IN RIPRODUZIONE

DA WEBCAM

ASCOLTACI!

LICENZA SIAE 202200000075 | LICENZA SCF 937/14 | C.F. 97703440152

© 2008-2024 POLI.RADIO | TUTTI I DIRITTI RISERVATI | Iniziativa realizzata con il contributo del POLITECNICO DI MILANO

Nascondi dock Mostra dock

Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Jain: "Al centro dei miei video il talento femminile"
La one-woman-band che fa saltare tutto il Fabrique ci racconta il suo ultimo album
   10 Dic 2018   |     Redazione   |     Emanuele Intagliata   |     permalink   |      commenti
Incontriamo Jain subito dopo il soundcheck: la sala è vuota. La quiete prima della tempesta.
Molti conoscono Jain per i suoi video psichedelici. Altri per il suo sound unico che mischia pop ed etnico. I fan più fedeli invece sanno anche che il live di Jain non è un semplice concerto: è una vera e propria festa. In tanti lo scorso sabato erano al Fabrique per saltare e cantare con lei. Tra i fortunati c’eravamo anche noi.

La raggiungiamo dietro le quinte. Conversando, ci appare una ragazza solare, proprio come la sua musica.
Per rompere il ghiaccio parliamo di cibo: ci racconta che le piace molto cucinare, soprattutto piatti etnici. Ovviamente è anche super fan del cibo italiano.

Devo congratularmi con te perché l'ultima volta che ti ho vista in Italia era per il “Zanaka Tour”. Questa settimana Zanaka, il tuo primo album, è stato certificato “Disque de Diamant'” in Francia (più di 500.000 copie vendute, ndr). Sei contenta?

Sono davvero felice perché è una delle 'ricompense' più importanti per un album.

Quell'album ti ha dato tante soddisfazioni, anche una nomination ai Grammy Awards del 2018.

Sì! E’ pazzesco e me ne sta dando ancora: praticamente adesso è come se fossi in tour con due album!

Stai avendo soddisfazioni anche dal tuo nuovo album “Souldier”, che è stato rilasciato lo scorso 24 agosto. È già "Disque d'Or" in Francia (più di 80.000 copie vendute).

Sì, sta andando molto bene. E poi, grazie a quest’album, abbiamo viaggiato molto e viaggeremo molto ancora. In autunno siamo stati negli Stati Uniti e adesso stiamo per finire il tour europeo: saremo in giro ancora per un po’.

E infine tornerai a suonare in Francia. Come è stato il tour americano?

È stato molto divertente perché abbiamo girato tante città diverse, vivendo in un bus. Girare gli Stati Uniti in bus è stato davvero

Com’è il pubblico negli USA?

In realtà , è quasi lo stesso che in Francia. Essendo da sola sul palco chiedo alle persone un sacco di cose: alzate le mani, cantate questo, cantate quello (ride). Sono tutti così educati e carini con me: rispondono sempre alle mie richieste!

Sei una one-woman-band in questo tour. Quale canzone del tuo ultimo album “Souldier” preferisci suonare live?

Mi piace molto suonare una canzone chiamata ‘Inspecta’. Anche ‘Star’ è davvero divertente da riportare live; aggiungerei anche ‘Flash’.

Parliamo un po’ di 'Star'.

‘Star’ parla dello star system in generale e di come tutti oggi vogliano essere una star. Di come ognuno sia ossessionato dai selfies e dal condividerli su internet. Penso sia davvero strano che non esistano più nascondigli. Sentivo di voler parlare di ciò.

Oggi, su internet, tutto è pubblico.

Sì, tutto è pubblico e sì, non c'è più privacy: penso che oggi sia fondamentale avere privacy.

Com'è stata scritta? Ci hai pensato molto?

Era qualcosa che mi si veniva da dentro. Intorno a me vedo i miei amici che passano molto tempo con la testa sullo smartphone. È un particolare della nostra società che volevo raccontare. Parla anche di come siamo un po' dipendenti dall'immagine di noi che diamo agli altri attraverso i social.

Riguardo a ciò, stavamo parlando di Inspecta. É una delle mie canzoni preferite dell'album, anche perché al suo interno contiene il tema dell’Ispettore Gadget! Ascoltandola e leggendo il testo, mi è sembrato parlasse del personaggio stesso di Gadget. Mi è sembrato parlasse anche della tecnologia che rischia intrappolare la creatività, giusto? Che cosa significa realmente, perché mi incuriosisce!

