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Very Long Song Artist

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Fontaines D.C.
Nella terra del romanticismo
   16 Nov 2024   |     Redazione   |     Enrico Torres   |     permalink   |      commenti
Il 4 Novembre era la data segnata sui calendari di molti “appassionati”, per assistere all’atteso concerto all’Alcatraz di Milano dei Fontaines D.C., una delle band più in voga del momento nel panorama Post Punk mondiale.

La curiosità era legittima: si voleva capire se si fosse davanti all’ennesima meteora del panorama musicale oppure davanti ad una band che potesse candidarsi a scrivere definitivamente il proprio nome sul libro delle “leggende”.

Avremo modo di rispondere a questo quesito? Probabilmente la risposta non è ancora chiara e netta, ma ha bisogno di future conferme.

Quello che si può dire è che ci si trova davanti ad un gruppo dalle enormi potenzialità che, concerto dopo concerto, sta crescendo in termini di presenza scenica, suono e carattere.

Sul palco non aspettatevi molti effetti scenici o giochi pirotecnici; solo qualche gioco di luci; per il resto, tutto è molto spoglio con un solo cuore fluttuante, che richiama la copertina del loro ultimo lavoro in studio “Romance”.

La loro recente fatica ha diviso molto i fan e il pubblico in generale: è il loro quarto lavoro in studio in appena cinque anni e, peraltro, l’unico anno in cui non hanno pubblicato nuova musica, il loro frontman Grian Chatten ha pensato bene di pubblicare un album da solista.

Ci troviamo sicuramente davanti ad una band che non manca di spirito creativo e che ha dimostrato di poter spaziare tra diverse sonorità.

Infatti, nei primi due lavori (Dorgel e A Hero’s Death) troviamo molti stilemi della nuova scena punk con riff di chitarre graffianti e testi che gridano anticonformismo in maniera nuda e cruda.

Successivamente hanno pubblicato un album molto più intimo e oscuro e con forti influenze della loro terra natia, l’Irlanda, e, miscelando tutti questi elementi, il risultato è quello che si può ritenere il loro migliore lavoro: “Skinty Fia”.

Lo scorso 23 Agosto ha visto l’uscita di “Romance”, disco che ha segnato un cambiamento sia nelle sonorità del gruppo, più melodico e con un evidente tentativo di strizzare l’occhio ad un pubblico più ampio, sia nel loro look, abbandonando lo stile pettinato e abbracciando un’estetica urban.

Il loro bassista Conor Carley, in una recente intervista, ha commentato il cambiamento come una necessità per portare aria fresca all’interno del progetto e non rimanere fermi al passato.

Questo cambiamento è stato apprezzato da molti ritenendo che il risultato ottenuto sia molto godibile, mentre altri fan, più legati alla matrice punk e agli stilemi delle origini, non hanno apprezzato questa contaminazione.

Dublino è sicuramente centrale all’interno del loro progetto, tant’è che le due lettere presenti alla fine del loro nome (D.C. ovvero Dublin City) vogliono sottolineare il forte legame che la band ha con la città (ma anche a differenziarli da una omonima band losangelina).

Oltre a questo legame, sono chiare anche tutte le influenze che li hanno formato da un punto di vista sonoro. Si sentono richiami agli U2, agli Oasis, ai Joy Division, agli Smiths e a molte altre band esplose in Gran Bretagna e Irlanda durante gli anni ’80 e ’90.

Sicuramente i membri sono tutti dei grandissimi musicisti che, nonostante alcuni problemi tecnici nella serata milanese, sono riusciti a fornire una performance davvero potente.

Il cantante è un vero animale da palcoscenico ma spesso la band pare più concentrata a raggiungere una performance pulita e autocelebrativa piuttosto che interagire come ci si aspetta in una performance live di una band che deve avere sul palcoscenico la propria naturale estensione.

Ad ogni modo, se si confrontasse la loro performance con quella di altre band come gli inglesi Idles, veri e propri performers da palcoscenico, o i loro concittadini Murder Capital, che di recente hanno aperto la tournée di Nick Cave, i Fontaines D.C. non sfigurerebbero e risulterebbero altrettanto emozionanti e con una fortissima connessione con il pubblico.

Possiamo dire che sicuramente i Fontaines D.C. rappresentano una di quelle band da monitorare e dalla quale ci possiamo aspettare grandi cose in futuro.

I loro concerti sono certamente da vedere e avremo la possibilità di (ri)farlo in Italia in altre tre date nell’estate del 2025 (il 17 Giugno a Bologna, il 18 a Roma e il 19 di nuovo a Milano al Carroponte).

Magari in un contesto diverso otterremo risposte più significative ai nostri dubbi; di sicuro potremo godere di uno spettacolo sicuramente unico nella scena musicale internazionale per poter vantare probabilmente tra qualche anno il motto autocelebrativo di ogni fan musicale : “io c’ero”.