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Sinfonie Stellari
John Williams e Gustav Holst a confronto
   15 Ott 2023   |     Redazione   |     Jacopo Da Re   |     permalink   |      commenti
Il 13 ed il 15 ottobre l'Orchestra Sinfonica di Milano, diretta dal maestro Jaume Santonja ha proposto un interessante confronto tra due composizioni tonali a tema astronomico-astrologico. La prima è la Star Wars Suite di John Williams, ovvero l'arrangiamento orchestrale della colonna sonora dell'omonima saga cinematografica, mentre la seconda è The Planets op. 32 composta da Gustav Holst come omaggio alla sua grande passione per l'astrologia, maturata in seguito ad un viaggio intrapreso in Spagna nel 1912.

John Williams - Star Wars, Suite (1977-1980)
- Main Title
- Princess Leyla's Theme
- The Imperial March
- Yoda's Theme
- Throne Room & End Title
Durata: 24 minuti circa

Gustav Holst - The Planets op. 32 (1914-1916)
- Mars, the Bringer of War
- Venus, the Bringer of Peace
- Mercury, the Winged Messenger
- Jupiter, the Bringer of Jollity
- Saturn, the Bringer of Old Age
- Uranus, the Magician
- Neptune, the Mystic
Durata: 51 minuti circa


Gustav Theodore Holst nasce a Cheltenham, in Inghilterra nel 1874 da una famiglia di musicisti di origine tedesca. Inizia a suonare il pianoforte all'età di otto anni, ma a causa di alcuni problemi di articolazione dalla mano, vira sullo studio del trombone, consigliato anche come cura per l'asma. Frequenta il Royal College of Music di Londra, ma è impossibilitato dalla salute cagionevole a perseguire una carriera da concertista. Influenzato dai lavori di Bach (in particolare la Messa in Mi minore), Purcell, Mendelsshon e Wagner, si concentra sulla composizione operistica e di inni corali. Nel pieno della corrente modernista si inseriscono molte sue composizioni. Queste spaziano da arrangiamenti sinfonici di brani tratti dal folklore britannico (sull'onda di un rampante nazionalismo) al Savitiri, un'opera lirica tratta dal Vana Parva, il terzo libro del Mahābhārata, poema epico della tradizione induista. Holst stesso s'appassionò alla cultura ed alla filosofia induista, tanto da studiare anche testi in sanscrito. Ne nasce un desiderio di conoscenza mistica che si palesa attraverso la mitologia, l'astrologia e la teosofia.

The Planets, composta durante le estati della prima guerra mondiale, nasce appunto dalla fascinazione di Holst per l'astrologia. Seppur non si tratti di "musica-programma", la presenza di un sottotitolo descrittivo per ogni movimento allude alle caratteristiche mitologiche ed astrologiche dei pianeti del sistema solare. Un'ultima nota va fatta sulla scelta di inquadrare Holst come "modernista". Nonostante il compositore non approdi ad una destrutturazione della tonalità, l'intera sinfonia si basa sul concetto di pluritonalità. Il primo conflitto mondiale rappresenta una forte cesura in campo artistico, dall'arte alla letteratura. Il periodo di gestazione dell'opera di Holst sembra sovrapporsi infatti con quello di The Wasteland di Thomas Stearns Eliot, esponente di punta del modernismo ed anch'egli studioso del sanscrito. La sinfonia si apre con il movimento dedicato a Marte, una marcia in 5/4 cadenzata da un ostinato ritmico; prosegue con Venere, un movimento più dolce, il cui violino solitario cita le Romanze senza Parole di Mendelsshon e riprende A Somerset Rhapsody, op. 21 dello stesso Holst. Successivamente s'incontra Mercurio, uno Scherzo bitonale (Mib maggiore e Si maggiore) dove il portatore del caduceo è incalzato nei movimenti dai fiati. Si approda così a Giove, un movimento che evoca fierezza e radiosità. Tramite i movimenti di Saturno ed Urano le atmosfere si fanno via via sempre più rarefatte culminando infine con il mistico Nettuno. Nell'agosto del 1934 il musicologo Guido M. Gatti lo descrisse come "un movimento lento di nuovo in 5/4 (...) al quale si aggiunge il coro vocalizzante senza parole, circonfuso di luminosità di arpa e celesta".

La guerra ritarda la prima esecuzione di The Planets, che slitta al 10 ottobre 1918 presso la Queen's Hall di Londra. Si tratta tuttavia di un'esecuzione incompleta, che termina col movimento dedicato a Giove. La prima esecuzione integrale avverrà invece il 15 novembre 1920. Holst muore nel 1934, a Londra, in seguito alle complicazioni di un intervento allo stomaco. Gustav Holst raccoglie le influenze romantiche della seconda metà dell'ottocento e le rielabora, presentandole sotto nuova luce, all'alba del novecento. La notorietà raggiunta in vita tuttavia non sopravvisse nella memoria dei posteri, tanto che oggigiorno Holst rimane sconosciuto al grande pubblico. La sua eredità artistica rimase così sopita, almeno fino quando, in una galassia lontana lontana...


