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Oceani, il mistero della plastica scomparsa
La minaccia delle microplastiche
   06 Dic 2019   |     Redazione   |     Fabiola Papini   |     permalink   |      commenti
C’è tanta scienza in fondo è una rassegna cinematografica itinerante nata dalla collaborazione tra il Circuito Cinema Genova e l’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) che prevede sei appuntamenti tra cinema e scienza. In questa prima edizione si è voluto esplorare, attraverso le parole degli scienziati e le immagini dei docufilm, quattro importanti tematiche della ricerca scientifica : computational sciences, lifetech, nano materials e robotics.

Dopo i quattro appuntamenti genovesi, il 2 dicembre il ciclo di documentari ha fatto tappa a Milano presso l’Anteo Palazzo del Cinema con la proiezione di Oceani, il mistero della plastica scomparsa, docufilm realizzato dal regista Vincent Perazio. In sala con gli spettatori c’era Giacomo Tedeschi, dottorando presso l’IIT nella sezione di ricerca Smart Materials, che ha introdotto il film mostrando la preoccupante situazione di alcuni luoghi a noi remoti e sconosciuti, come l’isola di Henderson nel mezzo dell’Oceano Pacifico Meridionale invasa dalla plastica, e spiegando come l’IIT si stia muovendo di fronte a questa preoccupante situazione. Negli ultimi decenni l'istituto ha progettato numerosi materiali intelligenti, tra cui: la spugna in grado di separare l’olio dall’acqua grazie alle nanotecnologie (che potrebbe essere utilizzata nei casi di sversamenti di petrolio in mare) e le bioplastiche 100% biodegradabili in grado di sostituire la plastica nel packaging alimentare.

Il documentario è nato nel 2016 con l'emergere di un dato scioccante: 50 miliardi di pezzi di plastica galleggiano sulla superficie dell’oceano, ma questi rappresentano solo l’1% di ciò che viene scaricato in mare dall’uomo. Sorge spontaneo quindi chiedersi: dove finisce tutto il resto? Le correnti trascinano ovunque i rifiuti plastici, dall’Artico all’Antartide, e a causa di questi flussi si sono formate cinque enormi zone di accumulo: due nell’Oceano Atlantico, due nel Pacifico e una nell’Indiano, soprannominate “continenti di plastica”. Secondo molte teorie, questa plastica viene ingerita dagli organismi marini, che a loro volta la trasformano in qualcosa di impercettibile all’occhio umano che, essendo non biodegradabile, si trasforma in microparticelle tossiche. Questo processo sta dando vita a un nuovo ecosistema, noto con il nome di plastisfera.

Dove si concentrano queste microparticelle tossiche? Diventano cibo letale o si depositano sul fondo? Vincent Perazio in questo documentario cerca di rispondere attraverso un viaggio istruttivo ma non rassicurante in cui incontriamo scienziati da tutto il mondo, come il biologo marino Francoise Galgani, che racconta del ritrovamento sui fondali del Mar Mediterraneo di bottiglie di plastica risalenti al 1960. Secondo le ricerche condotte le microplastiche risultano invasive per la fauna che le ingerisce, in quanto favoriscono la formazione di tumori, ma soprattutto sono in grado di attaccarsi alle alghe e di viaggiare con loro portandole dove non sono mai state e quindi creando danni alla biodiversità dei fondali.

L’unico dato positivo ad emergere è il seguente: alcuni dei batteri che si formano in questi ecosistemi possono mangiare la microplastica e distruggerla, ma questi crescono più lentamente della quantità di residui presenti in mare. Si tratta di un problema complesso e in continua evoluzione. L’unico modo per salvare gli oceani e i mari sembra essere un repentino cambio di rotta.
cinema, festival, film, scienza