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Carbonio
Carbonio : Vita umana = X : Forma di vita aliena
   18 Feb 2023   |     Redazione   |     Laura Casella   |     permalink   |      commenti
Nell’alternativa sala di Studio Melato – Piccolo Teatro, va in scena, fino al 26 di Febbraio, una curiosa rappresentazione il cui testo è stato eletto vincitore del 56° Premio Riccione per il Teatro.
Stiamo parlando di Carbonio scritto e diretto da Pier Lorenzo Pisano.

Lo spettatore viene fatto accomodare in una location di diversa conformazione rispetto ai più classici palcoscenici: le sedute, infatti, sono disposte attorno ad uno spazio centrale. In questo caso, vi troviamo un grande cilindro che dal piedistallo si innalza fino a raggiungere il soffitto grazie ad un divisorio che conferisce all’occhio l’ immagine di un gigante tubo, all’interno del quale, si svolgerà la maggior parte della recitazione.

La trama si focalizza su un interrogatorio tête-à-tête tra i due protagonisti principali e l’oggetto di approfondimento riguarda lo studio di una forma aliena con la quale solamente questo Mario Pirello risulta averci avuto un contatto diretto. L’uomo cerca di evadere le domande dell’investigatrice, un aggirare il nocciolo della questione che viene ripreso anche dal movimento dei personaggi, i quali, seppur seduti, sfruttano le ruote delle loro poltroncine per “rincorrersi” attorno al tavolo rotondo senza però mai raggiungersi, come se fosse una verità che non si riesce ad acchiappare, comprendere e/o metabolizzare. Entrambi i personaggi, infatti, sono appesantiti da un passato ricco di momenti di dolore che enfatizzano la necessità di trovare un senso a quello che è successo anche per capire come comportarsi in futuro. Solo alla fine, la donna, si “impone” a questa ricerca salendo in piedi sul tavolo per esternare un profondo monologo che lascia poco spazio di respiro tanto all’attrice quanto al pubblico.

Come un analisi dentro un'altra analisi, la storia principale, dai toni più drammatici, viene puntualmente interrotta da interventi in stile documentaristico più leggeri, forse per smorzare un po’ la tensione che si accumulava e accentuava sempre di più all’interno di quel cilindro. A condurre queste digressioni è l’autore stesso del testo dello spettacolo e spiega, in maniera ironica, la storia evolutiva della forma di vita umana che parte, per l’appunto, da un “bruttissimo” atomo di carbonio. Un’evoluzione che arriva ad una tragica autodistruzione che non è tuttavia sufficiente a mettere la parola “fine” a questa storia… tutto ricomincia e riprende la sua dinamicità dal flusso circolare.

Se l’interrogatorio prende vita nel fulcro del teatro, le interruzioni orbitano attorno ad esso, ogni volta in una zona diversa: in alto, in basso, vicino al pubblico e vengono supportati da immagini, pannelli e illustrazioni disseminate ad ogni altezza.

Uno spettacolo che scuote le emozioni degli spettatori e ne fa emergere aspetti più intimi, nascosti e fragili per rimetterli in esame sotto la chiave di lettura utilizzata nella recitazione. Carbonio è quindi una rappresentazione consigliata a tutti coloro che si sommergono di infinite domande alle quali faticano a dare una risposta.
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