<div>Era alla fine dello scorso ottobre quando venivo svegliato di soprassalto dall' inquietante sensazione di essermi dimenticato qualcosa di importante.</div>
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Ma certo! Di lì a due minuti sarebbe iniziata la vendita dei biglietti della data milanese di Tyler, the Creator, che non ero riuscito a prendere durante la prevendita del giorno precedente. Poco male, cinque minuti dopo avevo già i biglietti per me e per i due amici che volevano venire al concerto e, soddisfatto per aver compiuto quella che mi sembrava un'impresa, potevo cominciare a svegliarmi sul serio.
Ecco, forse non era proprio un impresa visto che arrivati al 29 aprile, vigilia del concerto, era rimasto ancora qualche biglietto, forse recuperato dai giri di rivendite illegali che li avevano presi tutti così in fretta ad ottobre.
Ad ogni modo, nel frattempo avevamo avuto modo di metabolizzare Chromakopia, il nuovo album di Tyler. Un progetto estremamente personale, intenso e, a suo modo, innovativo, non tanto dal punto di vista musicale e di “storytelling” come Igor, ma piuttosto per la sua capacità di scavare nella vita dell'artista, raccontando più storie diverse e raggiungendo alcuni dei meandri più oscuri mai toccati da Tyler, ma sempre mantenendo un' umanità rassicurante.
Entriamo al palazzetto davanti al palco secondario, che stava di fronte al più imponente palco principale, e veniamo subito travolti dall'energia ruvida e violenta dei Paris Texas: il duo che apre le danze alle date di questo tour.
Passa una mezz'ora di fuoco rap e punk, e i Paris Texas, ai quali rivolgiamo un entusiasta e caloroso “arrivederci”, sperando di rivederli presto in concerto, lasciano il palco al secondo opening act: Lil Yachty.
Qui, purtroppo, il discorso è ben diverso: il rapper, che pure ha già una carriera di tutto rispetto alle spalle, e che con Let's Start Here aveva realizzato uno dei progetti più interessanti del 2023, canta pochissimo sopra le basi registrate, ed esaurisce quasi subito le energie, apparendo abbastanza spento e spaesato, e lasciando intendere che forse quella sera non fosse completamente a suo agio.
Terminata l'apertura si accendono ancora le luci del Forum, ma questa volta ad illuminarsi, rigorosamente di verde, è anche la gigantesca scenografia del palco principale, che riprende il video-trailer di St. Chroma con cui è stata annunciata l'uscita dell'album.
Le luci si spengono ed ecco Tyler, the Creator, mascherato e con il completo militare che caratterizza l'alter ego di Chromakopia.
Un boato accompagna St. Chroma, perfetta traccia d'apertura sia dell'album che di questo concerto, che prosegue con i brani di Chromakopia sostanzialmente in ordine: da una Rah Tah Tah che scuote il palazzetto come un sisma, a Darling, I, durante cui Tyler, trascinando la punta del piede in una sorta di “moonwalk” al contrario, rende difficile non fare paragoni importanti, almeno dal punto di vista coreografico (anche dal punto di vista musicale a dire il vero, guardando più verso Minneapolis).
Judge Judy, poi, conferma le mie previsioni, rivelandosi ancora più magica dal vivo, coi suoi cori di beachboysiana memoria, e Sticky è un trionfo southern hip hop.
Giù la maschera con Take Your Mask Off, e nel frattempo la scena si sposta sul palco piccolo, che Tyler ha raggiunto, cantando, con una passerella che sovrasta il parterre. Qui la scenografia ricrea un soggiorno, in pieno stile GOLF WANG, dove l’alter ego, svestita la divisa, lascia spazio all’uomo.
In questa seconda parte dello show vediamo un Tyler molto più rilassato, che ci invita a casa sua e ripercorre buona parte della sua discografia in un’atmosfera decisamente informale e amichevole, quasi a voler normalizzare il rapporto col suo pubblico,i di cui in Noid raccontava invece i lati inquietanti.
A casa sua Tyler, the Creator utilizza il suo stilosissimo giradischi per farci ascoltare alcuni dei suoi brani classici: pescando dalla sua collezioni di vinili, tra cui sono riuscito a riconoscere Baduizm di Erykah Badu e Stankonia degli Outkast, estrae mano a mano i suoi album.
Da Igor, allora, si passa all’era di Goblin, poi Wolf e Call Me If You Get Lost, per poi andare verso la conclusione con quelli che, forse, sono i due pezzi da novanta: See You Again e NEW MAGIC WAND.
Lo show si chiude, quindi, con gli ultimi due brani di Chromakopia (e un affettuosissimo "ciaaaaaaaao", unica parola in italiano mandata a memoria da Tyler, che l'ha ripetuta per tutta la durata del concerto), lasciandoci l'impressione di aver passato la serata con un nostro amico, che condivide con noi una passione viscerale per la musica e che, però, è anche uno dei più grandi artisti del nostro tempo.</div>
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A casa di Tyler, the Creator
Il tour mondiale di Chromakopia arriva al Forum di Assago, e Tyler, the Creator, a metà tra divo inarrivabile e amichevole vicino di casa, ci invita a entrare nel suo mondo.