È come dici tu, riguarda tutte quelle persone che vogliono venderci qualcosa, vogliono venderci la nuova tecnologia, dicendoci: “Devi avere questo per essere il migliore!”. Spesso riescono a venderci cose di cui in realtà non abbiamo bisogno. Così ho voluto trasformare l’“Ispettore” in una specie di impostore.

Altri testi dell'album sono positivi e motivazionali. Ad esempio 'Alright ' è molto incoraggiante. Quando hai scritto questi testi era un bel periodo della tua vita?

Sì, è stato un buon periodo per me ma, sfortunatamente, non lo era per una mia cara amica... quindi è per lei che l'ho scritta: volevo tirarla su di morale perché stava uscendo da una relazione turbolenta. Volevo che fosse motivata e diventasse più indipendente, come donna, nella relazione.

Anche il video è speciale, come sempre: i tuoi video sono sempre speciali! ‘Come’ sta per arrivare a 100 milioni di views su YouTube, sai?

Sì, non vedo l’ora!

Il video di Alright è incoraggiante in particolare per le donne. Raccontaci l'idea che sta dietro di esso.

Beh, come ti dicevo ho scritto la canzone per questa mia amica, per una donna. Volevo che il video fosse coerente con il testo. Ho voluto mettere in primo piano donne forti che fanno cose che, secondo la gente, non dovrebbero fare come andare in mountain-bike, fare skate, fare graffiti e altre cose. Volevo metterle in risalto, mostrando donne talentuose, che non fossero nude o altro, ma che stessero facendo arte a modo loro.

Parlando di graffiti, so che ti piace lasciare il segno nei camerini delle venue in cui ti esibisci

Non ho ancora deciso cosa farò qui (ride). Di solito chiedo agli organizzatori dell’evento se a loro sta bene. Se a loro non sta bene tendo a nascondere disegni dietro i mobili o qualcosa del genere .

La musica di Jain è un mix di suoni provenienti da tutto il mondo. Essa rispecchia le sue origini e la sua storia. Nata a Tolosa, lascia la Francia all’età di 9 anni per trasferirsi a Dubai. Si trasferisce più volte a causa del lavoro del padre, prima in Congo e poi ad Abu Dhabi. Appena maggiorenne torna in Francia, stabilendosi a Parigi. Jain ha sempre celebrato le sue radici sia nei testi che nel sound.

Nel tuo ultimo album è presente una canzone, Abu Dhabi, che sembra una canzone d'amore per una delle città in cui hai vissuto.

Sì, è davvero una canzone d'amore per la città. Ho vissuto ad Abu Dhabi solo un anno: lì mi sono diplomata e mi sono trovata veramente bene. Avevo circa 17 anni quindi ero già più in grado di ascoltarne la musica e cercare di capirne la cultura rispetto alle città in cui ero stata in precedenza. Quando ero stata a Dubai avevo solo 9 anni e non capivo molto di ciò che succedeva intorno a me. Quando sono arrivata ad Abu Dhabi ho scoperto una nuova cultura e una nuova musica. Volevo replicarla ma a modo mio, mescolando la musica araba con l'hip hop e musica elettronica.

Parlando di questo mix di suoni: le tue canzoni, tutta la tua arte, sono una miscela di molteplici culture. Ascoltando la tua musica sembra sia un processo naturale e facile. Raccontaci: come è nato il tuo sound? Come intrecci la musica elettronica, musica araba, musica africana e musica francese?

Beh, non è qualcosa che faccio di proposito. Quando scrivo una canzone,dopo che è finita, spesso dico tra me e me: “È divertente perché c'è questa influenza e quest’altra influenza!”.Ma prima di scrivere una canzone non dico mai a me stessa:"Prenderò questo da qui e prenderò quest’altro da qui e lo renderò mio ". Per me è un processo naturale.

Alcune persone sono spaventate dal miscuglio di culture ma tu sei la prova vivente che mescolare cose può essere divertente e può essere bello. Le tue canzoni sono la prova di ciò, non credi?

Sì, credo che sia decisamente divertente. C'è una differenza, sai, tra appropriazione culturale e il fare musica in un certo modo solo perché ho vissuto in certi paesi: è una parte di me. Lì ho imparato la 'Darabouka', che è una percussione araba. Ho imparato a suonare il djembe in Congo e anche a registrarmi da sola. Sono quindi parte di me: io non faccio altro che combinare ciò che è parte di me.

Per seguire il tour di Jain non vi resta che rimanere aggiornati sui suoi canali ufficiali e se volete rendervi conto di magia sia un suo concerto, no problem: abbiamo un riassunto fotografico pensato apposta per voi!

Ph. Anna Rampazzo

fabrique, intervista, jain, souldier