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Very Long Song Artist

Very Long Song Title

Il progetto di Carmen Consoli
Amuri Luci, in uscita il 3 ottobre, è il primo album di una trilogia discografica che esplorerà le sue tre anime
   03 Ott 2025   |     Redazione   |     Giorgio Minali   |     permalink   |      commenti
Vestito così da giovane uomo in una giornata qualunque mia mamma non mi ha mai visto. Oggi però non è un giorno qualunque, oggi, giovedì 2 ottobre Carmen Consoli presenta in anteprima presso la Triennale di Milano il suo nuovo disco, Amuri luci. Tra le testate invitate c’è pure POLI.RADIO.

L’abito è quello da festa. Sono a una cerimonia che incomincia alle 11 con l’ascolto del nuovo lavoro, il primo di una trilogia discografica ispirata dal poeta latino Quinto Ennio. Ogni brano è intervallato da un video di Carmen Consoli che spiega brevemente il significato della canzone in quei piccoli schermi non in grado di contenere la sua aura e si ripete, proprio come un rito, per le 11 canzoni dell’album.

La lingua è una presenza assoluta nel disco e non è una scelta stilistica.
Amuri luci può essere interpretato dal lettore come: l’amore è luce o anche nel significato di amore per la verità e la conoscenza che è esso stesso verità e conoscenza.
È cantato in dialetto siciliano, arabo, latino e greco antico. Non è un album dialettale, è un album in dialetto. È diverso. Il dialetto siciliano per la cantantessa (errore del produttore sudafricano Allan Goldberg commesso ai tempi di Due parole, primo album di Carmen del 1996, ma termine a lei gradito) è la lingua dell’immediatezza quella che usa per esprimere il disagio.
Vuole tornare alle nostre radici tramite la lingua e il suo studio, così da scoprire la Storia e conoscere, antidoti all’uomo neo-primitivo. L’uomo sta regredendo, ha inventato la diplomazia e non se lo ricorda più. Applica logiche medioevali come il “occhio per occhio, dente per dente”. La soluzione a questa deriva è nel nostro passato e Carmen ci propone i racconti di storie vere e drammi rivisitati, fiabe antiche e storie contemporanee al fine di creare una memoria collettiva.
Alcuni testi sono versi cantati di opere dei poeti Ignazio Buttitta (“Parru cu tia”, “Mamma tedesca”), Nina da Messina (“Qual sete voi”), Ovidio (“Bonsai #3”), Teocrito (“Galàteia”) e Graziosa Casella (“Nimici di l’arma mia”). Altri sono racconti di storie vere come quella di Giovanni Impastato (“Amuri luci”), fratello di Peppino e di Ibn Hamdis (“La terra di hamdis”).

Il disco è stato registrato per il 70% in presa diretta. “Avevo trovato una chitarra classica appartenente a una mia trisavola, mi sono messa a suonarla e sono nate le canzoni”. L’arrangiamento assieme ai suoi collaboratori si è svolto presso la sua casa di campagna che si affaccia da un lato verso l’Etna, dall’altro verso il mare, racconta ai giornalisti al termine dell’ascolto delle canzoni. Quale posto migliore per ispirarsi, mangiare (c’era la mamma di Carmen a cucinare) e seguire i ritmi umani. Non è infatti umana la fretta, afferma.
"Galàteia", quinto brano, è l’esempio di questa concezione. Testo ispirato al mito greco narrante dell’amore non corrisposto da parte del ciclope Polifemo nei confronti di Galatea, innamorata a sua volta di Aci. Il brano è scritto in greco antico. La realizzazione ha richiesto un anno e mezzo perché era necessario studiare, capire e parlare il greco. Avrebbe potuto sfruttare l’IA ma sarebbe stato uno sgambetto a se stessa. “La conoscenza vissuta è meglio della conoscenza acquisita” e “ciò che parte dal cuore arriva al cuore”. È quanto avviene: il disco racconta i sentimenti dei suoi protagonisti, è umano perché creato seguendo il tempo umano e quindi le emozioni giungono dritte all’ascoltatore, da cuore a cuore.

