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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

IST IST
Da Manchester a Milano nel nome di Ian Curtis
   11 Apr 2025   |     Redazione   |     Enrico Torres   |     permalink   |      commenti
Immaginate di trovarvi a Manchester nell’inverno del 1977, in una tipica giornata uggiosa inglese. Si avvicina la sera e insieme ad alcuni amici decidete di passare una serata tra una birra e un po’ di musica in uno dei vari club alternativi. Si spengono le luci, un riflettore si accende sul palco e un ragazzino con una sigaretta accesa in bocca appare; ha lo sguardo perso fissando un punto non ben definito tra il pubblico. Il suono di un basso oscuro e tenebroso comincia a far vibrare l’aria all’interno del locale e subito ci si accorge di essere davanti ad un qualcosa di nuovo ed unico.

Purtroppo, solo pochi fortunati hanno avuto la possibilità di trovarsi ad un concerto dal vivo di una delle band che ha lasciato un solco indelebile nel sound della musica mondiale, i Joy Division. Quelle sonorità, che hanno influenzato le generazioni future, stanno piano piano ritornando in auge. E, il 10 Aprile 2025, anche l’Arci Bellezza di Milano ha assunto le vesti di uno di quei locali in cui quarant’anni fa in Inghilterra nasceva il post-punk. Per la prima volta, con due date in Italia (Bologna e Milano) entrambe sold out, si sono esibiti gli Ist Ist, una delle tante band formatasi da questo revival della musica “oscura” degli anni ‘80.

La band di Manchester è composta da quattro strumentisti di assoluto spessore: alla voce e alla chitarra abbiamo Adam Houghton, al basso Andy Keating, alla batteria Joel Kay e ai sintetizzatori e alla chitarra Mat Peters. La band, formatasi sul finire del 2014, conta all’attivo 4 album in studio, 5 Ep e ben 9 live album. Il mondo sonoro di appartenenza è chiaro: fortemente influenzati dal sound cupo e oscuro di fine anni ’70 inizio anni ’80, i gruppi di riferimento sono i Cure, i Simple Minds e, inequivocabilmente, i concittadini Joy Division e (quasi) concittadini Fall. In particolare, il bassista ha ereditato tutte le tecniche e le sonorità che contraddistinguono quei suoni che album come “Unknown Pleasures” hanno reso iconici. Sul palco, l’atmosfera è incandescente sin da subito; chitarre graffianti e un basso ripetitivo, oscuro e ipnotico mischiati alle ritmiche della batteria creano una culla perfetta su cui la voce scura e profonda del cantante si adagia perfettamente. Musicalmente impeccabili, riescono a creare una connessione con il pubblico davvero notevole.

Per quanto i lavori in studio risultino molto ben realizzati e con una direzione artistica ben chiara in mente, il confronto con gruppi che hanno una storia simile come Fontaines D.C., Idles, Murder Capital e Yard Act, purtroppo non rende merito agli Ist Ist. In più, il successo di queste due date in Italia, a mio modo di vedere, è dovuto principalmente a suoni che per appassionati di musica suonano come casa. Infatti, il pubblico di ieri non era composto da universitari e adolescenti (tipico invece della scena internazionale di questo genere) che nelle prime file potevano essere contati sulle punte delle dita, ma un pubblico di adulti che sfoggiavano maglie di gruppi storici. Questo non toglie il grande apprezzamento che hanno ottenuto in questa serata, con una folla che li ha accolti con estremo calore.

Una bella serata che non aggiunge nulla di nuovo, ma ci restituisce una band che sa fare musica.
arci bellezza milano, ist ist, postpunk