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Vaccini: la parola agli studenti
RadioAttivi intervista Davide Passiatore per provare a capirci qualcosa in più
   07 Feb 2017   |     Redazione   |     Emanuele Intagliata   |     permalink   |      commenti
Dalla collaborazione tra Poli.Radio e il blog Fisici senza palestra, è nato RadioAttivi: un programma che intende farvi passare il mercoledì in mezzo alla scienza, ma in spensieratezza.
RadioAttivi è un programma di studenti per studenti nato per divulgare e questa settimana è stato affrontato un argomento alquanto delicato: i vaccini. Quale modo migliore per farlo, dunque, se non chiedere il parere a un altro studente, possibilmente più preparato in materia? Davide Passiatore, studente di medicina dell’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" è venuto in nostro soccorso, cercando di aiutare a districarsi su questa spinosa questione.

Con lui partiamo dalle basi: cosa è un vaccino?

Un vaccino è uno stimolante delle difese immunitarie che è costituito da componenti vive e attenuate oppure uccise dell’organismo di riferimento, che viene inoculato per essere riconosciuto e memorizzato dal sistema immunitario che, in questo modo, saprà già come comportarsi nei suoi confronti.

Semplice no? Andiamo avanti.

Avere la possibilità di combattere una malattia prima ancora che possa essere contratta è estremamente vantaggioso non solo per chi è sano, ma soprattutto per chi non ha un sistema immunitario competente e, di conseguenza, non può vaccinarsi. E’ proprio questo che si intende con immunità di gregge: la vaccinazione della gran parte di popolazione impedisce il verificarsi di sacche di contagio e riduce il rischio di malattia per chi non può vaccinarsi (ad esempio, chi è allergico a componenti del vaccino).

Una categoria importante da vaccinare è quella dei bambini. Pur essendo deboli, non tutti i bambini risultano esposti a tutte le malattie infettive. Nei primi mesi di vita, infatti, si sceglie di vaccinare i bambini che hanno un reale rischio di infezione. Per esempio, si vaccina alla nascita per l’epatite B un bambino partorito da una mamma infetta dal virus responsabile dal momento che, a causa della commistione di sangue fetale e materno possibile durante il parto, il rischio di infezione è reale e tangibile. Viceversa, un neonato da madre non infetta non necessita dello stesso trattamento d’urgenza e avrà modo di vaccinarsi in un altro momento della sua vita.

Cosa c’è alla base della crescente diffidenza del web verso la vaccinazione?

Il memo di Simpsonwood è stato all’origine della bufala sulla correlazione tra autismo e vaccinazione. Malgrado la notizia sia falsa, ha comunque delle basi reali che è interessante andare a scoprire. Il documento che è tanto sventagliato dalle schiere di antivaccinisti si riferisce ad un verbale reale di un reale incontro avvenuto nel 2000 a Simpsonwood, relativo agli studi di prima fase sul Thimerosal, un adiuvante a base di mercurio contenuto in alcuni vaccini pediatrici. In questo incontro, alcuni studiosi paventavano il rischio di malattie neurologiche (ritardi di apprendimento, sindrome da iperattività, tic di varia natura) sulla base proprio di questi studi. Il verbale è stato poi diffuso dagli stessi organizzatori dell’incontro per cercare di sollecitare, nella comunità scientifica di tutto il mondo, qualcuno che avesse delle evidenze più sostanziali di questi rischi. Tuttavia, gli studi seguenti hanno rivelato che le prime evidenze erano poco consistenti e, alla pubblicazione finale del lavoro avvenuta nel 2004, si richiedono studi più approfonditi sull’argomento.

Già dal 2000, in realtà, la comunità scientifica, sollecitata dalla pubblicazione del Memo di Simpsonwood, aveva raccolto la sfida cercando di trovare smentite o conferme al dubbio posto dai primi scienziati. Nel 2001 l’Immunization Safety Review Committee (IOM’s), revisionando i dati disponibili, ha inoltre concluso che non ci fossero evidenze sufficienti per confermare o escludere che il Thimerosal potesse causare autismo, ADHD e ritardi di linguaggio.

Nel 2004, uno studio britannico evidenzia la negatività di correlazione tra autismo ed esposizione al mercurio contenuto nei vaccini. Se sembrassero poco convincenti gli studi precedenti, uno studio danese del 2003 mostra, oltre alla negatività di correlazione, anche l’aumento del numero di casi di autismo in Danimarca malgrado il Thimerosal fosse stato già eliminato dalle componenti dei vaccini pediatrici.

Questi sono solo alcuni degli studi innumerevoli, quello che conta è la conclusione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, nel 2012, ha decretato che il numero di evidenze a mostrare correlazione negativa tra il mercurio nei vaccini e lo sviluppo di malattie cognitive era sufficiente a non necessitare di nessun altro studio a riguardo.

Come mai, negli ultimi mesi, sono tornati agli onori della cronaca?

Tra le psicosi, oltre a quelle antivacciniste, gli ultimi tempi hanno anche visto quelle vacciniste. Gli allarmismi per il contagio di meningite, sebbene abbiano aumentato il numero assoluto di vaccinati (il che non può certamente dirsi un buco nell’acqua), sono pur sempre legate ad una paura fondata, ma sicuramente fomentata dai media e poco aderente alla situazione reale. Il numero di contagi, infatti, è nella media e non c’è alcuna epidemia in atto. Attualmente, il controllo sulle vaccinazioni è di sola competenza regionale ma, visti gli ultimi risvolti, è in preparazione un piano di vaccinazioni nazionale che scavalcherà le singole decisioni di competenza regionale. In ogni caso, i soggetti più a rischio di contagio sono tutti quelli che si espongono a contesti “di massa”: file ai tornelli, caserme, residenze universitarie, metropolitane affollate sono tutti siti in cui è plausibile il contagio che si verifica per via aerea. Vaccinarsi è sicuramente una difesa in più verso una malattia ad esordio insidioso e dai danni irreversibili, ma è anche importante ricordarsi che non è in corso la decima piaga d’Egitto.

Per ogni notizia in più sui vaccini, ricorda di non affidarti a nessun sito internet che non sia certificato dall’istituto superiore di sanità, dalla società italiana di igiene o una qualunque associazione medica certificata. Per sapere se sei una persona a rischio per un certo tipo di malattia, parlane sempre con il tuo medico di famiglia.


Credi davvero che non si possa parlare di scienza in spensieratezza? Ascolta RadioAttivi, ogni mercoledì dalle 18:00 su Poli.Radio e segui i Fisici senza palestra sul blog!

Photo by RF._.studio from Pexels

Emanuele Intagliata
Davide Passiatore

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