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R.A.M.
Il valore della memoria
   26 Giu 2022   |     Redazione   |     Matteo Boveri   |     permalink   |      commenti
Si può cancellare del tutto la memoria? Estirparla completamente dai suoi ricordi? Che valore ha nella nostra vita, a che prezzo la possiamo vendere?
Sono queste le domande che vengono affrontate nello spettacolo “R.A.M.”, il nuovo lavoro del drammaturgo Edoardo Erba, che si classifica senza dubbio nell’Olimpo degli autori italiani più importanti dal secondo dopoguerra.

La narrazione ha luogo nel 2120, in un futuro distopico in cui, durante il più lungo periodo di desertificazione della storia, l’umanità è divisa in due classi sociali tra loro distinte: da una parte gli Aumentati, i rappresentanti di una classe economica dominante, che presentano caratteristiche fisiche, psicologiche e genomiche estremamente performanti e che, pur di provare delle esperienze incredibili, è disposta ad acquistare a carissimo prezzo la memoria altrui e di crogiolarsi in ricordi che non gli appartengono. Dall’altra, invece, vive una massa di individui disperati che, pur di sanare i propri debiti, è disposta a cedere del tutto ogni tipo di ricordo di esperienze emotive in cambio di cifre da capogiro e una vita nuova, ma senza poter sapere nulla sul proprio vissuto.

La protagonista in scena, Cruz, è una rappresentante di quest’ultima categoria e, pur di cancellare i propri debiti e i propri ricordi negativi di una vita ricca di fallimenti, ha accettato di vendere la propria memoria e si trova a dover combattere contro un enorme senso di smarrimento e l’incapacità di riconoscere di chi fidarsi.

Tutta la messa in scena è un excursus sulla nuova vita di Cruz, che dovrà destreggiarsi tra nuove conoscenze, androidi, umani che si sono trovati nella sua stessa condizione e altri che, invece, tenteranno di approfittarsi di lei.

Per una resa scenica più immersiva, l’allestimento dello spettacolo è un’enorme installazione ad opera dell’artista napoletano Michele Iodice. Il corpo dell’installazione è composto, infatti, da serbatoi in acciaio agganciati tra loro. Il risultato è una parete modulata di elementi creati come in una catena di montaggio, che viene anche utilizzata per la proiezione di luci ed immagini nella rappresentazione di un futuro in cui la tecnologia ha assunto un ruolo sempre più invasivo.

In un mondo in cui il sistema economico in cui siamo cresciuti ci ha sempre insegnato che ogni cosa ha il suo prezzo e siamo in grado di vendere tutto di noi, anche i nostri dati, mai come prima si sentiva bisogno di uno spettacolo di questo tipo per poter riflettere su queste tematiche.

Al Teatro Franco Parenti fino al 30 giugno 2022.
Info e biglietti: https://teatrofrancoparenti.it/spettacolo/r-a-m/
futuro, memoria, teatro