IN RIPRODUZIONE

DA WEBCAM

ASCOLTACI!

LICENZA SIAE 202200000075 | LICENZA SCF 937/14 | C.F. 97703440152

© 2008-2024 POLI.RADIO | TUTTI I DIRITTI RISERVATI | Iniziativa realizzata con il contributo del POLITECNICO DI MILANO

Nascondi dock Mostra dock

Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Arte, glam e politica si incontrano a Frieze Art Fair
Tanta attualità, grandi classici e uno spazio speciale per le donne nell'arte
   08 Ott 2018   |     Redazione   |     Alessandra Stefanini   |     permalink   |      commenti
A Londra c'è un evento che catalizza la crème de la crème del mondo dell'arte ed è l'Art Week che coincide con Frieze Art Fair, ovvero una delle più rinomate fiere di opere d'arte al mondo.

Sedici edizioni, un crescendo di popolarità, visitatori e -soprattutto- stravaganza dei visitatori, Frieze London, tenutasi dal 5 al 7 ottobre, si è dimostrata ancora una volta come uno degli eventi leader del settore, capace di dare una panoramica convincente sul mercato -grazie alle oltre 160 gallerie presenti- e al contempo puntare i riflettori sulle urgenze più attuali del dibattito politico, sociale e culturale internazionale.

Ad affiancarla la più giovane Frieze Masters, fiera forse più interessante per i non addetti al settore del contemporaneo e più curiosi verso l’arte museale: 130 gallerie internazionali hanno presentato opere come antichi manufatti egizi, passando per gli Old Masters, fino alle figure più importanti del XX Secolo.

A corredo di tutto questo, lo straordinario Frieze Sculpture Park, che ha accompagnato londinesi e turisti per tutta l’estate, animando i già meravigliosi English Gardens di Regent’s Park -disegnati da Markham Nesfield nel 1866- con 25 sculture dei più acclamati artisti internazionali.

Il fulcro essenziale di tutta questa settimana dell’arte londinese sta esattamente in questa innata capacità degli inglesi di far sposare tradizione con contemporaneità, la sobria eleganza con l’eccentricità, il conservatorismo con la voglia di sperimentare; una sorta di tensione a cercare qualcosa di più, che però non dimentica il contesto, la storia, la strada percorsa fino a lì…insomma, potremmo riassumere tutto questo in una parola: LONDRA.

Come ogni evento mondano che si rispetti -sì, perché queste manifestazioni non sono quasi mai solo fiere del settore- ci sono alcuni elementi che non devono mancare: l’aspetto glam è sicuramente uno di questi e si materializza in donne tiratissime con tacchi altissimi, bicchieri di champagne e lounge per i VIP (che in questo caso sono, ovviamente, i più importanti artisti, collezionisti, curatori, critici ed esperti).

La visibilità che ha una manifestazione di questa portata, con il suo pubblico patinato al seguito, diventa però non solo materiale per instagram e fashion magazines, ma soprattutto un’occasione unica per dare una cassa di risonanza a quelle che sono tematiche difficili e che spesso l’opinione pubblica fatica ad affrontare, o, ancora, preferisce nascondere sotto al tappeto e passarci sopra.

Una fra tutte, tristemente attuale, è la campagna #MeToo, che in questi giorni compie il suo primo anniversario.

La sezione speciale di Frieze London “Social Works” si è proposta di illuminare quel troppo spesso oscurato universo di artiste che, specialmente negli anni ’80 e ’90, hanno cercato di sfidare lo status quo e di farsi strada in un mondo, quello dell’arte, ancora oggi a predominanza maschile: “In 2018 a roman is till more likely to feature in a gallery as a painted nude than as a painter” come recita l’articolo di Hettie Judah per Evening Standard.

Ma non mancano anche in Frieze Masters le celebrazioni di capisaldi dell’arte contemporanea al femminile, come la solo exhibition di Barbara Hepworth presentata da Dickinson: un vero e proprio giardino, costellato delle meravigliose sculture bronzee dell’artista inglese, tra cui la monumentale River Form, che si fa spazio fra i fili d’erba e offre al visitatore dello stand una visione alternativa del resto della fiera.

Frieze Art Fair presenta spunti interessanti per qualsiasi tipo di avventore: sei un designer d’interni? Spazi come quello proposto da White Cube a Frieze London ti rapiranno, con strutture metalliche labirintiche a fare da sostegno e sfondo per le opere del nuovo corpo di lavori del cinese Liu Wei.

Ami l’arte contemporanea storicizzata ma il tuo cuore romantico guarda anche al moderno? Gallerie come Robilant + Voena fanno al caso tuo: a Frieze Masters hanno presentato due monumentali Consagra, diversi Fontana, con ancora Boetti, Castellani e sì, anche quadri cinquecenteschi e un Canova.

Ci sono poi gallerie dotate di una sensibilità e un gusto fuori dal comune: per Frieze Masters la menzione speciale va assolutamente a Gagosian -con la retrospettiva dedicata al dadaista Man Ray- e alla stanza dei piccoli tesori di Luxembourg & Dayan, che dopo aver incantano l’anno scorso con Enrico Baj: The Artist’s Home (in collaborazione con Gió Marconi), quest’anno ha deciso di esporre una serie di artisti che hanno sperimentato la riduzione di scala nel proprio lavoro come un modo per esplorare nozioni di monumentalità.

E se ancora non siete convinti e avete bisogno di un po’ più di stravaganza, allora la sezione Live: Installations and Performances vi accontenterà subito.

Se anche voi aggirandovi per gli stands avete notato due guardie di sicurezza in tenuta rosa acceso, no, non erano un nuovo servizio di guardie giurate particolarmente femminili, ma la performance di Julia Scher “Guards, Hidden Camera”: da sempre interessata ad esplorare le architetture della sorveglianza e come queste impattino sulla nostra vita, per Frieze London l’artista ha deciso di nascondere numerose telecamere in tutta la fiera, salvo poi rivelare l’esistenza di un effettivo controllo tramite queste due vistose figure colorate.

Colpi di scena grandi e grossi (come il gigantesco uomo rosso di Urs Fischer per Sadie Coles), o la raffinatezza di Artemia Gentileschi (Galerie G. Sarti); i disegni preparatori di Schiele e Klimt da W&K e a pochi metri maschere ninja e l’arte giapponese dello spazio francese Jean-Christophe Charbonnier; o ancora i neon irriverenti di David Shrigley (un must della fiera così fotografato che neanche l’artista ha resistito a pubblicare l’installazione sui suoi social) affiancati ai costumi-scultura di Nick Cave.

Frieze Art Fair è questo e molto molto di più e se vi siete pentiti di non esserci stati, tranquilli, avete 365 giorni per preparavi, i fondamentali sono: scarpe comode, vestiti leggeri e soprattutto cellulare carico.

Con questi semplici accorgimenti, vi prometto post di Instagram e big likes per almeno i due mesi successivi (e non dite che non vi avevo avvisato!).


Copertina: Courtesy of Linda Nylind/Frieze
arte, friezeartfair, friezelondon, friezemasters, friezeweek