Alla conferenza stampa di presentazione della Stagione di Balletto 2025/2026 del Teatro alla Scala si è parlato de “La Bella Addormentata nel Bosco” nella versione coreografica di Rudolf Nureyev. Io però ho guardato soprattutto le persone. Avevano gli occhi accesi. Si capiva che questo spettacolo, per loro, non è solo un lavoro ma qualcosa in cui sono pronti a mettersi in gioco completamente.
La presentazione si è svolta al Teatro Alla Scala ridotto dei Palchi “A. Toscanini”. A intervenire sono stati Frédéric Olivieri, direttore del Corpo di Ballo del Teatro, Kevin Rhodes, che dirigerà l’Orchestra del Teatro, e i protagonisti del balletto. Non c’era la sensazione di dover convincere qualcuno: il valore del balletto in Teatro alla Scala è già chiaro. Sembrava un momento di condivisione.
“La bella addormentata nel bosco” aprirà la stagione di balletto dal 18 dicembre 2025 al 13 gennaio 2026, con l’Anterprima Giovani UNDER30 il 17 dicembre. Parlare di questo titolo significa inevitabilmente parlare di Rudolf Nureyev, e il suo nome è tornato più volte durante la presentazione. Un coreografo che ha lasciato una struttura precisa, viva ancora oggi, capace di mettere alla prova chi la danza.
Uno dei punti sottolineati da Olivieri è stata la scelta di portare in scena solo il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, senza guest star. Una decisione che mette l’accento sul lavoro della compagnia e sulla crescita interna. Nei ruoli principali si alterneranno Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko per la serata inaugurale e altre recite, insieme a Martina Arduino, Alice Mariani e Navrin Turnbull, tra cui i debutti di Camilla Cerulli nel ruolo di Aurora e Mattia Semperboni come Principe.
Io non ho fatto nessuna domanda, in certi contesti, come quello del mondo della danza che sembra arrivare da un altro universo, ascoltare è già un modo di partecipare. In sala si percepiva chiaramente che il balletto, per gli organizzatori e gli artisti, è una parte cruciale della propria vita artistica.
La serata inaugurale del 18 dicembre sarà dedicata a Giorgio Armani. Durante la presentazione se ne è parlato con grande naturalezza, ricordando il suo legame costante con il Teatro alla Scala e il suo sostegno al Corpo di Ballo negli anni. Non come un nome da esibire, ma come una presenza reale, nei momenti diversi e anche più complessi.
Accanto alle parole restava una forte concentrazione - quella sensazione rara che tutti fossero pronti a dare il massimo, con un’eleganza silenziosa che non ha bisogno di essere dichiarata. Sapere che La Bella Addormentata nel Bosco è uno dei balletti più lunghi e tecnicamente più complessi che esistano rendeva tutto ancora più impressionante: per chi guarda da fuori è quasi inconcepibile quanto lavoro fisico serva per reggere uno spettacolo così.
Ripensando a quanto emerso durante la presentazione, mi è tornato in mente un vecchissimo articolo dedicato a questa versione di “La bella addormentata nel bosco” di Čajkovskij. Lì si racconta come il lavoro di Nureyev nasca anche dalla distanza emigranistica: dal fatto che, una volta lontano da Leningrad (San Pietroburgo), quei grandi balletti russi gli mancassero profondamente. E così li ha ricostruiti a partire da ciò che aveva con sé – la memoria, il corpo, la visione. È stato un modo per tenere in vita un linguaggio, facendolo passare attraverso una persona, un tempo diverso, un altro contesto.
“La bella addormentata nel bosco” non viene proposta come qualcosa da ammirare a distanza, ma come uno spettacolo a cui ci si può avvicinare senza sapere tutto in anticipo e semplicemente godere.
L’Anterprima Giovani del 17 dicembre va esattamente in questa direzione: guardare da vicino, esplorare l’atmosfera senza sentire pressione, capire come lavorano le persone dal completamente diversa sfera artistica. Non serve sentirsi all’altezza. A volte solo basta esserci. Il resto arriva.
Prima dell’Anteprima UNDER30, il 17 dicembre alle 18:00, è previsto un incontro aperto al pubblico con Valentina Bonelli, critica di danza e storica del balletto, che permetterà di approfondire la lettura di Nureyev, i suoi riferimenti e le sue innovazioni.
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Čajkovskij, Nureyev e Inaugurazione della Stagione di Balletto alla Scala 2025/2026