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NORA
- Festival "Presente Indicativo" pt. 5
   26 Mag 2022   |     Redazione   |     Arianna Mosconi   |     permalink   |      commenti
Siamo tornati al Festival Presente Indicativo del Piccolo Teatro di Milano, che prosegue con i suoi 25 spettacoli, e gli eventi extra-teatro, senza sosta. Dal Teatro Grassi questa volta viaggiamo in Grecia con lo spettacolo “NORA”, di Henrik Ibsen, con la traduzione, adattamento, regia e scene del celebre Theodoros Terzopoulos.

Henrik Ibsen fu un drammaturgo norvegese di fine 800, le sue vicende quindi sono ambientate in quell’epoca. Nel 1879 ad Amalfi scrisse l’opera la "Casa di bambola", da cui è estrapolato questo spettacolo che vede in scena solo tre personaggi – Nora, Torvald e Krogstad – tutti vestiti di nero, e come loro cornice una semplice scenografia.
Ma niente è semplice, o lasciato al caso in “Nora”. La cura al dettaglio in ogni singola forma d’arte eseguita sul palco è strabiliante.

I “soli” 3 attori mettetono in scena una vera e propria tragedia nella loro relazione triangolare, che li porterà alla perdita di tutto ciò che hanno. La storia della trama è molto semplice. Nora e Torvald, alias Sophia Hill e Antonis Myriagkos, sono sposati e hanno 3 figli. Lui è diventato da poco direttore di una banca e - come società comanda - ha una moglie, che, essendo molto bella, può sfoggiare alle feste che esegue tutto quello che lui vuole senza nemmeno domandarsi se sia giusto o meno. Tasos Dimas interpreta invece Krogstad, uomo d’affari caduto in rovina, che attravero un ricatto a Nora vuole riconquistare la sua posizione sociale.

Sono la rappresentazione, l’interpretazione e soprattutto l’espressività - che rispecchia una tecnica recitativa fuori dal comune - che rendono vivi e passionali i personaggi. Il testo non viene solo raccontato attraverso le parole, ma raggiunge il pubblico grazie alla fisicità estrema degli attori. L’orecchio è teso a comprendere il testo, ma tutti gli altri sensi percepiscono contemporaneamente altri spunti, altre prospettive della storia, che stravolgono e caricano di significato la drammaturgia.

I costumi dei tre personaggi sono neri, semplici, minimali, la stessa impressione che sembra dare la scenografia: un muro di pannelli girevoli fa da sfondo alla vicenda, che muovendosi mostra il susseguirsi dei lati neri e bianchi. Questo semplice meccanismo da alla scena un continuo movimento persistente, permettendo agli attori di “entrare e uscire di scena” senza mai andare dietro le quinte. I pannelli ballano a ritmo di musica, girano e vengono bloccati modificando ogni volta il ritmo della scena.

Il regista descrive la sua opera come “una battaglia tra l’io strutturato, terrorizzato, e il vero sé, strangolato, che lotta per respirare. E nel momento in cui prende fiato si imbatte nel vuoto, nel baratro di un’esistenza che tende sciolta verso l’assoluto del compimento del senso dell’essere propriamente umano.”. E nella conclusione della vicenda è questo che emergerà dalle ceneri della guerra sul palcoscenico: Nora prenderà coscienza di chi è davvero, e nonostante il riccatto si risolva, abbandorà il marito manipolatore, riscoprendo finalmente sè stessa.

La presa di coscienza della protagonista le permette di rinascere nel momento in cui si lascia alle spalle tutte le convenzioni sociali e limitanti che operano sul ruolo di “figlia-moglie-madre”: sul palco una meravigliosa metamorsi la vede in fine come Donna.
Lo spettacolo di fine 800 racconta e mostra problemi e tematiche quanto mai attuali, visualizzate sul palco in modo chiaro, diretto, violento.

Altre informazioni sull’esuberante spettacolo potete trovarle qui: https://www.piccoloteatro.org/it/2021-2022/nora

Ci vediamo a Teatro!
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