungono da arma tagliente per riempire il silenzio disagiante e colpire l'altro per salvaguardare la propria individualità.

La vicenda del Compleanno, come gran parte delle opere di Pinter, porta con sé temi come la paura, il pregiudizio, l’intolleranza e la frustrazione umana. Un forte disagio psico-fisico muove ogni personaggio, immerso in una realtà che si è costruito per proteggersi dal mondo esterno, nella quale un evento inaspettato può sopraggiungere in ogni istante, rompendo quel fragile equilibrio che ognuno di essi si era creato. I personaggi, sentendosi perennemente minacciati, nascondono la propria vulnerabilità, agiscono d’istinto, e cercano sempre, in modo più o meno esplicito, di dominare e sconfiggere l’altro per tutelarsi.

Peter Stein, regista teatrale tedesco, è tra i principali artefici del teatro europeo della seconda metà del Novecento. Apporta alla scena teatrale elementi innovativi di ricerca in cui l’espressione artistica, la funzione critica e sociale del teatro ed elementi quali la politica, la provocazione, l’ambiguità, sono centrali nelle sue opere, attraverso una nuova visione sul lavoro dell’attore, dello spazio scenico, dei tempi e della messa in scena. Peter Stein sceglie di preservare il testo originale, con la traduzione di Alessandro Serra, rappresentandolo attraverso uno sguardo ironico verso la mediocrità umana che si agita per via di un banale evento inatteso, che esaspera situazioni percepibili esteriormente come normali e usuali. Stein, attraverso una messa in scena tagliente e realistica, gioca sulle convenzioni di genere, sulle stravaganti paure umane, sulle relazioni convenzionali, sulla solitudine dell’individuo, claustrofobico in una società claustrofobica e limitata, seppur credendosi, o meglio, autoconvincendosi di essere libero. Discorsi infiniti e logorroici riempiono le loro conversazioni, che sfociano nell’insensato, tanto per riempire il silenzio o per spegnere le proprie angosce attraverso parole non pensate in risposta a discorsi non ascoltati, mentre il silenzio si rivela essere minaccioso, da evitare, troppo imponente e spiacevole per colmare un solo secondo di tempo: il vuoto.

I personaggi sono rigorosamente british, a partire dal latte con i corn flakes, dal tè col latte e dal pane fritto al mattino, ai modi di dire bizzarri, all’assurdità dei dialoghi pur sempre contenuti dalla concretezza di Peter Stein, che spoglia la pièce da quella consueta retorica dell’assurdo.