John Towner Williams nasce nel 1932, due anni prima della morte di Holst, a Long Island (NY) negli Stati Uniti. Il padre è John Francis Williams, trombettista e percussionista jazz. A partire dai sette anni studia pianoforte, trombone, tuba, clarinetto, violoncello e fagotto. Compone e dirige le orchestre studentesche prima e la banda militare poi, durante gli anni di servizio in aeronautica. La famiglia si trasferisce a Los Angeles, dove studia composizione presso UCLA, mentre successivamente segue il corso di pianoforte alla Julliard School of Music a New York. Costretto a tornare sulla West Coast, viene assunto dalla Columbia Pictures and Records prima come pianista e poi come arrangiatore nelle orchestre dell'industria hollywoodiana. Nel 1972 vince il primo di cinque Oscar, mentre nel 1974 inizia il lungo e fruttuoso sodalizio artistico col regista Steven Spielberg, per il quale comporrà la quasi totalità delle colonne sonore. Tra i suoi arrangiamenti più noti si ricordano: E.T., Jurassic Park, la saga di Indiana Jones, i primi tre film della serie di Harry Potter, Jaws, Save Private Ryan e Schindler's List.

Nel 1976 George Lucas, regista amico di Spielberg, sta ultimando la realizzazione di Star Wars, la prima pellicola dell'omonima saga cinematografica. Inizialmente Lucas aveva scelto di accompagnare alcune scene con brani tratti dal repertorio sinfonico europeo, sulla scia del grande successo riscosso da 2001: A Space Odessy di Kubrick. La scelta ricade quindi su compositori come Richard Strauss, Erich W. Korngold, Max Steiner e Gustav Holst. Solo in un secondo momento, su consiglio di Spielberg, decide di affidarsi a Williams. La sinfonia di Holst viene quindi raccolta ed impiegata come base ed ispirazione della colonna sonora. Così come il movimento di Marte e quello di Venere venivano posti in antitesi in The Planets, allo stesso modo la Marcia Imperiale ed il Tema di Leila appaiono in forte contrasto nella Star Wars Suite. Il Tema di Leila, in particolare, richiama il violino solitario del movimento di Venere, mentre la Marcia Imperiale contiene chiare citazioni ai movimenti di Marte e Giove. Il Tema di Yoda, invece ritrova alcune melodie già presenti nel movimento dedicato a Saturno.

La colonna sonora della saga di Star Wars è un'opera sterminata e rappresenta un unicum nella storia del cinema. Per più di quarant'anni infatti, John Williams ha prodotto e rimaneggiato alcune delle colonne sonore che hanno maggiormente segnato la cinematografia. A partire dal 2020 John Williams ha diretto la Filarmonica di Berlino e Vienna. Nel 2022 ha diretto il suo primo concerto in Italia, al Teatro Alla Scala di Milano.


Il "sound" di Holywood è caratterizzato dall'impiego di nutrite orchestre sinfoniche e di arrangiamenti che s'ispirano alla tradizione della musicale tonale europea. Uno degli espedienti più impiegati dai compositori di colonne sonore è certamente la tecnica del leitmotiv. Si tratta di tema musicale che viene riproposto (anche e soprattutto nelle sue variazioni) nell'arco della pellicola ogni qual volta si ripresenta un particolare personaggio o si vuole comunicare allo spettatore un preciso stato d'animo o ne si vuole provocare una specifica suggestione. Il massimo esponente di questa tecnica è Richard Wagner, che ne fa una colonna portante de L’anello del Nibelungo ed anche del Sigfrido. La tecnica del leitmotiv applicata alle colonne sonore vede la sua genesi ai tempi del cinema muto, dove la colonna sonora veniva suonata dal vivo durante le proiezioni da un pianista, un organista o da orchestre con un organico più o meno ampio. Veniva loro fornito un copione dove per talune scene era indicata quale suggestione l'orchestra dovesse trasmettere allo spettatore. Quando questi motivi non venivano improvvisati, ma concordati precedentemente, si ricorreva a brani classici della cultura musicale europea. Un esempio in questo senso è il palesarsi di un "presagio di morte", o il presentarsi di un monito di pericolo.

In queste circostanze, le orchestre del cinema muto usavano suonare delle variazioni della sequenza del Dies Irae, canto gregoriano del XIII secolo. Questo estratto viene ripreso nelle colonne sonore di numerose pellicole. Si ricordano: The Shining, Clockwork Orange e The Lion King. Anche Williams ne fa abbondante uso, ad esempio in Harry Potter and the Prisoner of Azkaban e persino in Star Wars: Episode IV. Il movimento di Marte, tratto dall'opera di Holst, potrebbe inserirsi nel canone dei leitmotiv, giacché è stato ripreso ed ampiamente citato nella colonna sonora di The Gladiator, arrangiata da Hans Zimmer.


L'Orchestra Sinfonica di Milano inaugurerà il 22 ottobre 2023 il "Festival Mahler", che terminerà il 13 novembre 2023. Oltre alla Sinfonica di Milano, parteciperanno alla rassegna anche la Filarmonica della Scala, l'Orchestra dell'Accademia Musicale di Santa Cecilia, l'Orchestra della Toscana, l'Orchestra Giovanile Italiana, l'Orchestra della Fondazione dell'Arena di Verona, l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l'Orchestra Sinfonica Nazionale RAI e la Filarmonica Arturo Toscanini.

Verranno proposte le nove sinfonie complete e l'adagio dalla decima incompleta di Gustav Mahler. Il festival verrà poi integrato dalle quattro sinfonie di Schumann, dalla Sinfonia Eroica no. 3 di Beethoven e dalle composizioni mahleriane per coro ed orchestra Kindertotenlieder, Rückert-Lieder e Des Knaben Wunderhorn. Tutte le esecuzioni avverranno presso l'Auditorium di Milano con l'eccezione dell'imponente ottava Sinfonia Dei Mille, che invece verrà eseguita presso il Duomo i Milano.


~Jacopo Da Re
gustav holst, john williams, musica classica, orchestra sinfonica, star wars