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Sporting Club Story: Andrea Pirlo
Storia del ex regista della nazionale, vincitore tra le altre di un Mondiale e due Coppe dei Campioni
   21 Mag 2019   |     Sporting Club   |     Alessandro Zito   |     permalink   |      commenti
Lo sport ha avuto i suoi protagonisti e noi di Sporting Club vogliamo raccontarveli.
Ogni martedì dalle 19 alle 20 siamo in diretta su poliradio e, commentando gli eventi sportivi, diamo sempre uno sguardo al passato, fondamentale per capire lo sport contemporaneo.
La nostra rubrica story ci porta alla scoperta di uno dei più forti centrocampisti mai passati in Italia con la maglia del Milan, Juventus e della Nazionale italiana: Andrea Pirlo.
Riportiamo di seguito il testo.

L’altro ieri ha compiuto 40 anni uno dei centrocampisti più forti di tutti i tempi: Andrea Pirlo. Esattamente un anno fa, il 21 maggio del 2018, è andata in scena “la notte del Maestro”, partita d’addio tenuta a San Siro a cui hanno partecipato amici ed ex compagni, stelle del calcio che hanno accompagnato la sua incredibile carriera.

Quella notte tutti noi tifosi e amanti del calcio abbiamo avuto la certezza che non sarebbe più nato un altro giocatore come Andrea Pirlo.

La svolta nella sua carriera però avvenne grazie a un’intuizione, un colpo di genio, quello che ebbe Carlo Mazzone, allenatore del Brescia, squadra a cui l’inter aveva prestato il giovane calciatore. Nessun altro infatti aveva intuito quale fosse la sua posizione in campo, dove cioè potesse esprimere al meglio le sue indubbie doti nel palleggio e nel tocco di palla. Venne allora schierato in una posizione tanto importante quanto delicata, il regista davanti alla difesa, colui che ha in mano le redini del gioco. A Brescia fece vedere di cosa era capace, con alcune ottime giocate, ma la sua stagione finì dopo solo 10 partite a causa della rottura di un piede e a fine prestito tornò all’Inter che però non puntava più su di lui.

L’approdo al Milan di Carlo Ancelotti lo consacra definitivamente come uno dei registi più forti e vincenti del pianeta. Il suo arrivo in sponda rossonera, insieme a quello di tanti altri campioni, dà inizio ad un decennio meraviglioso e ricco di successi. Col diavolo vince 2 Champions League, 2 scudetti, 2 Supercoppe Uefa e una coppa del mondo per Club.

Nel 2006, con la Nazionale, aggiunge al suo palmares la Coppa del Mondo, giocata da assoluto protagonista con tante giocate fondamentali e illuminanti.



Il 2010 è per Pirlo l’anno più difficile della sua carriera, con solo 17 presenze in campionato e molti infortuni che fan sì che il giocatore perda il ruolo di pedina fondamentale del centrocampo rossonero in favore del nuovo arrivato, l’olandese Van Bommel.

Deluso e amareggiato per il trattamento che la squadra, che lui stesso aveva contribuito a rendere grande gli aveva riservato, nel 2011 decide di lasciare il Milan e trasferirsi alla Juve, che aveva assolutamente bisogno di un leader a centrocampo per tornare a vincere dopo due settimi posti ottenuti in campionato.

In molti pensavano che a 32 anni non avrebbe più potuto replicare i meravigliosi successi ottenuti coi rossoneri. Invece quello con la juve sarà un nuovo inizio per Pirlo, ricco come al solito di vittorie e successi.

Quella di Pirlo è stata un’era unica ed irripetibile per il calcio italiano e mondiale. Una sorta di privilegio a cui tutti noi abbiamo avuto la fortuna di assistere.

La leggerezza quasi metafisica nel suo modo di muoversi, la perfezione euclidea nei suoi lanci, la velocità di pensiero e la capacità di vedere qualunque zona del campo resteranno per molto tempo nella nostra mente e difficilmente le ritroveremo in futuro in un calciatore.
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