Il Compleanno si apre con una situazione apparentemente quotidiana che si stravolge man mano in modo tragicomico, portando a galla quella condizione di disagio che vive in ogni individuo. I legami relazionali che muovono i personaggi si comprendono gradualmente con il decorso della vicenda, come anche le loro paure e stranezze che cercano di celare attraverso un certo portamento, determinati abiti e una certa eloquenza. In scena c’è una coppia di sessantenni: Meg (Maddalena Crippa), una casalinga brianzola, affittacamere di una gestione vicino al mare, sposata con Petey (Fernando Maraghini), un marito silenzioso, ben gestito e controllato dalla moglie attenta a ogni sua necessità, entrambi immersi in un rituale quotidiano in cui la colazione è sempre la stessa e soprattutto sempre perfetta, non si sa se realmente o convenzionalmente. In questa pensione vive un solo ospite da circa un anno, Stanley (Alessandro Averone), giovane pianista, o forse no, ma poco importa, depresso cronico, disadattato, che arriva da 'un altro posto', che vuole ormai partire altrove, in un luogo indefinito, dato che, secondo lui, non importa il posto in sé, bensì l'andare altrove: dove? Non si sa, ma sicuramente altrove; forse tornare a casa sarebbe giusto, dice Stanley, perché solo quando si perdono certe cose allora si comincia ad apprezzarle veramente. Alle volte in questa casa sbarca Lulu (Emilia Scatigno), una giovane amica di Meg, l’unica che sembra riuscire a conversare propriamente con Stanley, allontanandolo dalle sue continue alienazioni che lo travolgono giornalmente. L’evento che rovinerà l’equilibrio, o che porterà vita e cambiamento alla situazione monotona e apparentemente perfetta creatasi da tempo, a seconda del punto di vista, sarà l'improvviso irrompere di due signori in giacca e cravatta, alquanto loschi e ambigui: Goldberg (Gianluigi Fogacci) e Mc Cann (Alessandro Sampaoli), ospiti della pensione. Stanley e i due uomini sembrano conoscersi, ma nulla viene esplicitato: è tutto lasciato alle ipotetiche deduzioni che si possono trarre dai dialoghi e dalle reazioni che ognuno ha in risposta agli eventi che si devolvono sulla scena. Essendo il compleanno di Stanley, si decide di dar luogo a una festa, che sarà piuttosto un pretesto per fare qualcosa, un'occasione di nuove sfide e conflitti. La festa, voluta da tutti tranne che dal festeggiato, si rivela essere complice d'alcool, di giochi e battute inappropriate, violente, a sfondo sessuale, con sfumature pedofile tra Lulu e Goldberg. Tutto ciò porterà a distruggere completamente l'illusoria tranquillità che si era creata precedentemente, apportando grandi cambiamenti alla vita di ognuno di loro e un finale amaro e non indifferente chiuderà la scena, lasciando il pubblico piuttosto sorpreso e disorientato.

Nel mezzo di queste macchinazioni reali o immaginarie, in questi rituali abituali, in queste 'frasi dette', Stanley è l’unico che sembra ribellarsi all’ipocrisia che lo circonda: affetto da presbiopia, trasandato, in pigiama, collerico, con comportamenti infantili, si presenta molto scorbutico e pavido nei confronti di Meg, odia la sua colazione di cui lei stessa va molto fiera e per di più ritenuta perfetta dal marito. I sorrisi e le risate di ognuno nascondono un grande malessere interiore, un’incoerenza di fondo, la noia che li stravolge, le paure che fanno riemergere i ricordi di un passato angosciante ancora tutto da affrontare.


"I 63 anni che sono passati dalla creazione del “Compleanno” di Harold Pinter non hanno tolto niente del suo effetto enigmatico ed inquietante.
Un tipo perdente con un passato non molto chiaro è raggiunto da questo passato, messo sotto terrore e con forza cambiato in un uomo che segue rigorosamente le regole ferree della vita quotidiana.
L’atmosfera di una minaccia continua non smette mai – come nella vita di tutti noi – di dominare qualsiasi azione, La domanda: chi siamo noi? Alla quale non possiamo mai rispondere perché una falsa o oscura memoria si mischia con la nostra voglia di metterci in scena, sta al centro di questo compleanno d’orrore."
- Peter Stein



Produzione Tieffe Teatro Milano

Di Harold Pinter 
Traduzione di Alessandra Serra 
Regia di Peter Stein
Assistente alla regia Carlo Bellamio
Scene Ferdinand Woegerbauer
Costumi Anna Maria Heinreich
Luci Andrea Violato
Assistente alla produzione Cecilia Negro

Cast:

MEG Maddalena Crippa
STANLEY Alessandro Averone
GOLDBERG Gianluigi Fogacci
PETEY Fernando Maraghini
MC CANN Alessandro Sampaoli
LULU Emilia Scatigno


Durata: 100 minuti I e II atto – 15 minuti intervallo – 30 minuti III atto
Dove: Teatro Menotti, Via Ciro Menotti 11, Milano
Quando: dal 9 al 19 Novembre 2023
- Dal lunedì al sabato: ore 20.00
- Domenica: ore 16.30

Email: biglietteria@teatromenotti.org



- Articolo di Margot Océane Boccia
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