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Sporting Club Story: CHARLES LECLERC
Il giovanissimo pilota monegasco è un talento naturale, e lo sta dimostrando anno dopo anno
   20 Mar 2022   |     Sporting Club   |     Giulio Mario Martena   |     permalink   |      commenti
Lo sport ha avuto i suoi protagonisti e noi di Sporting Club vogliamo raccontarveli.
Ogni lunedì dalle 19 alle 20 siamo in diretta su POLI.RADIO e, commentando gli eventi sportivi, diamo sempre uno sguardo al passato, fondamentale per capire lo sport contemporaneo.
La nostra rubrica story ci porta alla scoperta dell'uomo che sta facendo sognare tutti i tifosi del Cavallino Rampante, che nei suoi occhi rivedono delle speranze che dalle parti di Maranello non si vedevano da molti anni.
Riportiamo di seguito il testo.

“Il predestinato”
. È così che Charles Leclerc viene visto da un numero sempre crescente di tifosi del Cavallino e appassionati di motori in generale. Classe 97, talento cristallino e cattiveria agonistica nascosti dietro gli occhi innocenti e un volto da bambino. Ma la sua non è solo una storia di talento; è anche una storia di resilienza.

Nato e cresciuto nel principato di Monaco, la storia dell’infanzia di Charles è indissolubilmente legata a quella dell’amico Jules Bianchi.

È il 2005, non esistevano social e la vita era circoscritta alle notizie che arrivavano da un internet ancora troppo lento per essere credibile, dai giornali e dalle televisioni che le selezionavano solo sulla base di quanto interesse suscitassero. Il padre di Bianchi aveva in gestione una pista di kart nel piccolo comune francese di Brignoles, all’interno della quale il giovanissimo Charles comincia a correre. E non smetterà più. Al contrario, nello stesso anno vince il PACA francese, confermandosi nel 2006 e poi di nuovo nel 2008, facendo subito capire a tutto il motorsport circus di che pasta è fatto.

Chiude la sua carriera nel karting nel 2013 per approdare in Formula Renault l’anno successivo a bordo della britannica Fortec. Anche qui, il suo talento si fa riconoscere nella sua purezza, chiudendo nel suo anno da rookie al secondo posto dietro Nyck De Vries, con all’attivo sette podi e due vittorie, una delle quali nella Monza; proprio lì, come se già a 17 anni volesse legare il suo nome a quello della storica pista brianzola.

Non tarda ad arrivare il salto in Formula 3, il campionato che più di tutti fa da ponte nel regno dei Grandi. Ma si sa, l’ironia sa essere molto bastarda: è il 2014, e mentre Charles colleziona ammiratori su ammiratori, il suo amico Bianchi, a causa della pioggia intensa a Suzuka, finisce a velocità elevata contro una gru. Morirà a Nizza, dopo 9 lunghissimi mesi di coma. In futuro Charles rivelerà che il pilota nizzardo era anche il suo padrino.

Gli addetti ai lavori avevano già capito il suo talento, infatti nel marzo 2016 viene inserito nella Ferrari Driver Academy e diventa collaudatore per Haas e Ferrari. Sarà proprio nelle vesti di collaudatore che Charles calcherà i suoi primi chilometri in Formula 1.

Nel frattempo, in F2 gli viene affidato uno dei due sedili della Prema Racing, l’altro sarà dato al suo compagno di Academy, Antonio Fuoco. Cinque vittorie, sette podi nelle prime dodici gare e sette pole position nei primi sette appuntamenti del campionato. Così, con questo rendimento da videogame si presenta il giovane monegasco a chi ancora non lo conoscesse. Il giovane Charles però, a questi successi sudati esperisce qualcosa che non dovrebbe mai succedere a un ragazzino di 20 anni. A soli 54 anni il padre Hervé muore a seguito di una lunga malattia, solo quattro giorni prima che Charles vincesse il Gran Premio d’Azerbaijan.

Nello sport solitamente i talenti vengono lasciati crescere in squadre con obiettivi minori, per non bruciarli e lasciar loro fare esperienza lontani da pressioni eccessive. A Charles, di stagione, ne è bastata una. In Formula 1 si presenta nel 2018 al fianco di Marcus Ericsson nella Sauber, vincendo (come fosse ormai una cosa scontata per lui) il premio Rookie of the Year. È quanto basta negli uffici di Maranello per dargli fiducia fin da subito, fornendogli un sedile accanto a Sebastian Vettel e un contratto quinquennale, che in un ambiente dinamico come quello della Formula 1 è sinonimo solo di una cosa: fiducia. E questa fiducia Charles la sente, infatti segna il primo tempo assoluto nei test prestagionali del 2019, a Barcellona. In Bahrein, poche settimane dopo, diventa a 21 anni e 165 giorni il secondo pilota più giovane della storia della Formula 1 a conquistare una pole. Un problema al motore lo costringe a mollare quella che sarebbe stata la sua prima vittoria in Formula 1, “accontentandosi” (si fa per dire) del primo giro veloce e del primo podio. Per la prima vittoria, dovrà attendere qualche mese.

Spa-Francorchamps, GP del Belgio 2019: Charles Leclerc diventa il più giovane pilota ad aver vinto un Gran Premio a bordo del Cavallino Rampante all’età di 21 anni e 10 mesi. E il suo risultato migliore non sarà questo; solo una settimana dopo, a Monza, dopo aver ottenuto una pole position e dopo 53 giri di battaglia contro le Mercedes di Hamilton prima e Bottas poi, riesce in un risultato che alla Ferrari mancava da 9 anni: la vittoria in casa nostra. A Monza, nel 2019, non è stata solo una vittoria. Un popolo, unito sotto il colore rosso, ha celebrato questo ragazzino monegasco, che fa sembrare normali sorpassi difficili, ha un passo gara consistente e un ritmo qualifica impeccabile. E, soprattutto, che sembra avere la Ferrari nel sangue e nel destino.

Tre anni dopo, è l’inizio di una nuova stagione in Formula 1. Il paddock freme, il cambio di regolamento sembra aver rimescolato le carte e dato nuova linfa alle Ferrari che, ora più che mai, puntano sul “nostro” Carletto per vivere una nuova epoca d’oro per la scuderia più presente di sempre nel circus.
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