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Matteo Virelli
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Quella volta in cui abbiamo incontrato Phra dei Crookers

Dopo aver offerto ad un centinaio di persone prosecco e involtini al cinese (come promesso nel pezzo “Afrotutto”, cogliendo l’occasione anche per girare il video di “Animalier”),
dopo aver fatto un giro su un Apecar, aver suonato a diverse feste, aver fatto un pezzo in parco Sempione con i Selton e aver fatto ascoltare ad alcuni fortunati il pezzo “Costa Rica” (bastava suonare il citofono in via De Sanctis 12 a Milano, e a rispondere era direttamente il nuovo pezzo con Guè),
Francesco Barbaglia, in arte Phra, ha riempito i Magazzini Generali al ritmo di Quello dopo quello prima - e noi siamo andati a trovarlo.
Chi segue le avventure di Phra sa già che fino a poco tempo fa i suoi spostamenti internazionali lo portavano ad avere una media di circa 200 voli l’anno, ottenendo probabilmente il titolo di pilota ad honorem oltre alle miglia e che adesso si è trasferito ufficialmente a Milano e a detta sua (e delle sue Instagram stories) lo si può trovare in giro in bici per i navigli.
Quando guadagni con i social

Ti ha sfiorato l'idea che l'immagine del tuo gattino, immortalato e postato su Facebook, possa avere un valore?
Ebbene sì: ogni post pubblicato, ogni video condiviso - da quello di Gerry Scotti che distrugge il bancone di Striscia la Notizia a quello di “centodigiotto” - ognuno di questi contenuti vale delle monetine. Perché?
Semplice! Tutto quello che facciamo sui social viene visualizzato dai nostri amici e conoscenti: quando crediamo di limitarci a postare la foto del nostro gattino, che abilmente gioca a nascondersi dietro a tende e divani, stiamo, in realtà, informando i nostri contatti di come procede la nostra giornata (o meglio, quella dell'inconsapevole gattino); quando invece, andiamo a pubblicare un link che rimanda ad un prodotto, chiedendo consiglio ai nostri amici virtuali, stiamo “sponsorizzando” l’azienda che produce quell'oggetto.
Guida galattica per turisti improvvisati nella capitale ungherese

Un ponte maestoso che passa sopra le acque, luci che imperversano tutt'intorno a voi, un gelido vento invernale che vi sferza il viso. No, non siete a Brooklyn, siete a Budapest, e ve ne accorgerete ben presto constatando la totale mancanza di vita intorno a voi.