Dio è donna e si chiama Petrunya è il film rivelazione dell’ultimo Festival di Berlino. Al cinema dal 12 dicembre, è disponibile in anteprima italiana al Torino Film Festival, che si terrà dal 22 al 30 novembre nel capoluogo piemontese. Per la portata rivoluzionaria del film nel panorama cinematografico europeo odierno, il festival ha deciso di rendere omaggio alla regista, Teona Mitevska, ospitandola nella giura e dedicandole una retrospettiva completa. Il film è inoltre tra i tre finalisti del Premio LUX del Parlamento Europeo, che sarà assegnato il 27 novembre.
Petrunya ci viene presentata come una donna disillusa dalla vita: 32 anni, disoccupata, senza marito e senza figli. Questi sembrano essere i tratti generali che la descrivono nella società patriarcale in cui è nata e cresciuta. Eppure, dietro questo tradizionale identikit, si nasconde una donna coraggiosa e intraprendente in grado di smuovere l’ordinarietà della sua comunità. Ad interpretare la protagonista è l’attrice macedone Zorica Nusheva, che con questo film sancisce il suo debutto sul grande schermo.
Ci troviamo a Štip, in Macedonia, dove ogni anno si svolge il lancio della croce, una tradizione della religione ortodossa riservata esclusivamente agli uomini: il sacerdote lancia una croce di legno nel fiume e chi la trova avrà fortuna e ricchezza per un anno. Il film si ispira a una storia realmente accaduta nel 2014, quando a prendere la croce fu una donna, generando scandalo nella comunità locale e nelle istituzioni religiose.
Nel film la donna in questione si chiama Petrunya: è lei la colpevole di questo “oltraggio”. Tutta la città è contraria alla sua vittoria e cerca di costringerla a restituire la croce con le buone o con le cattive, ma lei sembra convinta della sua decisione affermando che l’essere donna non la rende meno intelligente o con meno diritti rispetto agli uomini.
La protagonista evolve nel corso della pellicola, dal momento che si vede costretta ad abbandonare l’umiltà iniziale per trasformarla in consapevolezza nei propri diritti e in forza del cambiamento. Petrunya si trasforma in un simbolo di modernità dal momento che decide di opporsi a due poteri consolidati, la Chiesa e lo Stato, rivendicando la libertà da ogni forma di pregiudizio.