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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Un viaggio per il modo al BASE
MARO, Fabiana Palladino e Madame Gandhi
   23 Nov 2024   |     Redazione   |     Enrico Torres   |     permalink   |      commenti
Tra i vari eventi della Milano Music Week, giovedì 21 Novembre si sono tenuti diversi concerti per Linecheck al BASE. Un festival distribuito su più giorni dal 18 al 23 Novembre.

La lineup era composta da tre artiste che si sarebbero esibite sul palco principale più altri eventi e concerti negli altri palchi.

La prima artista ad esibirsi è stata Madame Gandhi. La sua musica è frutto del melting pot culturale dovuto alle sue origini, lei cresce a New York da famiglia indiana, e di molte tematiche a cui è molto legata. Sul palco è molto energica e si nota il suo amore per la musica raccontando il dietro le quinte di molte sue canzoni. Molto attiva nel sociale e nel cercare di dare al mondo un futuro migliore, è una valida alternativa nella scena elettronica e rap mondiale. Come da lei affermato: nella maggior parte della musica rap e trap moderna, che lei apprezza molto, si ha spesso una visione soprattutto del mondo femminile spesso oggettificata o sessualizzata in maniera eccessiva e lei si vuole proporre un’alternativa portando tematiche differenti nei suoi testi. Ne sono un esempio due delle canzoni che ha cantato nella serata ovvero The Future Is Female, in cui si augura un futuro in cui le donne portano uno stile alternativo di leadership e una società emotivamente intelligente, oppure In Purpose, il suo ultimo singolo in cui parla dei cambiamenti climatici e di cui ha raccontato alcuni retroscena sulla realizzazione di questa canzone, infatti questa canzone ha una collaborazione particolare ovvero la natura, per realizzare alcuni suoni Madame Gandhi è andata fino in Antartide per registrare i suoni dei pinguini, dei ghiacciai che cadono in acqua e del vento. Un’artista che ha stupito e che dal vivo colpisce per le sue doti alle percussioni, ma che ha ancora molto da imparare lasciando al pubblico un augurio di miglioramento per un domani migliore.

A seguire è salita sul palco Fabiana Palladino insieme alla sua band. L’atmosfera si è fatta sempre più eterea accompagnati dai suoni che mischiano il pop con l’R&B. Sul palco è accompagnata da un batterista che suona sia l’acustica che i drumpad, un chitarrista e una tastierista che armonizzava la frontmen. La band ha catturato l’attenzione di molti con un sound che sa miscelare elementi provenienti da mondi molto diversi tra di loro dall’elettronica, al pop con influenze R&B e anche qualche accenno di shoegaze. La cantante, che dà il nome alla band, è la figlia Pino Palladino, storico bassista dei The Who, e ci ha colpito molto la sua voce calda e armoniosa doppiata dalla sorella Giancarla Palladino. Come si può notare la famiglia Palladino ha origini italiane, tanto che Pino Palladino ha collaborato con molti artisti italiani come ad esempio Pino Daniele. Per ora la sua discografia conta un solo album omonimo, ma è una di quelle artiste il cui nome va segnato. Il concerto è stato molto piacevole, nonostante alcuni problemi tecnici che la band ha riscontrato lungo tutta l’esibizione, anche se la cantante ha cercato poca interazione con il pubblico risultando in questo modo un pochino distaccata.



Finita l’esibizione, tra il pubblico cominciava a circolare una certa adrenalina in attesa dell’ultima artista della serata portando il pubblico a chiamare la cantante prima dell’esibizione. Da li a poco le luci si sono abbassate e tre luci hanno illuminato tre sedie vuote. A quel punto sono entrati due chitarristi insieme a MARO. Guardando la luce nei suoi occhi si poteva percepire che avremmo assistito ad un concerto unico e così è stato. Sono bastate poche note di chitarra e l’incantevole voce, dolce e delicata, della cantante portoghese per creare un’atmosfera unica e avvolgente. Il concerto è stato un continuo evolversi di emozioni, dove più si andava aventi e più artista e pubblico sembravano un tutt’uno. Era la terza volta che la cantante classe ’94 di Lisbona si esibiva in Italia, la prima nel 2018 a Roma e poi successivamente nel posto in cui ha mostrato il suo enorme talento al grande pubblico con la partecipazione all’Eurovision Song Contest del 2022 a Torino ed infine al Linecheck di Milano. Più volte sono stati i momenti dove Mariana Brito da Cruz Forjaz Secca, nome di battesimo di Maro, ha mostrato tutta la sua sensibilità e l’emozione che aveva nell’esibirsi. La musica era ciò che univa tutti e il tempo sembra come congelato. Ad ogni canzone si notava la piacevole sorpresa nei suoi occhi quando il pubblico cantava le sue canzoni anche le parti in portoghese. Durante tutto il concerto ha continuato a cercare un continuo contatto con il pubblico coinvolgendolo durante la performance di ouvi dizer spiegando come cantare i ritornelli oppure quando ad un certo punto ha trasformato la sala del BASE in un coro dai mille colori vocali e dalle mille sfaccettature. Anche i due chitarristi, Pau Figueres e Dario Barroso, hanno avuto il loro meritato momento di attenzione performando un mash-up di alcune loro canzoni. Le loro dita viaggiavano sul manico delle loro chitarre classiche districandosi tra armonie uniche che ti fanno viaggiare subito con la mente nelle terre portoghesi o disperso tra le strade di Lisbona, si notava anche in questo caso la sensibilità di questa artista che ha lasciato il palco sedendosi in un angolo e osservando per tutta la performance i due chitarristi sempre con un sorriso sulle labbra e negli occhi che mostravano tutto il suo amore per la musica. Non sono mancati anche momenti in cui ci sono stati scambi simpatici con il pubblico e tra una canzone e l’altra si è giunti alla fine del concerto. Il gran finale non poteva che essere Saudade, saudade, canzone con cui si è fatta conoscere all’ESC 2022. L’atmosfera era unica e la sua voce sembrava un abbraccio caldo ad ognuno presente tra il pubblico. In quel momento tutti erano magnetizzati dalla performance, le luci dei telefoni erano alzati e ognuno stava cantando armonizzando la voce di Maro, come nella versione originale, ed infine i battiti di mani che hanno creato un’esibizione irripetibile e non nascondo che il momento è stato emozionante e anche un po’ toccante portandomi quasi alle lacrime. Finita l’esibizione, dopo i meritatissimi applausi si spengono le luci e torniamo, purtroppo, di nuovo a Milano, tutti però molto contenti di aver assistito ad una piccola perla di concerto.