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Io sono mia moglie
La ver(osimile) storia di Charlotte Von Mahlsdorf
   15 Mar 2023   |     Redazione   |     Arianna Mosconi   |     permalink   |      commenti
"Io sono mia moglie" è il primo spettacolo che abbia avuto il piacere - e l'onore - di vedere al Teatro Elfo Puccini a Milano, e sinceramente non penso che avremmo potuto iniziare meglio di così.

Lo spettacolo scritto da Doug Wright, dal titolo originale "I am my own wife" è stato tradotto, diretto e interpretato da Michele Di Giacomo.

Chi sia effettivamente Charlotte lo si capisce dai primi minuti, o almeno si pensa di capire... Quando lo spettacolo finisce, le luci si abbassano e la musica pian pian sfuma, la prima domanda che sorge, inaspettatamente, nel pubblico è "Ma chi è davvero Charlotte?".

"Non mi sembra possibile che lei possa esserci. Non dovrebbe nemmeno esistere”.
La conosciamo così, con una frase che tutto lascia intendere. Non c'è bisogno di grandi esclamazioni, o rivelazioni: la protagonista si descrive pian piano e con lei tutte le sue caratteristiche e i suoi segreti...
Charlotte Von Mahlsdorf è una donna transgender sopravvissuta al nazismo e al regime comunista a Berlino. Il protagonista, che è co-protagonista, che è anche l'autore dell'opera, che è interpretato sempre da Michele di Giacomo, ... insomma: il giornalista newyorkese omosessuale Doug Wright decide di descriverne l'attività e la vita di Charlotte in un'opera teatrale. Per farlo, dal gennaio 1993 spende tutti i suoi risparmi e viaggia dall'America alla Germania costantemente, così da conoscere Charlotte e raccogliere le interviste.

Ah scusate, chiaramente Charlotte era stata, ed era anche conosciuta, come Lothar Berfelde, un ragazzo berlinese che grazie ad una zia affezionata scopre la sua vera libertà. Charlotte ha un museo nella ex Berlino Est, che ha pian piano allestito recuperando e collezionando mobili ed oggetti di antiquariato, salvandoli dalle case degli ebrei deportati, dalle macerie delle bombe durante la seconda guerra mondiale e poi dalle abitazioni confiscate dalla Stasi.

Se la narrazione sembra focalizzarsi inizialmente su questo particolare museo, intervista dopo intervista la trama prendere una piega sempre più personale addentrandosi nella vita di Charlotte, e poi... Poi i fatti prendono un sapore un po' più nebuloso, diventano verosimili anziché veri, tant'è che Doug continua a trovare testimonianze sulla vita di Charlotte che sembrano essere un po' in contrasto rispetto ai suoi di racconti.
La piece teatrale è un’indagine del personaggio di Charlotte, che non ci rivelerà mai chi era davvero questa magnifica donna: se una spia o una guerriera, o entrambe.

Un monologo - quindi sì un solo attore, una sola voce, una sola presenza - racconta la vita della protagonista, ma anche dei personaggi coinvolti negli eventi che hanno segnato la vita della protagonista stessa. Michele di Giacomo è Doug, Charlotte, Lothar, suo padre, sua zia, un soldato delle SS, un soldato della Stasi, e poi uno Americano, è l'amante perduto di Charlotte, ed è anche l'intervistatore di un noto programma televisivo. Tutti questi personaggi si distinguono perfettamente senza bisogno di chissà che effetto scenico (il costume infatti rimane sempre lo stesso): questo denota una totale padronanza della scena e grande capacità attoriale dall'artista sul palco - e glie lo dobbiamo proprio riconoscere: ci ha conquistati e conquistate!

La scenografia era precisa, ordinata, senza sbavature: scatole ricoprivano ovunque il palco, e al loro interno musicassette con le famose interviste di Charlotte e oggetti del suo passato ci permettevano di immergerci totalmente nella sua storia, senza sforzo e (forse) senza inganni.

Per altri dettagli su questo spettacolo o sulla stagione del Teatro Elfo Puccini potete consultare il loro sito, mentre noi... Ci vediamo a Teatro!
berlino, nazismo, teatro, transgender