L’idea della trilogia è ispirata da Quinto Ennio considerato il primo poeta a usare il latino come lingua letteraria. Egli scriveva e parlava in tre lingue dicendo di avere tre cuori, “poiché ogni lingua corrispondeva a una spettro emotivo diverso”. Ogni disco è una visione autonoma di un unico progetto.
Del primo ne abbiamo già parlato.
La sua seconda anima, quindi il secondo album, avrà una matrice rock. Ci preannuncia che sarà cantato in inglese, francese e spagnolo con il latino come tramite tra il primo disco e il secondo. Ha appena terminato la registrazione della prima traccia e precisa che la realizzazione richiederà il tempo necessario, quello umano.
Il terzo esplorerà la sua anima più cantautorale. Sarà cantato in italiano, la sua lingua introspettiva (“Non sei per nulla obbligato a comprendermi” cantava in “Amore di plastica”).
Carmen ci fornisce un anticipo di quello che potrebbero essere i temi trattati collegandosi a “Galàteia”. Se in Amuri luci l’amore è in grado di umanizzare un mostro, nella seconda opera si racconterà dell’uccisione dettata dalla gelosia di Aci da parte di Polifemo, mentre nella terza si tratta della metamorfosi del sangue di Aci in fiume così da mantenere vivo l’amore tra lui e Galatea.

Partendo dalle tracce a ciascuno di noi spetta la scoperta dei nuovi messaggi che Carmen Consoli ci vuole trasmettere e che ci ha aiutato a interpretare.

LE TRACCE
“Amuri luci”: canzone dedicata a Giovanni Impastato il quale ha dedicato la sua vita a raccogliere l’eredità del fratello Peppino.

“Unni t’ha fattu’ a stati”: il titolo riprende un detto popolare (dove hai fatto l’estate, passaci pure l’inverno). Parla degli opportunisti, coloro che cercano le soluzioni più comode nelle difficoltà e una volta terminata tornano sui propri passi.

“La terra di Hamdis” (feat. Mahmood): racconta della tragedia del poeta siculo-arabo Ibn Hamdis costretto a lasciare la Sicilia nel XI secolo dopo la conquista normanna, tema che si intreccia con le migrazioni contemporanee.
La scelta di Mahmood è stata immediata racconta Carmen. Inoltre, vi è un legame tra i due artisti in quanto Il Cairo, capitale del paese di origine del cantante, è stata fondata da Jawhar al-Siqilli, un generale siciliano.

“Mamma tedesca”: canzone ispirata dalla lettera scritta dal poeta Ignazio Buttitta alla madre di un soldato da lui ucciso, monito alla tragedia della guerra.

“3 oru 3 oru”: il tri oru è il gioco (o truffa) delle tre carte. Il protagonista è un uomo che non si assume le proprie responsabilità nei confronti della moglie, del figlio e dell’amante.

“Bonsai #3 – Galàteia”: brani che riprendono il mito di Galàteia. Il primo ispirato al racconto ovidiano in latino, il secondo a quello in greco antico di Teocrito.

“Parru cu tia” (feat. Jovanotti): è un inno alla ribellione scritto da Ignazio Buttitta: chi accetta il disprezzo e il sopruso del padrone senza alzare la testa ne è complice.
La parte finale del brano, cantata da Jovanotti, è l’unica in italiano dell’intero album.

“Comu veni, veni”: “parlare senza pensare è come sparare senza mirare” frase di Thomas Fuller che riassume il significato del testo: troppa gente parla senza riflettere creando disordine.

“Qual sete voi” (feat. Leonardo Sgroi): è lo scambio epistolare tra Nina da Messina, prima donna a poetare in volgare, con il poeta toscano Dante da Maiano, innamorato dalle opere di lei, riproposto nel duetto tra Carmen e Leonardo Sgroi, tenore del Maggio Musicale Fiorentino.

“Nimici di l’arma mia”: Graziosa Casella, poeta dell’amore e della amicizia, esprime nei versi il suo dolore per il termine della storia con il suo amante e considera nemici i giorni che trascorrono senza più l’amore di un tempo.
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