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Pink Floyd at Pompeii
L’iconico film concerto torna al cinema dal 24 al 30 Aprile, POLI.RADIO ve lo racconta in anteprima
   17 Apr 2025   |     Redazione   |     Tancredi Pezzoni   |     permalink   |      commenti
Mancano pochi giorni al ritorno in sala di uno dei più importanti documentari musicali di sempre. “Pink Floyd At Pompeii - MCMLXXII” porterà il film, originariamente uscito nel 1972, in una nuova era, con un restauro in 4K e un nuovo mix audio in Dolby Atmos, realizzati sotto la guida, rispettivamente, di Lana Topham e Steven Wilson.



La celebre trasferta italiana dei Pink Floyd ha segnato la storia della musica per più ragioni: innanzitutto sfidava il concetto stesso di musica dal vivo, in quanto è stata pensata sin dall’inizio come un concerto senza pubblico, o meglio con un pubblico composto dalla storia del sito archeologico più famoso al mondo, e dagli spettatori del film, lontani nel tempo e nello spazio dal momento performativo. E proprio per questa decisione di avere un “non-pubblico”, la scelta di Pompei si è rivelata particolarmente fortunata, in quanto si avverte un contatto tra il tempo passato, rimasto fermo per sempre all’eruzione del 79 d.c., e quello che all’epoca era il tempo presente, quasi come se i Pink Floyd avessero riportato in vita una città fantasma.

Le riprese realizzate in Campania, giudicate di durata insufficiente, furono poi integrate da un’ulteriore sessione, questa volta a porte chiuse, agli studi cinematografici “Europasonor” di Parigi, da cui emerge una interessantissima Mademoiselle Nobs, dove il cantante principale è una femmina di levriero russo di nome, appunto, “Nobs”.


Oltre ai brani registrati dal vivo a Pompei e a Parigi, il documentario offre uno scorcio della vita lavorativa della band agli studi di Abbey Road, che al momento delle riprese, effettuate l’anno successivo alla prima uscita del film, era alle prese col missaggio del capolavoro “The Dark Side Of The Moon”, e che quindi si presta a una “farsa” per ricreare le fasi di registrazione, sostanzialmente recitando.

Il documentario, cui i restauri video-sonori fanno la dovuta giustizia, regala uno sguardo su quell’epoca di transizione, fatta di lunghi brani strumentali e di sperimentazione tecnologica, tra gli albori psichedelici di Syd Barrett e la piena maturità di “The Dark Side Of The Moon”; ci porta dentro la vita quotidiana di una band già allora di enorme successo ma ancora giovane, che ci parla, mentre fa colazione, della propria idea sul futuro e sul presente del rock, e ci ricorda, a distanza di oltre cinquant’anni, che la musica non conosce confini.
live music, pink floyd, pompei, radio, rock