Nel cuore dell’Agorà del MUDEC, spazio che sembra già evocare il moto delle onde con le sue forme sinuose, prende vita l’installazione monumentale di Adrian Paci, intitolata "Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo". A partire dal 27 novembre 2024, questa straordinaria opera trasformerà le grandi vetrate in un affresco liquido, dove il mare – protagonista silenzioso di tante storie tragiche – si racconta attraverso i frammenti di immagini granulose, tratte dai giornali.
Un mare che riflette storie e silenzi
Il progetto, curato da Sara Rizzo e Katya Inozemtseva, si presenta come un’enorme superficie blu-verde che avvolge lo spettatore. Non si tratta di un paesaggio idilliaco, ma di un mare politico, un mosaico di 250 frammenti di cronache di naufragi. Ingranditi e scomposti, i dettagli acquatici delle immagini giornalistiche perdono il loro contesto tragico per assumere una qualità poetica, diventando allo stesso tempo specchi dell’esperienza umana e finestre su un mondo di attese, paure e desideri.
Paci non rappresenta la tragedia in modo esplicito. Non ci sono corpi, né barche, né salvati o sommersi. Il mare, così evocativo e ambivalente, è tutto ciò che resta: un confine liquido che separa e unisce, un testimone silenzioso di chi cerca una nuova possibilità.
“Il mio lavoro non è sul tema dell’immigrazione”, sottolinea l’artista. “Non credo all’arte su qualcosa, ma all’arte che nasce da un incontro, da un attraversamento.” Ed è proprio l’idea dell’attraversamento – fisico e simbolico – a guidare il suo intervento al MUDEC.
Paci, che ha vissuto in prima persona l’esperienza del viaggio e dell’esilio, non racconta solo di migrazioni, ma di tutte quelle transizioni che segnano l’individuo e la società. Il mare diventa qui un luogo di memoria e di riflessione, dove il passato e il futuro si intrecciano in un presente denso di significati.
L’installazione è stata paragonata ai grandi panorami circolari del XIX secolo, ma con una differenza sostanziale: non ritrae paesaggi reali, bensì uno spazio simbolico e collettivo. Gli azzurri e i verdi che tingono le vetrate dell’Agorà invitano il pubblico a immergersi in un ambiente che è insieme delicato e tragico.
La Direttrice del MUDEC, Marina Pugliese, descrive l’opera come una riflessione sulla fragilità umana e sull’incapacità dei media di restituire il vero peso delle esperienze di chi attraversa i mari. Questo lavoro, carico di poesia e dolore, si inserisce nel tema della mostra "Travelogue. Storie di viaggi, migrazioni e diaspore", prevista per il 2025, anticipandone i temi e preparando il pubblico a un dialogo profondo e necessario.
Chi è Adrian Paci
Le opere di Adrian Paci sono sempre state un ponte tra la contemporaneità e le storie personali. Nato a Scutari, in Albania, e oggi residente a Milano, Paci ha esposto nelle più importanti istituzioni mondiali, ma il suo linguaggio rimane radicato nell’esperienza umana universale. Con "Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo", il MUDEC invita a riflettere sul viaggio non solo come spostamento, ma come esperienza esistenziale, un tema che tocca tutti, nel profondo.
La luce, i colori e le storie racchiuse nell’installazione trasformeranno l’Agorà in uno spazio di meditazione e incontro, un acquario di umanità dove il mare ci parla, ricordandoci che siamo tutti, in fondo, viaggiatori.
Anticipazione della mostra Travelogue. Storie di viaggi, migrazioni e diaspore (marzo 2025)
27 novembre 2024 – 21 settembre 2025
Ingresso gratuito
Orari:
Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30
Giovedì – sabato 9.30 – 22.30
ULTIMO INGRESSO UN’ORA PRIMA
Sede:
Mudec – Museo delle Culture
Via Tortona 56, Milano
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Travelogue. Storie di viaggi, migrazioni e diaspore