La Milano Design Week 2018 è finita, ma le proposte di design innovativo che tutti gli anni invadono Milano rimangono un valido strumento per riflettere, anche a #fuorisalone finito, su quello che sarà l’abitare – e non solo – del futuro.

Per capirne di più dall’interno, il 18 aprile abbiamo partecipato al Press Tour degli spazi Ventura Centrale e Ventura Future: un'occasione unica, molto utile a capire a fondo il significato delle installazioni esposte in uno dei più effervescenti distretti della settimana del design.

Il tour è iniziato nello spazio Ventura Centrale, in via Ferrante Aporti 9, una serie di capannoni dismessi che hanno accolto al loro interno delle installazioni che ne hanno rivoluzionato l'aspetto, come la prima incontrata sul percorso, Giants With Dwarf di Stephan Hürlemann per Horgenglarus: una serie di sculture interattive rappresentanti esseri zoomorfi e realizzate riutilizzando parti di sedute in legno. I giochi di luci e l’ambiente in cui le figure erano immerse hanno forse reso la grande installazione quella più artistica di tutto il padiglione.

Le installazioni successive, come tutte le altre negli spazi Ventura, si sono focalizzate sulla ricerca sui materiali, tema scottante e fondamentale nel campo del design: HARU, stuck-on design, space designing tape ha per esempio decorato l’ambiente nello stile delle pitture rupestri tramite l'utilizzo di un particolare nastro adesivo colorato, molto sottile e di un particolare materiale cartaceo, di diverse misure e dai colori brillanti.

Tra le installazioni le più sorprendenti annoveriamo sicuramente Soundscape dell'architetto Motosuke Mandai e presentata dalla AGC Asahi Glass: una serie di lastre di vetro poligonali sospese o che emergevano dal basso, producevano dei suoni grazie alle proprietà del materiale, trasportando lo spettatore quasi in un'altra dimensione; di grande impatto il contrasto visivo tra lo spazio circostante rovinato e la delicatezza delle lastre di vetro.

A seguire è stato il turno delle lampade di carta giapponese _Paper&Light di Denis Guidone e Tomoko Fuse, i quali – presenti al tour – hanno potuto spiegare l’idea alla base delle loro lampade, che mostrano tutte le potenzialità della tecnica origami.

È stato poi il turno di Antonio Aricò, designer italiano di origini calabresi, con la sua Una Stanza (Editamateria), installazione intesa a mostrare l'essenzialità delle case del passato della terra natia del suo ideatore, attraverso linee semplici, geometriche e spigolose e l'uso di legni pregiati di diversi colori.

L’opera che ha fatto più riflettere è stata DESIGNWORK di Eileen Fisher, che partendo dallo slogan “WASTE NO MORE” ha voluto dimostrare che è possibile riutilizzare i capi di abbigliamento dismessi, che solitamente finiscono in discarica. La designer ha spiegato il pensiero e la tecnica alla base del suo progetto, cioè una serie di abiti e tessuti ricavati cucendo tra loro, con una particolare tecnica, diversi pezzi di stoffa, ottenendo così un nuovo tessuto, più pesante ma comunque di alta qualità.

Sul riuso di materiali sono state incentrate molte installazioni nello spazio di Ventura Future in zona Loreto: come suggerisce il nome, questo spazio è stato completamente dedicato alla ricerca sui materiali che potranno essere alla base del design del futuro e alle nuove soluzioni che questi ispirano, come ad esempio macchina interattive, oggetti connessi a internet, ma anche la stampa 3D applicata in ambiti inusuali, come nella creazione di pavimenti o di sedute in cemento stampato.


Chiara Musio


foto di copertina “Soundscape” presented by AGC Asahi Glass (Rendering Courtesy of Mandai Architects)