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Il Rocky Horror Show è tornato
dopo 50 anni, è ancora la festa più folle, libera e attuale del teatro.
   13 Nov 2025   |     Redazione   |     Karyl Henry Guerrero Alarcon   |     permalink   |      commenti
"Don't dream it, be it". Un motto, un manifesto, più che un semplice musical. Ci sono spettacoli che si guardano e spettacoli che, letteralmente, si vivono. Il Rocky Horror Show appartiene da oltre 50 anni a questa seconda categoria, un fenomeno che si rifiuta di invecchiare.

Nato dalla penna di Richard O'Brien nel 1973 e consacrato dal film cult del 1975, il Rocky Horror è il musical contemporaneo più longevo al mondo. Il suo successo non si misura (solo) in anni, ma nei 30 milioni di persone che, in oltre 30 paesi e 20 lingue, si sono alzate in platea per ballare l'iconico "Time Warp".

Per i pochi che non sono mai stati iniziati, la trama è presto detta: Brad e Janet, la perfetta coppia di fidanzatini, buca una gomma e bussa al castello del Dottor Frank'N'Furter. Quello che doveva essere un riparo dalla tempesta si rivela un viaggio allucinante nel laboratorio dello "scienziato extraterrestre", impegnato a dare vita al suo uomo ideale. Per Brad e Janet, l'incontro con l'eccesso e la follia del castello diventa un percorso di liberazione e scoperta della propria sessualità, all'insegna di balli scatenati, canzoni immortali e colpi di scena che stupiranno ogni neofita, strappando più di una risata.

Quest'anno, quel brivido travolge di nuovo l'Italia. Dopo aver infiammato Bologna (7-9 novembre) e Trieste (11-16 novembre), il tour si prepara per le sue tappe più attese: prima al TAM Teatro Arcimboldi di Milano (dal 18 al 23 novembre), e subito dopo al Teatro Brancaccio di Roma (dal 25 al 30 novembre).

A indossare il mitico corsetto rosso e nero di Frank'N'Furter è una vera "stella del pop", Jason Donovan. Celebre per la serie Neighbours e la sua carriera musicale, l'artista australiano ha un rapporto speciale con questo ruolo: lo interpretò per la prima volta nel 1998 e oggi, a distanza di oltre 25 anni, torna a vestire i panni del dottore dopo stagioni di tutto esaurito a Sydney e nel West End.

Ma la forza dello spettacolo non si ferma alla sua star. Questa è una produzione molto interessante proprio perché ha un cast bello solido che, oltre ai grandi nomi, "dà spazio a nuovi talenti". A dare spessore e un'incredibile esperienza ai ruoli di Brad e Janet ci sono due veri veterani del West End, Haley Flaherty (un'acclamata Miss Honey in Matilda e nel cast di Love Never Dies) e James Bisp (con crediti che spaziano da The Phantom of the Opera al revival di Monty Python's Spamalot). Accanto a loro, una nuova generazione di interpreti da formazioni prestigiose: Ryan Carter-Wilson (Riff Raff) dalla Italia Conti, Laura Bird (Magenta), già Tanya in Mamma Mia!, dalla Royal Academy of Music, e Edward Bullingham (Eddie/Dr. Scott) dalla Urdang Academy. Senza dimenticare Morgan Jackson, che affronta la sfida del ruolo di Rocky, che richiede non solo una presenza fisica notevole, ma anche una performance comica e canora impeccabile.

E noi non vediamo l'ora di essere lì. Non vediamo l'ora di cantare, ballare ed essere rapiti per due ore in uno spettacolo che è pura festa. Perché, vedete, il Rocky Horror non è uno spettacolo da andare a guardare e basta. È un'esperienza da vivere al 100%.

Se negli anni '70 il suo messaggio "essere se stessi, anche se si è diversi" era pura trasgressione, oggi è un invito a giocare, a celebrare. Quindi, accogliete questo invito. Sfruttate questa serata per essere davvero voi stessi. Preparatevi: ascoltatevi le canzoni prima, imparatele. Vestitevi a tema. Riempitevi di glitter, rispolverate i tacchi e l'eyeliner, immergetevi in quelle atmosfere anni '70 piene di luci viola e costumi folli.

Sarà una festa collettiva. Si canterà e si ballerà. In fondo, è proprio questa esplosione di ironia e no sense che parla dritto alla comicità della Gen Z, abituata a un umorismo libero e surreale. E sarà quello il modo migliore per raccogliere l'invito finale e godersi la serata: "Don't Dream It, Be It!".
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