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La rivoluzione silenziosa di Ginevra
Tra chitarre anni '90 e consapevolezza politica, il live di "Femina" trasforma il Bellezza nell'epicentro di una nuova resistenza pop
   18 Dic 2025   |     Redazione   |     Emanuele Intagliata   |     permalink   |      commenti
Se c’è una cosa che abbiamo imparato frequentando i circoli milanesi in questo freddo dicembre, è che non serve un palazzetto per sentirsi parte di qualcosa di enorme. Stasera, varcando la soglia dell’Arci Bellezza, l’aria che si respira è quella delle grandi occasioni, ma con quella confidenza quasi domestica che solo certi palchi sanno regalare. Siamo qui per l'attesa data milanese del Femina Live nei Club di Ginevra, un ritorno a casa che sa di rito collettivo.

Personalmente, seguo il percorso di Ginevra dai tempi di Metropoli, e vederla oggi sul palco per chiudere il cerchio di Femina – il suo quarto lavoro in studio uscito a inizio anno – fa un certo effetto. C’è stata un’evoluzione evidente: se quest'estate l’avevamo incrociata in una veste minimale e quasi "da cameretta", stasera la formazione si allarga. Insieme a lei ritroviamo Domenico Finizio alle chitarre, Marco Fugazza alla batteria e il ritorno prezioso di Gabriele Mellia Amari, polistrumentista che accompagna il progetto fin dagli esordi.

Il live si apre con le atmosfere organiche di un album che ha segnato una rottura netta con l'elettronica del passato. In Femina, Ginevra ha scelto di sporcarsi le mani con strumenti suonati, chitarre sgranate e batterie acustiche che guardano dritto in faccia ai giganti degli anni '90, dai Portishead ai Cardigans. Ma non è solo una questione di suono. È una questione di urgenza.

Pezzi come la title track (scritta rigorosamente in caps lock) o la viscerale Ragazza di fiume risuonano nel salone del Bellezza con una forza nuova. C’è la consapevolezza dei trent’anni, c’è la lotta contro le dinamiche patriarcali e c’è, soprattutto, la riappropriazione della propria identità. La voce di Ginevra, che ha superato anche momenti difficili durante le registrazioni del disco, stasera è precisa, emozionante, a tratti imperfetta nel modo più bello possibile, come a voler sottolineare l’autenticità di questo viaggio.

Non mancano i tuffi nel passato, quelli che fanno cantare a memoria anche i fan della prima ora come Rajasthan, ma il fulcro resta lei: la femminilità raccontata non come un cliché, ma come resistenza e condivisione.

Mentre le note dell'ultimo brano sfumano e le luci si riaccendono, ci rendiamo conto che questo non è stato solo un concerto di chiusura tour. È stato il modo di Ginevra di dirci che, nonostante il freddo fuori e la frenesia di Milano, esiste ancora un posto dove le canzoni possono farci sentire accolti. E stasera, tra le mura del Bellezza, eravamo esattamente dove dovevamo essere.

Ginevra proseguirà il tour domani 19 dicembre 2025 a Torino (Spazio211) per poi chiudere definitivamente l'anno il 20 dicembre a Roma (Largo Venue). Se siete in zona, non fatevelo raccontare.
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