’’Non posso cambiare il fatto che i miei quadri non vendono. Ma verrà il giorno in cui la gente riconoscer che valgono più del valore dei colori usato nel quadro.’’ - Van Gogh
Il percorso di vita della narrazione inizia focalizzandosi l’immagine di un una tomba, marcando le tappe autobiografiche, a partire dalla morte prematura del fratello maggiore, contorna un ritratto del pittore olandense.
La rappresentazione teatrale è un immensa cascata di pensieri: si addossano episodi sulla vita di Van Gogh, le sue riflessioni personali, il rapporto epistolare col fratello Theo e le poche persone a lui care, la vita ad Arles, il manicomio, la visione nelle sue pennellate e l’importanza attribuitati alla percezione dei colori...
Ai suoi occhi l’umiltà e la semplicità scintillano bellezza. Ma in fondo lui era consapevole di non essere semplice. Da un lato nutre fiducia nel suo essere un genio d’artista, d’altra parte il non sentirsi compreso dalla realtà circostante rimarrà una costante della sua esistenza.
Le tele sono il vuoto nella quale l’artista penetra per imprimere la propria essenza, mediante pennellate decise sfoga il suo sentire. Un’anima fuori dal comune ha difficoltà ad adattarsi all’umano medio; Van Gogh è incompreso, vuole sentirsi vivo ed accettato. Si chiede chi è lui agli occhi della gente. ‘’Bizzaro’’, ‘’negletto’’, queste sono le etichette che gli sono state affibbiate.
Essere infimi o sentirsi tali, un'anima vagante. Sogna e prova a catturare i sogni, vorrebbe dipingere una notte stellata. La sua anima è fuoco vivo, come Icaro nel tentativo di districare tutti i suoi vortici e mettere chiarezza, ne esce ’senza ali’. Dopo aver bruciato intensamente, la fiaccola della sua vita si spegne.
È più importante la vita o l’arte?
''Bella domanda’’ risponde un pubblico dalla sala.
Per tutta la vita Van Gogh ha tentato di configurare una risposta esatta, ma alla fine non è riuscito a trovare una risposta valida. Forse perchè non c’è. Il pittore è rappresentato nella totalità senza soffermarsi unicamente sulla vita oppure incentrando l’attenzione unicamente sulle opere.
La scelta dei colori dell’autore non è casuale: il calore del giallo sfuma ai contorni azzurri celestini dai toni violacei per infine distendersi su un campo di grano giallo, libero.
Con l’arrivo dei corvi, Van Gogh chiude il sipario della vita.
Durata
tempo: 60 minuti
A cura di:
progetto, regia e interpretazione Corrado d’Elia
scene e grafica Chiara Salvucci
assistente alla regia Sabrina De Vita
tecnico luci Christian Laface – tecnico suono Matteo Gobbi
produzione Compagnia Corrado d’Elia
Teatro Leonardo
martedì/sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30
in scena dal 14 al 24 marzo
''Io, Vincent Van Gogh’’, Corrado D’Elia (SKIRA Arte)
Corrado d’Elia nei panni dell’artista post-impressionista, le cui opere, notevoli per la loro immensa bellezza e la vivacità delle tinte, sono rinomate in tutto il mondo.