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Sporting Club Story: L'ULTIMA DI KOBE
Il racconto di una notte che è rimasta nella storia
   20 Nov 2023   |     Sporting Club   |     Tancredi Pezzoni   |     permalink   |      commenti
Lo sport ha avuto i suoi protagonisti e noi di Sporting Club vogliamo raccontarveli.

Ogni martedì dalle 18 alle 20 siamo in diretta su POLI.RADIO e, commentando gli eventi sportivi, diamo sempre uno sguardo al passato, fondamentale per capire lo sport contemporaneo.

La nostra rubrica story ci porta alla scoperta di una leggenda dell'NBA all’ultimo atto della sua straordinaria carriera. Riportiamo di seguito il testo.


È il 13 Aprile 2016, si deve giocare l'ultima partita di una stagione che gli appassionati ricordano come una delle migliori di sempre.
È stato l'anno del record di vittorie di Golden State, dello Slam Dunk Contest di Zach Lavine e Aaron Gordon, ed è un anno che continuerà a regalare storie ed emozioni fino a gara 7 delle Finals, con il comeback dei Cavs di Lebron James.


Ora però è il momento degli addii: sì, perché questa è anche l'ultima stagione di due vere leggende che hanno dominato il gioco nell'ultima ventina d'anni, spartendosi la quasi totalità dei titoli NBA nel primo decennio degli anni 2000. E se per Tim Duncan sarà un commiato silenzioso, con un dito alzato al cielo al termine di una serie playoff combattuta, in pieno stile Spurs, per Kobe l'ultima partita in carriera è l'apice di una parata che dura da tutta la stagione.


Il Kobe Bryant che si presenta allo Staples Center quella sera di aprile è un giocatore diverso da quello a cui si erano abituati i tifosi di tutto il mondo da ormai 19 anni: i Lakers sono ultimissimi a Ovest e lui stesso, dopo i gravi infortuni che dalla stagione 2013-2014 lo hanno afflitto, sembra aver finalmente realizzato che quello era il momento giusto per smettere. È un Kobe sorridente, quasi affettuoso con i compagni per i quali, in altre occasioni, visti anche i risultati di squadra, avrebbe riservato tutt'altro trattamento. Per sua stessa ammissione si era finalmente reso conto della carriera che aveva avuto.


E allora arriva il momento. Nelle settimane precedenti, l'ondata di affetto da tutto il mondo, sportivo e non, si era andata intensificandosi; tutto lasciava intendere che quella notte sarebbe stata una celebrazione in pieno stile Hollywood, e così fu. C'erano tutti, tutti i giocatori, tifosi e amici di un ventennio di Nba. Chi con un videomessaggio e chi con un microfono al centro del campo, tutti espressero il loro affetto per Kobe, l'inno venne affidato a una leggenda della musica losangelina, come Flea dei Red Hot Chili Peppers e, finalmente, comincia la partita.


Al fischio di inizio gli occhi di tutto il mondo sono per il basket. Nessuno sapeva per certo che partita sarebbe stata, quanto e come Kobe avrebbe giocato, ma sicuramente tutti si aspettavano una partita vera, le celebrazioni si sarebbero fermate per 48 minuti in cui, come per tutta la carriera di Kobe, la pallacanestro l'avrebbe fatta da padrone mettendo da parte tutto il resto.


Qualche mese prima della partita Shaquille O'Neal, che con Kobe aveva spartito gloria e drammi di una delle dinastie più forti di sempre, gli aveva chiesto di promettergli che per la sua ultima gara avrebbe segnato almeno 50 punti. Kobe, sorridente, gli aveva risposto: "assolutamente no"; eppure si vedeva nei suoi occhi che quest'ultima sfida, proposta proprio dalla persona che forse più aveva contribuito a renderlo il cinico e spietato giocatore che era stato in carriera, gli aveva fatto scattare qualcosa.


La partita è difficilissima per i Lakers: sfidano infatti, da ultimi in classifica, gli Utah Jazz che devono assolutamente vincere per avere una speranza di arrivare ai Playoff. Potrebbe essere una sconfitta pesante, e Kobe non giocherebbe i suoi ultimi minuti in garbage time. L'inizio, infatti, è complicato per il Lakers, Kobe tira tanto e sbaglia tanto, come aveva sempre fatto, e questo vuol dire due cose: vuole prendersi la scena e vuole vincere la partita a tutti i costi.


I minuti scorrono, con Utah quasi sempre avanti, ma i Lakers rimangono aggrappati alla partita. All'inizio dell'ultimo, decisivo, quarto del match Los Angeles è sotto di una decina di punti e il box score personale di Kobe segna 37 punti. Dunque non è impossibile, tutto sembra scritto, se il numero 24 si accende la vince lui, e così sarà: in uno dei finali di partita più leggendari di sempre, Kobe Bryant mette in mostra un'ultima volta tutto l'arsenale tecnico che l'ha portato ad essere uno dei migliori scorer di sempre. Il fisico è quello di un trentasettenne afflitto da una marea di infortuni: durante questa partita non si vedono schiacciate da parte sua, l’ultima l’aveva riservata ai Boston Celtics qualche settimana prima, tuttavia la tecnica è ancora al suo apice. Il sipario si chiude sulla carriera di Kobe Bryant con una vittoria straordinaria, ottenuta segnando 60 punti, di gran lunga la miglior ultima performance per qualsiasi giocatore Nba. Kobe esce, ringrazia un palazzetto ancora una volta ai suoi piedi e poggia il microfono, Mamba Out.

Testo e voce di Tancredi Pezzoni
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