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Revolutionary Road
Storia di un amore e del vuoto disperato che lo attenaglia
   16 Gen 2023   |     Redazione   |     Laura Casella   |     permalink   |      commenti
Tratto dall’omonimo romanzo di Richard Yates del 1961, il regista Fabrizio Visconti porta in scena Revolutionary Road; una drammatica storia di una coppia americana degli anni cinquanta, ospitata dallo storico Teatro Litta fino al 22 di Gennaio

Frank e April Wheeler, giovani sposi, si scontrano ripetutamente tra sogni, amore e realtà; trovandosi ad accettare compromessi che, sempre più in crescendo, scalfiranno il loro animo.

La trama si aggira tutta su una scelta: continuare a vivere in un’anonima casa, di un’anonima città, facendo un anonimo lavoro o rendere la propria vita elettrizzante trasferendosi a Parigi per sempre. È da questo sogno che il loro matrimonio, ormai agli sgoccioli, si rianima e torna ad essere emozionante per entrambi i coniugi Wheeler.

Sul palco, tuttavia, appaiono tre personaggi; oltre alla coppia troviamo infatti un terzo elemento che funge come da “jolly”. Questo, esordisce come voce narrante, per poi intercalarsi nei vari personaggi con cui si interfacciano i protagonisti nelle varie scene, arrivando ad impersonificare perfino la loro stessa voce interiore.

Una curiosa scelta stilistica che può inizialmente confondere lo spettatore il quale, una volta comprese le dinamiche, non può fare a meno di apprezzarne la dinamicità che provoca alla narrazione.

Lo spazio di recitazione è suddiviso da oggetti di scena che determinano principalmente un ambiente interno: la loro casa ed uno esterno che si configura in strada, auto, camerino di un locale a seconda dell’esigenza.

Interessante come, seppur ambientate in un diverso continente durante un periodo storico passato, le tematiche affrontate risultino comunque attuali e coinvolgenti. Ci viene, infatti, descritto come le ambizioni e i sogni di ciascuno vengano messi costantemente a dura prova dalla realtà di tutti i giorni e da ciò emerge il significato recondito di quest’opera teatrale. Sono gli esseri umani che si costruiscono le loro barriere mentali e, spesso, l’unico ostacolo alla propria felicità sono loro stessi. Ogni scelta condizionerà ed influenzerà i percorsi di coloro che li affiancano, talvolta accentuando quella sensazione che uno dei personaggi definisce come “un vuoto disperato”, che carica di responsabilità fino ad opprimere la propria identità.

“Sai che se vuoi fare qualcosa di vero, alla fine, è una cosa che va fatta da soli”

Revolutionary Road


*Articolo scritto in collaborazione con Lorenzo Biasiolo
amore, drammaturgia, scelte, teatrolitta, vuotodisperato