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BUM ha i piedi bruciati
- Un monologo sulla vita di Giovanni Falcone
   23 Mag 2022   |     Redazione   |     Arianna Mosconi   |     permalink   |      commenti
Oggi è una delle date più importanti della storia contemporanea italiana. 30 anni fa Giovanni Falcone moriva nella sua macchina, appena atterrato nella sua terra natia. A riportarci a quel giorno, oltre la storia è il Teatro Parenti, che porta in scena lo spettacolo “Bum ha i piedi bruciati”, di e con Dario Leone.

Lo spettacolo è liberamente tratto dal romanzo per bambini “Per questo mi chiamo Giovanni”, di Luigi Garlando: infatti in entrambi si racconta la storia della vita di Giovanni Falcone. Dario Leone però decide non di narrare, ma proprio di mostrare al suo pubblico i luoghi, le scene e le azioni che Giovanni compì durante tutta la sua vita, partendo dalle partite a pallone in strada da bambino, al trasferimento a Roma. Per farlo gli bastano un placo, qualche scatola e 5 pannelli bianchi come scenografia - e certo, la sua estrema bravura recitativa.

Dario interpreta un giovane papà che ha un piccolo negozio di giocattoli a Palermo. Conosce molto bene la città di Falcone, e porta a spasso la platea tra le vie siciliane, raccontando tutte le tappe più importanti della vita del magistrato. La particolarità di ascoltare questa storia e che lo spettatore vive insieme a Giovanni quello che l’attore racconta, come se dall’alto si potesse “sorvegliare” e seguire Falcone in ogni spostastamento e scelta, sia professionale che privata.
Il testo non vuole commuovere, non è romanzato nè è sentimentale. L'approccio rivoluzionario nella lotta alla mafia si conosce dalla scuola ma lo spettacolo ci permette di affiancare Giovanni nei suoi successi, nelle sue paure ed emozioni, provocando diverse riflessioni sulle coincidenze - e sulle finte coincidenze - che colpirono Falcone e la sua squadra. Grazie a Dario Leone, emergono gli aspetti più intimi e quotidiani del magistrato siciliano: i suoi entusiasmi e intuizioni, ma anche le difficoltà di un uomo, prima che di un magistrato, che non aveva più modo di vivere una vita sociale normale: tra scorte ed elicotteri,e i suoi concittadini che iniziarono a e evitare e/o isolare per paura di un attentato o per fastidio di “tutto il rumore” che faceva.

L’empatia è il sentimento più emergente dello spettacolo, sia nei confronti di Giovanni, con tanta ammirazione, ma anche nei confronti del giovane padre, che dopo essersi opposto alla mafia dopo il 23 maggio 1992, l’unico giocattolo che può regalare al proprio figlio è un piccolo orango chiamato BUM, che ha i piedi bruciati dall’esplosione del negozio qualche giorno dopo.

La costruzione dello spettacolo permette di avere un nuovo sgurdo e un nuovo punto di vista sulla vicenda, rendendolo adatto ad un pubblico di tutte le età: dai più giovani, che forse conoscono solo nozioni storiche della vicensa, a chi invece la storia la conosce molto bene, e che magari se la ricorda anche perchè l’ha vissuta. Chiunque si trova a scoprire nuovi particolari, prima forse sconosciuti, di questa storia. Proprio come l'intervento di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che compare alla fine dello spettacolo sul palco e racconta con forza e rabbia quanta rabbia abbiano scaturito le morti di Falcone, e di coloro facenti parte del pool antimafia, e di quanta forza queste persone trasmettevano e continuano a trasmettere nella lotta contro il crimine organizzato.

Potete trovare tutte le informazioni dello spettacolo sul sito teatrofrancoparenti.it/spettacolo/bum-ha-i-piedi-bruciati/

Questo spettacolo è la dimostrazione di come il teatro sia anche strumento di divulgazione, di dimostrazione, un mezzo con cui raccontare e far comprendere attraverso le emozione cioò che circonda l’uomo, vicino o lontano che sia.

Ci vediamo a teatro!
falcone, giustizia, lotta, mafia, teatro