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La Sesta di Mahler
Primo appuntamento della Filarmonica della Scala nel 2025
   20 Gen 2025   |     Redazione   |     Leonardo Matta   |     permalink   |      commenti
La Stagione sinfonica del Teatro alla Scala apre il 2025 con la Sesta Sinfonia di Mahler, in programma il 13, 17 e 20 gennaio. Eseguita dalla Filarmonica della Scala, la prestigiosa orchestra istituita da Claudio Abbado nel 1982 e diretta nel corso del tempo dai più grandi direttori d’orchestra: Abbado, Muti, Bernstein e Barenboim, solo per citarne alcuni. La Sesta di Mahler è in mano a Lorenzo Viotti, direttore d’orchestra svizzero classe 1990, già direttore di molte rinomate orchestre come la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, la BBC Philharmonic di Manchester, la Gewandhaus Orchestra di Lipsia, i Münchner Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Gustav Mahler Youth Orchestra, la Royal Philharmonic Orchestra di Londra e la Staatskapelle di Berlino. Attualmente è il direttore musicale della Netherlands Philharmonic Orchestra e della Dutch National Opera.

Nonostante la canonica struttura in quattro movimenti, in questo caso Allegro energico, ma non troppo, Andante moderato, Scherzo e Finale: Allegro moderato, la sinfonia è corposa, complessa, ricca di simboli e di richiami difficili da comprendere, soprattutto perché vanno oltre l’ascolto. Infatti, il colossale lavoro dalla durata di circa 80 minuti (insieme alla Quinta e alla Settima forma la triade di sinfonie solo strumentali) è ricco di citazioni, autocitazioni e rimandi alla vita del compositore, un’autobiografia in musica. La sinfonia è stata composta tra il 1903 ed il 1904, rivista nel 1906; Mahler fu indeciso se mettere l’andante come secondo movimento, seguito dallo scherzo, o viceversa, nell’ultima versione optò per l’ultima opzione. L’esecuzione della Filarmonica ha prediletto la versione con andante seguito dallo scherzo, forse per creare un distacco dalle tragiche, pesanti ed incalzanti sonorità del primo e del terzo movimento, scandite da un tempo marziale. L’andante porta l’ascoltatore in un paesaggio idilliaco, bucolico, sostenuto dal dolce suono delle arpe e dal corno inglese evocando tranquillità, rara in questa sinfonia. Oltre al secondo movimento, le sonorità pastorali vengono a tratti riprese in tutta l’opera, immerse però in lunghe sezioni angosciose, cupe e minacciose. L’orchestra ed il M° Viotti riescono a raccontare il conflitto tra l’eroe ed il destino, facendo emergere il contrasto tra i momenti più tetri, violenti e quelli più sereni, senza però forzare, mantenendo quindi grande unione tra gli elementi durante tutta l’esecuzione. Molto suggestivo ed espressivo il climax che ha portato ai tre sordi colpi di martello, introdotto da Mahler proprio per questa sinfonia, fortemente autobiografici. Come scrive il compositore: “L'eroe che viene colpito tre volte dal destino, il terzo colpo lo abbatte, come un albero". L’enorme organico dell’orchestra, che comprende anche strumenti atipici come la celesta, xilofono, glockenspiel, e, appunto, il martello, viene magistralmente gestito, rendendo come un uniforme agglomerato di suoni diversi da cui però emerge ogni particolarità, grazie anche all’ottima acustica della Scala e alla preparazione dell’orchestra Filarmonica.


Per consultare l’intero programma della Stagione scaligera 2024/25 si faccia riferimento al sito www.teatroallascala.org
filarmonica, mahler, orchestra, sinfonia, teatro alla scala