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Liszt, Paganini, Saint-Saens
Il "Diabolus in musica"
   28 Gen 2025   |     Redazione   |     Leonardo Matta   |     permalink   |      commenti
Quasi due ore di grande musica hanno riempito l’Auditorium di Milano, sede dell’orchestra sinfonica di Milano diretta da Emmanuel Tjeknavorian, nuovo direttore musicale dalla stagione 2024/25. Tema centrale del concerto (eseguito il 24 ed il 26 gennaio) è il Diabolus in musica, filo conduttore tra i tre compositori protagonisti del concerto: Franz Liszt, Niccolò Paganini e Camille Saint-Saëns. Tre figure di spicco dell’Ottocento, soprattutto Liszt e Paganini (non me ne voglia Saint-Saëns), noti per la loro musica e tecnica ma anche per il loro carattere particolare, fonte di molti aneddoti. Con “Diabolus in musica” inizialmente ci si riferiva all’intervallo musicale di tre toni (mezza ottava), particolarmente dissonante e quindi evitato dai compositori per il suo suono sinistro, ambiguo ed instabile. Più tardi si è imparato a gestirlo ed è entrato nelle partiture di molte composizioni. Col passare dei secoli si è passati a “vedere il diavolo” non solo nella dissonanza musicale ma anche in musicisti altamente virtuosi e carismatici, tra tutti Niccolò Paganini.
Apre il concerto il Mephisto Waltz n. 1 di Franz Liszt, nella versione originale per orchestra. La composizione è un esempio di musica a programma perché si rifà al Faust di Nikolas Lenau, in particolare all'episodio della danza al villaggio, in cui Mefistofele suona al violino un diabolico e seducente valzer che accompagna la danza di Faust con una ragazza del villaggio. La Sinfonica riesce egregiamente a trasmettere l’aggressività e la dolcezza subdola del valzer diabolico, ricco di virtuosismi eseguiti a grande velocità.
Segue il Concerto n. 2 per violino e orchestra in si minore "La Campanella" di Niccolò Paganini, celeberrimo soprattutto per l’ultimo movimento in cui il violino solista dialoga con una campanella. Il solista è Benjamin Schmid, poliedrico violinista austriaco, capace di destreggiarsi tra la musica classica ed il jazz, vincitore di molti premi e collaboratore di molte rinomate orchestre. Di grande spicco è la cadenza nel primo movimento in cui Schmid presenta divagazioni ricche di doppie corde, virtuosismi e pizzicati dall’effetto chitarristico con grande padronanza dello strumento ed eccellente controllo del suono. Il pubblico ha particolarmente apprezzato l’esecuzione, tanto da far scattare l’applauso, condiviso anche dall’orchestra e dal direttore, tra il primo ed il secondo movimento. L’esecuzione dei successivi due movimenti mantiene la qualità del primo, un pizzico di teatralità è emersa nel terzo movimento durante il dialogo musicale tra il violinista ed il percussionista. La sinfonia termina e viene acclamata dai “Bravo!” del pubblico seguiti da un brano di Rodolphe Kreutzer fuoriprogramma.
A chiudere il concerto è la Sinfonia n. 3 in do minore op. 78 di Camille Saint-Saëns, detta anche “Sinfonia per organo” data la presenza del maestoso strumento. Purtroppo l’Auditorium non è dotato di un organo a canne, quindi è stato utilizzato un surrogato elettronico suonato da Alberto Gaspardo. Questa lacuna non si è fatta sentire nella seconda metà del primo movimento, in cui l’organo collabora con l’orchestra senza dover prevalere, discorso diverso per l’Allegro del secondo movimento. La potenza sonora dell’organo non è riuscita ad emergere come farebbe con un organo a canne, lo strumento è stato quasi divorato dall’esplosivo e maestoso suono del resto dell’orchestra. Al di là dei mezzi a disposizione, la sinfonia è stata impeccabilmente eseguita dall’orchestra, come hanno confermato gli applausi scroscianti del pubblico ai musicisti della Sinfonica, al direttore Tjeknavorian ed all’organista Gaspardo.




Per consultare l’intero programma della Stagione sinfonica 2024/25 si faccia riferimento al sito www.sinfonicadimilano.org
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