Non ci potevamo assolutamente perdere una delle grande chicche della stagione 22/23 del Teatro Manzoni! Stiamo parlando de "IL MALATO IMMAGINARIO", di Molière: lo spettacolo che ci regalerà ogni sera un'incredibile interpretazione di Emilio Solfrizzi fino 20 Novembre.
Come si suol dire la salute prima di tutto!
Sì, va bene, quante volte ci è stata detta questa frase, soprattutto da persone un po’ acciaccate? In fondo è una di quelle massime certamente vere e che ci mettono in guardia dal trascurare le cose importanti della vita; ma, come per tutto, ci vuole la giusta misura! Il rischio altrimenti, è quello di ritrovarsi come “Il Malato Immaginario”, malato di essere malato.
La sua preoccupazione principale nella vita è curare la sua malattia, ma qual è la sua malattia? Bhe ha poca importanza, l’importante è curarla!
Forse però, in un mondo di sotterfugi e disonestà, focalizzarsi troppo sui mali di salute, lo distrae dai mali della società.
Oltre a domande come: “Quali medicine devo prendere? (assodato che le DEVO prendere)”; ogni tanto sarebbe utile si chiedesse anche “Chi è davvero dalla mia parte? Come si fa a capire chi vuole il meglio per me ed agisce per il mio bene?”.
Forse, a chi è troppo buono, come il nostro Malato Immaginario, non viene da farsi queste domande e diventa quindi un facile bersaglio delle logiche avare e di potere che regolano la società.
A salvarlo però c’è la sua bontà, scorbutica ma incondizionata, che lo porta circondarsi di persone oneste e fidate, che riescono a fargli aprire gli occhi e a proteggerlo dal male e dagli inganni.
Attraverso, stratagemmi poco ortodossi, i protagonisti di queste vicende, riusciranno a guidare il Malato Immaginario e la sua famiglia verso il lieto fine che si merita.
Uno spettacolo assolutamente da vedere, che trasmette messaggi importanti attraverso l’irresistibile comicità di un cast di attori la cui mimica facciale e corporea è già di per sé esilarante.
Se così non vi basta, potete consultare il sito del Teatro Manzoni
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IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière, interpretazione di Emilio Solfrizzi