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Mondrian in mostra al Mudec
Dalla raffigurazione all'astrazione
   26 Nov 2021   |     Redazione   |     Mattia Romaniello   |     permalink   |      commenti
Presso il Mudec (Museo delle Culture) di Milano, dal 24 novembre 2021 al 27 marzo 2022, è esposta la mostra dedicata alll’artista Piet Mondrian (1872-1944). Prodotta da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, è stata realizzata grazie alla collaborazione del Kunstmuseum Den Haag, che detiene la più importante collezione di opere di Mondrian al mondo.
La mostra parte dagli esordi relativi al paesaggio, tematica che denota l’evoluzione del pittore: dalla rappresentazione figurativa sino alla svolta verso l’astrazione.

Il primo aspetto da trattare riguarda la sua educazione artistica, influenzata soprattutto da suo zio Frits, che durante l’estate gli dava lezioni di disegno. Quest’ultimo è allievo di Mauve: insegnante di Van Gogh ed esponente della “Scuola dell’Aja”. Influenzato dall’esecuzione realistica, dalla pennellata ampia e dalle sfumature di ocra e grigio, il primo Mondrian dipinge la campagna intorno al fiume Gein, con il cavalletto montato sulla bicicletta. L’artista olandese non è tanto interessato ad uno specifico paesaggio quanto al gioco di luce creato dagli alberi e dai riflessi nell’acqua.

A partire dal 1900, egli abbandona progressivamente la rappresentazione fedele della natura per sperimentare forme e colori. Esemplare è Boschetto di salici vicino all’acqua, albero in primo piano a destra (1902-1904), in cui esplora la possibilità di ridurre il mondo che lo circonda alla sua essenza assoluta. Fondamentale è l’inserimento di elementi verticali (mulini a vento, alberi e fiori) rispetto all’orizzontalità del paesaggio d’Olanda. In particolare è apprezzabile la relazione tra il pittore ed i fiori, su cui si esprime l’artista stesso: “Mi piaceva dipingere fiori: non mazzi di fiori, bensì un solo fiore alla volta, in modo di poterne esprimere meglio la struttura plastica”.

Dal 1908 il lavoro di Mondrian inizia a rivelare la sua esigenza di innovazione, trovando l’ispirazione nella teosofia e nelle novità artistiche provenienti dall’estero. Influenzato da Goethe, cerca di riprodurre la sensazione divina dell’effetto della luce, cercando di rendere visibile il divino nell’opera d’arte. Quindi si reca a Domburg, dove rappresenta fari, dune e paesaggi marini, avvicinandosi sempre più all’“essenza” dell’immagine.

Nel 1912, per concentrarsi pienamente sulla sperimentazione nella propria pittura e anche per ciò che la vita notturna poteva offrire, Mondrian si stabilisce a Parigi. Qui è ancora sconosciuto ed inizialmente si ispira al Cubismo di Picasso e Braque, con la tonalità grigia a farla da padrona. Tale orientamento lo porta a ridurre il proprio linguaggio espressivo a linee rette, colori primari e piani rettilinei. Siamo all’alba del “Neoplasticismo”, la cui opera prima e decisiva è Composizione con rosso, giallo e blu (1921), in cui si può osservare l’analogia del dipinto con la musica jazz. Infatti entrambe le forme artistiche sono fortemente organizzate, ma lasciano spazio anche alla rottura e all’improvvisazione.

Dopo aver soggiornato in Europa in virtù del suo successo, Mondrian si trasferisce definitivamente a New York, luogo della sua morte, alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Qui continua a dipingere ed assiste con piacere a inaugurazioni e concerti jazz (apprezza molto il boogie-woogie), dichiarando: “Che cosa il Neoplasticismo intenda con ritmo libero, contrapposto al ritmo naturale, lo si capisce un po’ ascoltando il jazz americano a cui si avvicina considerevolmente”.

Per concludere, una menzione speciale va riservata al dipinto Devozione (1908). L’opera rappresenta una ragazza, della quale non si conosce l’identità, su una sedia che guarda un fiore. Si tratta della prima occasione in cui Mondrian utilizza colori non convenzionali, creando una atmosfera psichedelica ed evocativa.

La mostra sarà visitabile fino al 27 marzo 2022. I biglietti sono disponibili qui e vi invitiamo a partecipare numerosi a questo splendido viaggio nella storia dell'arte che il Mudec, ancora una volta, ha preparato per noi.
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