Antonio Rezza e Flavia Mastrella tornano al Piccolo Teatro di Milano con Metadietro.
Sulla scena sarà l’attore Daniele Cavaioli ad affiancarlo: una dialettica e un corpo che porterà il pubblico a ridere, applaudire, sorridere. Alcuni entrano in scena, altri guardano, ma tutti partecipano, immersi in uno spazio virtuale che alla fine lascia un senso di consapevole amarezza: una realtà contraddittoria, che va verso un vuoto, fino alla scomparsa dell’eroe.
C’è un punto da cui si guarda e un punto da cui si è guardati.
E nel mezzo, forse, c’è Metadietro.
Lo spettacolo, in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 21 al 26 ottobre, trascina in un viaggio sospeso tra mare e spazio, tra realtà e immaginazione, tra la luce lunare e il buio amniotico in cui ogni idea nasce e affoga.
Il titolo nasce come un gioco sonoro, da quell’eco di qualcuno che "mi vede da dietro": un punto da cui osservare il mondo capovolto, dove chi guarda e chi è guardato si scambiano di posto. L’allusione al metaverso è inevitabile, ma nel teatro di Rezza e Mastrella il suono genera senso più della spiegazione. Dalle parole scaturiscono molteplici significati, lettere che si rincorrono e si deformano fino a creare divergenze di senso. Dietro l’ironia resta una visione precisa, che non va esplicitata né interpretata, ma colta attraverso la percezione di chi osserva.
Non si tratta di entrare in confidenza con gli altri, ma di mantenere la distanza per non confondersi. Così il loro teatro diventa un luogo di resistenza al già visto.
Lo spettacolo si apre come un viaggio senza meta precisa: un continuo ammutinamento.
La scena, firmata da Flavia Mastrella, è una struttura bianca, ecopolemica, a forma di pentagono, attraversata da specchi e colori iridescenti: un habitat che riflette tutto e nulla, un contenitore del possibile. Una nave e al tempo stesso un ventre materno, un luogo sospeso dove le idee affogano se non tengono conto dello spazio che le contiene.
Da questa visione nasce quella che Flavia Mastrella definisce la sua teoria della luna. La luna appare sempre nei momenti di passaggio: nei tempi incerti, in equilibrio tra luce e ombra. Lontana, illumina tutti mentre li osserva silenziosamente. Come lo spazio scenico, riflette ciò che la colpisce, ma non appartiene a nessuno. In questo equilibrio tra leggerezza e gravità, Mastrella costruisce un universo di riflessi, mentre gli attori lo abitano: immagini e suoni che disegnano la geografia dell’uomo contemporaneo immerso in un'epoca decadente.
Un uomo che ha smesso di essere eroe.
La scomparsa dell’eroe diventa la prova della decadenza di una società in cui non esiste più chi si sacrifica, chi guida, chi tenta. Restano corpi inermi che credono di creare attraverso una tecnologia che in realtà annulla il loro fare, offrendo solo l’illusione di capacità che non possiedono. Ci si sente bravo in ciò che non si sa fare, affidandosi non al proprio sapere ma a ciò che la macchina impone.
Rezza Mastrella è la prova che la creazione nasce oltre il convenzionale. Il loro è un teatro che si costruisce e si consuma nell’istante stesso in cui accade, un linguaggio fatto di intuizioni, distanze e collisioni. Il loro pensare è tanto diverso che rende il loro lavoro sfaccettato, vivo, irripetibile.
Come dice Rezza, il suo andare, sulla scena e nella vita, è spinto dalla vitalità di un corpo che ancora si muove:
"Finché il corpo si muove, lo faccio muovere. Non so in che direzione vada, ma almeno così ritardo il decubito, resisto al catetere dell’abitudine. Ritardo il decubito, non il catetere. È importante specificarlo".
Nel silenzio finale, il vuoto: "Il silenzio è il disprezzo verso chi ormai si è abituato. Non è una forma di intimità".
E forse, proprio lì, dietro quel confine, inizia il vero spazio del loro teatro.
La Locandina
Metadietro
di Flavia Mastrella e Antonio Rezza
con Antonio Rezza
e con Daniele Cavaioli
habitat Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione Massimo Camilli
light design Alice Mollica
voci fuori campo Noemi Pirastru e Mauro Ranucci
montaggio traccia sonora Barbara Faonio
mix traccia sonora Stefano Falcone
macchinista Eughenij Razzeca
organizzazione generale Tamara Viola, Stefania Saltarelli
metalli Cisall
foto Flavia Mastrella, Annalisa Gonnella, Giulio Mazzi
ufficio stampa Artinconnessione
produzione La Fabbrica dell’Attore - Teatro Vascello - Rezza Mastrella
Durata: 1 ora e 40 minuti senza intervallo
Articolo di Margot Océane
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