Liv Ferracchiati, autore e regista classe 1985, si afferma nuovamente nell'ambiente teatrale italiano con il suo ultimo progetto “Come tremano le cose riflesse nell’acqua”. Questa volta, il suo sguardo si posa sul Gabbiano di Chechov, in una produzione del Piccolo Teatro.
Il progetto propone uno sguardo contemporaneo e fresco su un testo classico del teatro russo, con una narrazione che si evolve attorno a un testo originale, che prende ispirazione da una scena del terzo atto in cui il protagonista Kostja chiede alla madre di cambiargli la fasciatura. Questo momento diventa il punto focale nel nuovo testo, in cui si approfondisce l’intenso rapporto madre-figlio, riflesso delle identità artistiche di entrambi e delle dinamiche in cui si intrecciano innovazione e tradizione, il nuovo che avanza contro l’eterno consolidato, non solo nell’ambiente artistico, ma anche nel contesto familiare che devono vivere quotidianamente.
Il testo, pur mantenendo fedeltà alla trama originale del Gabbiano, si sviluppa in un contesto contemporaneo, gettando i personaggi nella complessità e nelle sfide del mondo odierno. Il titolo stesso dell'opera è tratto da “Caro vecchio neon”, un racconto di David Foster Wallace, ma viene utilizzato per intersecarsi la trama di Cechov. Il protagonista, incapace di trovare se stesso nei rapporti con gli altri, si sente frastagliato come gli oggetti riflessi negli specchi d’acqua, andando a fondo in una riflessione sulle sfide dell'identità e delle relazioni umane.
Lo spettacolo sarà in scena al Piccolo Teatro Studio Melato fino al 25 febbraio.
Un'opportunità consigliata per il pubblico giovane di immergersi in una reinterpretazione coinvolgente e attuale di un classico del teatro.
Come tremano le cose riflesse nell'acqua
Il nuovo spettacolo di Liv Ferracchiati al Piccolo Teatro